Iron Void - "Doomsday"
(Full-lenght, Doomanoid Records, 2015)
Voto: 7/10
Genere: Doom
Line-up: Steve Wilson (chitarra, voce), Jonathan Seale (basso, voce), Damien Park (batteria)
Arrivano dall'Inghilterra, per la precisione da Huddersfield, questi Iron Void interessante terzetto dedito ad un doom metal piuttosto classico dalle tinte plumbee e genuinamente "sabbathiane".
La band capitanata dal bassista Joathan Seale giunge con il qui presente Doomsday alla pubblicazione del secondo full-lenght a distanza precisa di un anno rispetto al predecessore omonimo che aveva lanciato una band dal passato piuttosto travagliato: nati originariamente nel 1998 i britannici si erano infatti sciolti nel 2000 senza lasciare alcuna testimonianza discografica e riformati solo nel 2008 per volere dello stesso Seale con una line-up completamente stravolta rispetto agli esordi.
E se il precedente lavoro in studio poteva sembrare piuttosto acerbo, il qui presente Doomsday ci mostra un combo tirato a lucido che riesce anche ad essere piuttosto personale malgrado il genere di per sè non si presti sicuramente a chissà quali sperimentazioni di sorta.
Il lavoro, dalla durata piuttosto importante nei suoi 58 minuti (troppi), si dipana tra pezzi ispirati ed altri un pò meno che riescono comunque a confezionare un prodotto che sa farsi ascoltare più che degnamente.
Di certo gli Iron Void si mostrano più a proprio agio nei pezzi maggiormente ritmati rispetto a quelli più cadenzati; l'opener che da il titolo all'album infatti, per quanto ben composta e azzeccata nella sua progressione non mostra certo il lato migliore della band che nel ripetere il riff portante non trova quel salto di qualità che si dovrebbe.
Considerazioni opposte invece vengono alla mente nei brani più "heavy" e veloci; qualche esempio? La splendida "Devil's Daughter" potenziale singolone in cui riecheggia, inconfodibile, l'evidente eco dei Pentagram o ancora in pezzi più 'sporchi' come "The Gates of Hell" in cui è l'heavy metal più classico a farla da padrone.
Filo comune di tutti i brani qui presenti è sempre, comune denominatore di ogni album del genere, quel mood tipicamente settantiano che pervade le note del lavoro insieme ad un amore per atmosfere epiche che si evice invece nei pezzi più cadenzati.
"Path to Self Destruction", "Colosseum" e "King of Utopia" sono altri capitoli degni di menzione da parte di una band che sa farsi rispettare e che sicuramente saprà farsi ancora sentire in futuro. Nel frattempo un lavoro sicuramene consigliato agli amanti delle sonorità più plumbee.
Track-list:
01. Doomsday
02. Path to Self Destruction
03. The Devil's Daughter
04. Lost Faith
05. Gates of Hell
06. Eye for an Eye
07. The Answer Unknown
08. Colosseum
09. Fire Nerve
10. King of Utopia
11. Upon the Mountain
(Full-lenght, Doomanoid Records, 2015)
Voto: 7/10
Genere: Doom
Line-up: Steve Wilson (chitarra, voce), Jonathan Seale (basso, voce), Damien Park (batteria)
Arrivano dall'Inghilterra, per la precisione da Huddersfield, questi Iron Void interessante terzetto dedito ad un doom metal piuttosto classico dalle tinte plumbee e genuinamente "sabbathiane".
La band capitanata dal bassista Joathan Seale giunge con il qui presente Doomsday alla pubblicazione del secondo full-lenght a distanza precisa di un anno rispetto al predecessore omonimo che aveva lanciato una band dal passato piuttosto travagliato: nati originariamente nel 1998 i britannici si erano infatti sciolti nel 2000 senza lasciare alcuna testimonianza discografica e riformati solo nel 2008 per volere dello stesso Seale con una line-up completamente stravolta rispetto agli esordi.
E se il precedente lavoro in studio poteva sembrare piuttosto acerbo, il qui presente Doomsday ci mostra un combo tirato a lucido che riesce anche ad essere piuttosto personale malgrado il genere di per sè non si presti sicuramente a chissà quali sperimentazioni di sorta.
Il lavoro, dalla durata piuttosto importante nei suoi 58 minuti (troppi), si dipana tra pezzi ispirati ed altri un pò meno che riescono comunque a confezionare un prodotto che sa farsi ascoltare più che degnamente.
Di certo gli Iron Void si mostrano più a proprio agio nei pezzi maggiormente ritmati rispetto a quelli più cadenzati; l'opener che da il titolo all'album infatti, per quanto ben composta e azzeccata nella sua progressione non mostra certo il lato migliore della band che nel ripetere il riff portante non trova quel salto di qualità che si dovrebbe.
Considerazioni opposte invece vengono alla mente nei brani più "heavy" e veloci; qualche esempio? La splendida "Devil's Daughter" potenziale singolone in cui riecheggia, inconfodibile, l'evidente eco dei Pentagram o ancora in pezzi più 'sporchi' come "The Gates of Hell" in cui è l'heavy metal più classico a farla da padrone.
Filo comune di tutti i brani qui presenti è sempre, comune denominatore di ogni album del genere, quel mood tipicamente settantiano che pervade le note del lavoro insieme ad un amore per atmosfere epiche che si evice invece nei pezzi più cadenzati.
"Path to Self Destruction", "Colosseum" e "King of Utopia" sono altri capitoli degni di menzione da parte di una band che sa farsi rispettare e che sicuramente saprà farsi ancora sentire in futuro. Nel frattempo un lavoro sicuramene consigliato agli amanti delle sonorità più plumbee.
Track-list:
01. Doomsday
02. Path to Self Destruction
03. The Devil's Daughter
04. Lost Faith
05. Gates of Hell
06. Eye for an Eye
07. The Answer Unknown
08. Colosseum
09. Fire Nerve
10. King of Utopia
11. Upon the Mountain
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