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MAGISTER TEMPLI - "Into Duat"

MAGISTER TEMPLI - "Into Duat"
(Full-lenght, Cruz del Sur Music, Ottobre 2015)

Voto: 6/10

Genere: Heavy/Doom Metal

Line-up: Abraxas d'Rukus (voce), Baphomet (chitarra), Patriark (chitarra), Akoman (basso), Grimmdum (batteria)  


Secondo album in studio per i norvegesi Magister Templi che ci propongono un album di sano ed incontaminato heavy metal dalle forti tinte doom decisamente debitore di acts quali Mercyful Fate (come rinvenibile del resto dai caratteri della copertina) e Candlemass.

In particolare sembra essere la band di King Diamond la maggiore musa ispiratrice del quintetto nordico, tanto che in alcuni casi i riff sembrano quasi estratti dai primi due seminali lavori della band danese.

Sfruttando anche un'epicità di fondo (e qui che rientrano anche i rimandi ai Candlemass) specie nel cantanto, "Into Duat" tende in fin dei conti a risultare forse troppo prolisso malgrado la breve durata ed ingabbiato nella ricerca di soluzioni che suonino tipicamente "vintage" a partire dall'approccio strumentale fino ad arrivare alla produzione stessa. Nulla di male, per carità, e sicuramente non dispiacerà agli amanti di certe sonorità, ma alla lunga sembrano essere le idee a latitare.

L'opener "Creation" è forse il pezzo più vicino, per sonorità, ai già citati Candlemass in particolar modo per un approccio chitarristico più pomposo e meno minimale, con un bel passaggio centrale fatto di riff dilatati ed una successiva cavalcata chitarristica estremamente evocativa.

Per il resto il lavoro procede sui binari di un heavy metal pù classico con "Osiris" in cui fa capolino anche un chorus più sguaiato, ma soprattutto è permeato dalla già citata aura dei Mercyful, come testimoniato da pezzi quali "Slaying Apophis" ma soprattutto in "Anubis" (in assoluto il miglior pezzo del lotto) il cui riffing sembra tirato fuori direttamente dallo storico "Melissa".

In definitiva stiamo parlando di un onesto album di metal classico, che non potrà non piacere agli amanti di certe sonorità, specie quelle più oscure, ma che probabilmente dopo un paio di ascolti tende già a finire nel dimenticatoio.

Track-list:

01. Creation
02. The Lord of the Morning
03. Osiris
04. Horus the Avenger
05. Anubis
06. Sobek
07. Slaying Apophis
08. Destruction



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