VREID - "Sòlverv"
(Full-Lenght, Indie Recording, Ottobre 2015)
Voto: 8/10
Genere: Black Metal
Line-up: Sture Dingsoyr (voce, chitarra), Strom (chitarra), Hvàll (basso), Steingrim (batteria)
Settimo lavoro in studio per gli ex-Windir. "Sòlverv" rappresenta il nuovo capitolo di una band che rinverdisce ancora i fasti del "true norwegian black metal" adeguandolo al passo con gli anni e riscattandosi dalle ultime fiacche produzioni.
Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare dei compianti Windir, band attiva fino agli albori del nuovo millennio da sempre caratterizzatasi per un black metal per quanto puro comunque permeato da evidenti e chiare matrici folk/viking.
Ne è passata di acqua sotto i ponti dal debutto discografico della band di Sogndal, Norvegia dell'est, e con la dipartita dell'allora factotum Valdar (deceduto nel 2004) terminava, solo in parte, la carriera dei nostri.
Dalle ceneri della band norvegese nacquero per l'appunto i qui presenti Vreid la cui line-up è rimasta stabile con l'uscita del solo tastierista Righ e l'inizio della nuova carriera di una band che si può tranquillamente definire una re-incarnazione di quelli che furono i vecchi Windir.
Caratteristica principale della band di Sture e soci da sempre è stata rappresentata dalla proposizione degli stilemi più classici del black metal puramente norvegese con l'aggiunta di svariate influenze album dopo album e più in generale la volontà degli stessi di esplorare comunque nuove frontiere pur rimanendo ancorati alla tradizione.
"Sòlverv" in tal senso è il lampante esempio di come nel 2015 si possa ancora proporre un genere, per molti morto e sepolto, nella miglior maniera possibile.
Partiamo subito dal presupposto che della matrice folk dei Windir nell'album in questione è rimasto poco o nulla, così come i pastrocchi black n'roll di un passato recente sembrano finalmente scomparsi.
Il lavoro in questione potremmo semplicemente definirlo così: un'oscuro e maledettamente malefico black metal, che fa dell'epicità il suo innegabile punto di forza. Il risultato è un album magniloquente, che ci catapulta alla perfezione in quelle che sono le atmosfere del genere, a cavallo tra il sound di Enslaved, Immortal e quello dei più attuali Taake, senza limitarsi a fare il compitino ed anzi creando una serie di composizioni tanto semplici quanto sfarzose, il più delle volte giocati su fieri mid-tempos.
E' il caso questo dell'opener "Haust" in cui è proprio l'epicità del riffing e l'inserimento di un break centrale da briviDI a farla da padrone ed a preparare le danze per quello che considero il miglior pezzo del lotto quella title-track che parte con una sezione ritmica forsennata ed il solito epico riffing che scandisce i ritmi di un pezzo da ascoltare in cuffia, al buio e ad occhi chiusi, per carpirne al meglio le sensazioni e venire trasportati quasi nel mezzo della incontaminata natura norvegese tipica di Songdal e dintorni...venire trasportati dalle sensazioni di un brano...merce molto rara soprattutto di questi tempi!
Ma il nostro viaggio nella musica dei Vreid non può certo interrompersi alla title-track per quanto perfetta nel suo incedere: con la successiva "Geitasklad" entriamo in territori più affini al black metal maggiormente oltranzista (qualcuno ha detto Immortal?), mentre "Ætti sitt fjedl" presenta un break centrale rallentato e atmosferico semplicemente entusiasmante.
Ma non lascia un attimo di respiro questo "Sòlverv" una perla di oscurità e di atmosfere che prosegue con " Når byane brenn" che si dipana tra blast-beats ed improvvisi rallentamenti fino a concludersi con i nove minuti dell'altrettanto spettacolare "Fridom med daudens lang".
Insomma, per tutti gli amanti del caro vecchio ed oscuro black metal "Sòlverv" è indubbiamente un ascolto imprescindibile. Un vero e proprio must che si candida per il sottoscritto, tranquillamente tra i primi cinque album migliori dell'anno. Una maniera speciale per continuare a dare lustro alla carriera di musicisti di altissimo livello, che portano avanti con coerenza e coesione un progetto che sembra non subire per nulla gli effetti del tempo, per quanto le ultime uscite mi avevano comunque fatto alquanto storcere il naso.
Track-list:
01. Haust
02. Sòlverv
03. Geitaskadl
04. Ætti sitt fjedl
05. Når byane brenn
06. Storm frå vest
07. Fridom med daudens lang
(Full-Lenght, Indie Recording, Ottobre 2015)
Voto: 8/10
Genere: Black Metal
Line-up: Sture Dingsoyr (voce, chitarra), Strom (chitarra), Hvàll (basso), Steingrim (batteria)
Settimo lavoro in studio per gli ex-Windir. "Sòlverv" rappresenta il nuovo capitolo di una band che rinverdisce ancora i fasti del "true norwegian black metal" adeguandolo al passo con gli anni e riscattandosi dalle ultime fiacche produzioni.
Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare dei compianti Windir, band attiva fino agli albori del nuovo millennio da sempre caratterizzatasi per un black metal per quanto puro comunque permeato da evidenti e chiare matrici folk/viking.
Ne è passata di acqua sotto i ponti dal debutto discografico della band di Sogndal, Norvegia dell'est, e con la dipartita dell'allora factotum Valdar (deceduto nel 2004) terminava, solo in parte, la carriera dei nostri.
Dalle ceneri della band norvegese nacquero per l'appunto i qui presenti Vreid la cui line-up è rimasta stabile con l'uscita del solo tastierista Righ e l'inizio della nuova carriera di una band che si può tranquillamente definire una re-incarnazione di quelli che furono i vecchi Windir.
Caratteristica principale della band di Sture e soci da sempre è stata rappresentata dalla proposizione degli stilemi più classici del black metal puramente norvegese con l'aggiunta di svariate influenze album dopo album e più in generale la volontà degli stessi di esplorare comunque nuove frontiere pur rimanendo ancorati alla tradizione.
"Sòlverv" in tal senso è il lampante esempio di come nel 2015 si possa ancora proporre un genere, per molti morto e sepolto, nella miglior maniera possibile.
Partiamo subito dal presupposto che della matrice folk dei Windir nell'album in questione è rimasto poco o nulla, così come i pastrocchi black n'roll di un passato recente sembrano finalmente scomparsi.
Il lavoro in questione potremmo semplicemente definirlo così: un'oscuro e maledettamente malefico black metal, che fa dell'epicità il suo innegabile punto di forza. Il risultato è un album magniloquente, che ci catapulta alla perfezione in quelle che sono le atmosfere del genere, a cavallo tra il sound di Enslaved, Immortal e quello dei più attuali Taake, senza limitarsi a fare il compitino ed anzi creando una serie di composizioni tanto semplici quanto sfarzose, il più delle volte giocati su fieri mid-tempos.
E' il caso questo dell'opener "Haust" in cui è proprio l'epicità del riffing e l'inserimento di un break centrale da briviDI a farla da padrone ed a preparare le danze per quello che considero il miglior pezzo del lotto quella title-track che parte con una sezione ritmica forsennata ed il solito epico riffing che scandisce i ritmi di un pezzo da ascoltare in cuffia, al buio e ad occhi chiusi, per carpirne al meglio le sensazioni e venire trasportati quasi nel mezzo della incontaminata natura norvegese tipica di Songdal e dintorni...venire trasportati dalle sensazioni di un brano...merce molto rara soprattutto di questi tempi!
Ma il nostro viaggio nella musica dei Vreid non può certo interrompersi alla title-track per quanto perfetta nel suo incedere: con la successiva "Geitasklad" entriamo in territori più affini al black metal maggiormente oltranzista (qualcuno ha detto Immortal?), mentre "Ætti sitt fjedl" presenta un break centrale rallentato e atmosferico semplicemente entusiasmante.
Ma non lascia un attimo di respiro questo "Sòlverv" una perla di oscurità e di atmosfere che prosegue con " Når byane brenn" che si dipana tra blast-beats ed improvvisi rallentamenti fino a concludersi con i nove minuti dell'altrettanto spettacolare "Fridom med daudens lang".
Insomma, per tutti gli amanti del caro vecchio ed oscuro black metal "Sòlverv" è indubbiamente un ascolto imprescindibile. Un vero e proprio must che si candida per il sottoscritto, tranquillamente tra i primi cinque album migliori dell'anno. Una maniera speciale per continuare a dare lustro alla carriera di musicisti di altissimo livello, che portano avanti con coerenza e coesione un progetto che sembra non subire per nulla gli effetti del tempo, per quanto le ultime uscite mi avevano comunque fatto alquanto storcere il naso.
Track-list:
01. Haust
02. Sòlverv
03. Geitaskadl
04. Ætti sitt fjedl
05. Når byane brenn
06. Storm frå vest
07. Fridom med daudens lang
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