GOJIRA - "Magma"
(Full-lenght, Roadrunner Records, Luglio 2016)
Voto: 6,5/10
Genere: Progressive Death/Post Metal
Line-up: Joe Duplantier (voce, chitarra), Christian Andreu (chitarra), Jean-Michel Labadie (basso), Mario Duplantier (batteria)
(Full-lenght, Roadrunner Records, Luglio 2016)
Voto: 6,5/10
Genere: Progressive Death/Post Metal
Line-up: Joe Duplantier (voce, chitarra), Christian Andreu (chitarra), Jean-Michel Labadie (basso), Mario Duplantier (batteria)
Approcciarsi ad un album dei Gojira si sa, non è mai impresa facile. I francesi rappresentano la classica band d'elite nel panorama metal attuale forti di non molti ma spettacolari lavori in grado di portare una ventata fresca all'interno di un panorama musicale stantìo che nei primi duemila vedeva primeggiare una miriade di gruppi della cosiddetta new-school il più delle volte sopravvalutatissimi.
"Terra Incognita" (2001) rappresentava per il sottoscritto un'interessante novità, difficile da cogliere per un giovane metallaro che a diciassette anni era abituato solo all'ordinario, ma forse l'età ideale per togliersi i paraocchi ed iniziare ad esplorare qualcosa di nuovo, ed in tal senso mi permise di avvicinarmi al vero capolavoro della band di Bayonne, quel "From Mars to Sirius" del 2005 che rappresentò la mia personale folgorazione.
Da allora i francesi ci hanno abituato a sparute uscite discografiche appena due a cavallo di dieci anni e giunti solo ad oggi alla pubblicazione del qui presente "Magma" dopo quattro anni di silenzio discografico.
Leggere ed interpretare le emozioni provate all'ascolto è impresa davvero difficile: perchè metti il disco nel lettore ed ascolti un piccolo grande capolavoro del calibro di "Shooting Star" per accorgerti che qualcosa di diverso c'è, che il pezzo è notevole, che lo stile vira evidentemente altrove abbracciando elementi prima solo appena citati ed oggi palesi e ti assale il primo dubbio: meglio oggi o meglio prima? O forse due punti di vista che riportano alle stesse sensazioni? Un pezzo dilatato, visionario, massiccio e corposo nel suo incedere nervoso ed a tratti allucinante in cui la voce ritmata e filtrata di Duplantier la fa da padrone. Ti aspetti il pezzo dilatato e lungo tipico dei francesi ma non è così, in cinque minuti i Gojira liquidano il tutto.
L'adrenalina sale e le note della successiva "Silvera" rompono il silenzio. Il pezzo si caratterizza per riverberi chitarristici solo in parte accomunabili al precedente lavoro, inglobando elementi più estremi nelle vocals che riportano più ai predecessori, ma paradossalmente i Gojira sembrano qui trovarsi meno a proprio agio, nel loro habitat naturale, non riuscendo peraltro ad incidere negli appena tre minuti (e qui iniziano a intuirsi le novità) di durata.
La seguente "The Cell" rappresenta ormai la prova provata dei nuovi Gojira: struttura dei brani decisamente più scarna, abbondanza di pezzi "usa e getta" ed un occhio breve ma fugace al passato. Bene, se con "Shooting Star" i francesi ci erano pienamente dentro, con "The Cell" iniziano a mostrare i primi segni, non tanto di cedimento, ma quanto di vero e proprio cambio di pelle.
"Stranded" scelto come primo singolo è la definitiva conferma per una band che non rinuncia ai passaggi chitarristici intricati, allo stridere chitarristico, a quell'aura estrema sempre ben presente a memoria, ma che oggi viene riletta in una differente ottica giusta o sbagliata che sia, che poi il giusto e lo sbagliato quando si tratta di un album non esistono.
La sintesi della prima parte del lavoro è così presto chiara e si estrinsecherà del resto anche nel completarsi del lotto: brani semplici, concisi, dal minutaggio ridotto, che suonano sempre tanto Gojira ma che forse in fin dei conti tra le loro pieghe mostrano una certa insofferenza o comunque un voler necessariamente uscire dalle righe forse non ancora completamente metabolizzato dalla band.
Certo non mancano i pezzi ben degni: inutile citare nuovamente "Shooting Star" (a parere del sottoscritto la migliore song dell'album), perchè per il resto ci sono le oscurissime "Magma" (in cui lo stridere chitarristico prende il sopravvento) e "Low Lands" altro pezzone non da poco; in entrambi i casi tuttavia sforiamo i sei minuti che, pur non rappresentando un minutaggio lunghissimo, caratterizzano tuttavia i due pezzi più lunghi ed articolati dell'intero lotto.
Ed è proprio per questo che siamo punto e a capo: se la stragrande maggoranza dei pezzi ha una struttura semplice e chiara, possibile che poi si rimane colpiti da quelli almeno ipoteticamente più vicini ai Gojira di sempre? Difficile da stabilire, di sicuro nel complesso "Magma" rappresenta per il sottoscritto il lavoro meno riuscito nella discografia dei francesi, che poi meno riuscito non significa affatto brutto o trascurabile, anzi.
Probabilmente i francesi stanno attraversando la classica fase di mezzo, speriamo solo ora di non dover attendere più di un paio di anni per ottenere la riprova e, magari perchè no, un nuovo lavoro che sappia bilanciare vecchi e nuovi Gojira, sempre che poi questi siano i nuovi a tutti gli effetti.
Track-list:
01. Shooting Star
02. Silvera
03. The Cell
04. Stranded
05. Yellow Stone
06. Magma
07. Pray
08. Only Pain
09. Low Lands
10. Liberation
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