Passa ai contenuti principali

BLOODRED HOURGLASS - "Where The Oceans Burn"

BLOODRED HOURGLASS - "Where The Oceans Burn"
(Full-lenght, OneManArmy Records, Ottobre 2015)

Voto: 8/10

Genere: Melodic Death/Thrash

Line-up: Jarkko Koukonen (voce), Lauri Silvonen (chitarra), Antti Neonen (chitarra), Jose Moilanen (basso),  Jarkko Hyvönen (batteria)

Dalla terra dei laghi arrivano questi Bloodred Hourglass giunti al secondo parto discografico con "Where the Oceans Burn" autori di una proposta scontata??? solo 'sulla carta'. Vediamo perchè...

Guardi la copertina, leggi il monicker, poi la presentazione della band: "thrash/death". Subito non può che balenarti alla mente la solita affermazione: ok, il solito gruppo scandinavo, il solito minestrone, la solita solfa. Risposta: ma anche no!

Dopo l'esordio discografico di tre anni fa in cui una band ancora un pò acerba dava alle stampe un prodotto piuttosto standardizzato con svariati ed evidenti sconfinamenti nel metalcore tanto in voga, oggi il quintetto finnico si presenta in veste quasi completamente rinnovata e con un sound evidentemente influenzato dal background delle new-entries in seno alla band, che ha sostituito entrambi i chitarristi, con l'ingresso alle asce di Lauri Silvonen (ritmica) e Antti Neonen (solista) il cui tocco maggiormente dedito al death melodico più puro, quello di classica matrice svedese, si fa sentire.

Ma è soprattutto a livello compositivo che i BH hanno fatto il salto di qualità definitivo: nel bel mezzo di un thrash/death dal groove e dalla potenza trascinante, i nostri hanno inserito elementi ben più eterogenei che pescano a piene mani dal background musicale di musicisti ad evidenza cresciuti a "pane e Amorphis" specie per l'incedere a tratti 'malinconico' tipico dei break di brani che hanno l'ulteriore insolita (per il genere) caratteristica di seguire un minutaggio piuttosto massiccio, basti solo pensare in tal senso che l'opener "The Greatest Time of Change" e la conclusiva "Memento Mori" sfondano i dieci minuti di durata.

Due brani che richiamano alla mente tanto il sound più classico fatto di ripartenze avvolgenti e del serrato screaming dell'ottimo Koukunen tanto quanto i già citati break con una chitarra solista che non sfigurerebbe in un album degli Swallow the Sun ed aperture tastieristiche sporadiche ma ben riuscite.

Ed è proprio il pezzo iniziale che rappresenta subito la novità nel sound dei finlandesi, brano lungo e articolato che mischia saggiamente la potenza con un appeal avvolgente e dal sapore quasi "autunnale", trascinandosi poi nella cavalcata successiva, quella "Valkyrie" epica a tratti come facilmente intuibile anche dal titolo.

Ma non si esaurisce certo qui la proposta musicale dei Bloodred Hourglass. Abbiamo parlato di thrash/death all'inizio della recensione ed indubbiamente questo si trova all'interno di "Where The Oceans Burn" dove non mancano le classiche mazzate che ricalcano appieno gli stilemi del genere più duro e puro quali "Mortal Paradigm" e soprattutto il singolone (sotto trovate il video) "Where the Sinners Crawl" questa sì più ispirata da In Flames (quelli veri), Soilwork, Darkane e compagnia varia.

Avevamo già citato poi la conclusiva "Memento Mori" che nei dieci minuti di durata attraversa una progressione che porta a scrutare da vicino tutte le mille sfaccettature ed influenze della band ed in cui fa capolino anche un certo retrogusto che sa in qualche maniera di vecchi-Children of Bodom...tanto per non tradire la provenienza!

Track-list:

01. The Greatest Time of Change
02. Valkyrie
03. Mortal Paragidm
04. There Will Be Blood
05. Where the Sinners Crawl
06. Oceans on Fire
07. Bastard's Seed
08. Ethereal
09. Perdition
10. Memento Mori










Commenti

Post popolari in questo blog

PANDEMONIUM CARNIVAL "Pandemonium Carnival II" (Recensione)

Full-length, Ghost Record Label (2024) I Pandemonium Carnival hanno deciso di riportare in auge un genere musicale in stile anni '80/'90 che si rifà al classico Punk Rock "Horror" sulla scia dei Misfits, per citarne una . Non vanno troppo per il sottile e neanche si preoccupano di essere "copioni", perchè grazie al loro modo di proporre musica sciorinano una speciale formula diretta e sagace.  Tutto questo è riconducibile al loro nuovo album chiamato semplicemente "Pandemonium Carnival II". Un punk rock robusto, creativo e snello che scivola via come l'olio, dove sono presenti passi fondamentali, che determinano quei gradi di originalità sufficienti a non farli accostare troppo a figure già note sulla scena. In questo ascolto è presente una certa “carnalità” di fondo che passa con fare solido e deciso sopra una tracklist ben studiata, sempre propensa nel conferire piacevoli scossoni.  "Pandemonium Carnival II", è un disco caparbio, ch

ARTIFICIAL HEAVEN "Digital Dreams" (Recensione)

Full-length, My Kingdom Music (2024) Alcune note biografiche per presentare questa band al suo esordio: " Band romana, formatasi a fine ottobre 2021 dalle ceneri di Witches Of Doom e altri progetti, Gli ARTIFICIAL HEAVEN hanno creato un mix diversificato di Gothic -rock dal sapore epico che mostra in pieno le influenze di grandi artisti degli anni Ottanta, tra cui The Cult, Bauhaus, Sisters of Mercy, Fields of the Nephilim, Killing Joke e Iggy Pop. "Digital Dreams" è un concentrato di gothic rock e post-punk con vibrazioni arricchite dalla collaborazione di ospiti illustri tra cui Francesco Sosto e Riccardo Studer. Sebbene non sia un vero concept album, alcuni dei testi di "Digital Dreams" sono legati tra loro da un chiaro comune filo conduttore ovvero l'accelerazione della rivoluzione digitale e dei suoi effetti sulla vita di tutti noi. Registrato agli Outer Sound Studios con il produttore Giuseppe Orlando, è disponibile in un'edizione deluxe la cui co

NITRITONO "Cecità" (Recensione)

Full-length, My Kingdom Music (2024) Due album pubblicati e uno split coi Ruggine, i Nitritono con questo “Cecità” esplorano l'ambiziosa prova del concept album, che in questo caso si basa sull’omonimo romanzo dello scrittore portoghese Josè Saramago, che racconta il tema dell’indifferenza nella società moderna. Il suono esce fuori è fragoroso e davvero imponente e le urla strozzate di Siro Giri, anche chitarrista, colpiscono duro l'ascoltatore sin dal primo brano in scaletta, l'ottimo "A Denti Stretti (pt. 1)" che presagisce poi un album torbido e inquieto, che chiama in causa sia i primordi del genere post metal di band come Neurosis, ma che si concentra sul presente a conti fatti, non andando a copiare nessuno in particolare. Gli arpeggi di chitarra, le dissonanze, le esplosioni di rabbia incontenibile riportano a scenari cupi dell'umanità, ben rappresentati dal concept scelto. Ci sono anche vaghi rimandi allo stoner particolare e sfaccettato di band come i