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OUROBOROS - "Emanations"

OUROBOROS - "Emanations"
(Full-lenght, Autoproduzione, Ottobre 2015)

Voto: 6,5/10

Genere: Symphonic Death Metal

Line-up: Evgeny Linnik (voce), Chris Jones (chitarra), Michael Conti (basso, voce), David Horgan (batteria)


Arrivano da Sydney questi Ouroboros giovane combo  che, con il qui presente album (il secondo della discografia), danno vita alla propria prima svolta stilistica cimentandosi in un death metal con chiare riminiscenze thrash e massicce dosi sinfoniche.
Parlavamo di svolta per l'appunto... la band, meglio nota in ambito locale con il monicker Dred (allora attiva dal lontano 2001) dopo essersi cimentata con l'esordio discografico nel 2011 torna in auge presentandoci un genere totalmente (o quasi) stravolto rispetto alla precedente uscita.

Senza che si siano verificati stravolgimenti nella line-up infatti, gli australiani basavano le proprie coordinate stilistiche su un thrash/death tecnico che, pur non facendo gridare al miracolo, si lasciava comunque ascoltare malgrado una certa ingenuità di fondo.

Cosa è rimasto oggi di quel sound? Praticamente poco o nulla...i passaggi chitarristici sono stati ad evidenza semplificati così come la sezione ritmica pare quasi "soffocata" da pesanti inserimenti sinfonici maggiormente tipici di una band black o comunque incastonati in maniera non troppo perfetta all'interno di un sound che se non altro si è fatto più corposo e "pieno" rispetto a quello scarno del passato recente dei nostri.

Un bene o un male? Sta sicuramente all'ascoltatore decidere di certo gli Ouroboros, ingenuità a parte, lasciano intravedere qua e là comunque la presenza di elementi interessanti su cui lavorare per il futuro, in particolar modo nella seconda parte di questo Emanations in cui sono condensati i capitoli migliori, guarda caso quando gli australiani mollano la presa sull'aspetto sinfonico e si concentrano più sull'impatto e sui passaggi strumentali.

Per quanto l'opener Scion riesca infatti a mantenersi su buoni livelli attraverso un sound tutt'altro che scontato e le dosi atmosferiche presenti in maniera meno invasiva, sono le successive The Sleep of Reason e Horizons che, unitamente alla title-track, rendono piuttosto pesante l'ascolto.

Di tutt'altra pasta, come già detto, il resto del lavoro: Submission è cattiva e cruda, giocata su un impatto thrash/death piuttosto classico ed un incedere inquietante; in Catholicon rifanno di nuovo invece capolino le strumentazioni sinfoniche in questo caso tuttavia inserite alla perfezione e incastonate alla perfezione all'interno della forma canzone.

Altro punto di forza del lavoro sono le vocals giocate sul growling profondo di Evgeny Linnik sferzate qua e la dallo screaming in background del bassista Michael Conti.

Una sorta di "alba discografica" insomma che non ci sentiamo di stroncare, specie perchè un cambio così repentino di stile tra un album ed un altro potrebbe dare una diversa consapevolezza per il futuro e spingere la band a seguire la giusta inflessione da imprimere al proprio sound.

Nel frattempo un'ascoltata questo Emanations non può che meritarla.

Track-list:

01. Scion
02. The Sleep of Reason
03. Horizons
04. Emanations
05. Submission
06. Catholicon
07. Beneath Heaven's Waves
08. Amaranthine
09. The Amber Light


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