THE VISION BLEAK - "The Unknown"
(Full-lenght, Prophecy Productions, Giugno 2016)
Voto: 8/10
Genere: Gothic Metal
Line-up: Konstanz (voce, batteria, tastiere), Schwadorf (voce, chitarra, basso, tastiere)
(Full-lenght, Prophecy Productions, Giugno 2016)
Voto: 8/10
Genere: Gothic Metal
Line-up: Konstanz (voce, batteria, tastiere), Schwadorf (voce, chitarra, basso, tastiere)
Correva il febbraio 2004 quando un bizzarro e grandguignolesco duo teutonico irrompeva sul mercato con il fortunatissimo "The Deathship Has a New Captain". Un sound fresco, senza per questo risultare nuovo, ma dall'inconfondibile marchio gotico/decadente capace di mischiare tanto un classico sentore volutamente wave quanto atmosfere più aggressive.
Da quello che, a detta di molti, va annoverato tra i capolavori degli ultimi anni sono poi partoriti con una certa costanza altri quattro lavori capaci di esplorare in tutte le sfaccettature l'universo musicale del combo bavarese, sempre legato al classico sound affascinante e decadente da sempre marchio di fabbrica accompagnato da rimandi in grado di sfociare in alcune occasioni anche nel metal più estremo.
"The Unknown" rappresenta dunque il sesto full dei The Vision Bleak che nell'occasione si dimostrano capaci di mixare sia un sound legato maggiormente alle origini della band che l'ultimo corso intrapreso con il precedente "Witching Hour" album che faceva della atmosfere inquietanti ed orrorifiche il comune denominatore delle composizioni tutte.
Non avevo dubbi pertanto sul fatto che i The Vision Bleak riuscissero a sfornare un album degno di tal nome ed il qui presente "The Unknown" non fa che confermare questo presagio.
Incentrato sul concept di base della "paura dell'incognito", l'album scivola via che è una bellezza tra composizioni dal minutaggio non troppo elevato ma capaci di addentrarsi nell'animo più recondito dei musicisti bavaresi costruendo ogni composizione come un susseguirsi di emozioni e di atmosfere che rendono eccellente ogni singolo di minuto di ciascun brano.
Sono le atmosfere orrorifiche e l'inquietudine generale a farla da padrone a partire già dalla intro "Spirits of the Dead" che ci porta in scia delle note dell'opener "From Wolf to Peackock" in cui è una sezione ritmica sostenuta ad aprire le danze ad un riff melodico ma grave in un quadro inquieto e magniloquente arricchito da inserti tastieristici ben riusciti che fanno la loro parte, ma sono soprattutto le aperture melodiche che riprendono il tema portante dell'attacco che mettono i brividi.
"The Kindred of Sunset" ricalca invece le soluzioni più comuni al già citato album d'esordio, in cui le atmosfere "orrorifiche" vengono esorcizzate da un approccio più rock 'n' roll, una sorta di Misfits riletti in chiave gotica.
"Into the Unknown" scelta invece dalla band come singolo, risulta un pezzo più "epico" e disteso, tanto nelle ritmiche quanto nel suo incedere solenne caratterizzato poi da un refrain di sicura presa che contiene al suo interno l'essenza del sound dei The Vision Bleak una band inserita con troppa faciloneria nel calderone del gothic metal propriamente detto ma che invece convoglia al suo interno più essenze di un sound oscuro che svaria tra bordate doom ad altre ben più estreme.
L'oscurità doomeggiante della splendida "The Wine of the Cemetery Hound" è un altro esempio della poliedricità degli artisti tedeschi in cui fa la sua ricomparsa, limitata solo ad alcuni tratti del brano, un growling che non sfigura affatto a testimonianza delle già citate influenze più estreme come il black metal elementi indubbiamente presenti nel background della band.
C'è spazio anche per un affascinante e rilassante intermezzo acustico ("Who May Oppose Me?) che ci introduce alla parte finale del lavoro dove i The Vision Bleak sembrano voler osare di più con la solenne e drammatica "The Fragrancy of Soil Unearthed" in cui vengono mischiate maggiormente le carte ed innestate in maniera più evidente e decisa le influenze estreme già descritte.
In sintesi stiamo parlando del classico album dei The Vision Bleak nè più nè meno. Una band capace sempre di stupire, di non snaturarsi e di saper guardare avanti.
Track-list:
01. Spirits of the Dead
02. From Wolf to Peacock
03. The Kindred of the Sunset
04. Into the Unknown
05. Ancient Heart
06. The Wine of the Cemetery Hound
07. How Deep Lies Tartaros?
08. Who May Oppose Me?
09. The Fragrancy of Soil Unearthed
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