LACRIMAS PROFUNDERE - "Hope is Here"
(Full-lenght, Oblivion, Agosto 2016)
Voto: 6/10
Genere: Gothic Rock
Line-up: Oliver Nikolas Schmid (chitarra), Tony Berger (chitarra), Rob Vitacca (voce), Clemens Schepperle (basso), Christop Schepperle (batteria)
(Full-lenght, Oblivion, Agosto 2016)
Voto: 6/10
Genere: Gothic Rock
Line-up: Oliver Nikolas Schmid (chitarra), Tony Berger (chitarra), Rob Vitacca (voce), Clemens Schepperle (basso), Christop Schepperle (batteria)
Precursori di un certo modo di produrre doom/death nei primi anni '90 i Lacrimas Profundere, tedeschi, hanno per certi versi tenuto testa alla scena inglese imperante in quei periodi producendo lavori ricchi di fascino, ponendosi affianco a bands quali My Dying Bride con i quali hanno condiviso in particolar modo quel sound "decadente" ed affascinante accopagnato da uso ed abuso di violini.
Col passare degli anni, così come anche con le continue variazioni in line-up che hanno caratterizzato l'attività artistica del combo bavarese, è cambiato anche il genere.
Niente più growling, niente più pezzi pesanti e più in generale uno snellimento della forma canzone che ha portato ad oggi al permanere di un unico membro della line-up originale, Oliver Nikolas Schmid vera anima e cuore pulsante di una band che continua imperterrita la propria prolifica attività artistica arrivando con il qui presente "Hope is Here" alla pubblicazione dell'undicesimo album in studio.
La strada musicale percorsa è pertanto quella già tracciata dall'avvento di Petracca dietro il microfono (2007) basato com'è su un concetto di gothic rock particolarmente classico, con qualche venatura dark che può riportare alla mente gli Anathema periodo "Alternative Four" che si trascina via in quarantacinque minuti senza infamia e senza lode, in cui i Lacrimas Profundere non hanno certo bisogno di effetti speciali od orpelli particolari per esprimere al meglio il proprio concetto musicale.
Quarantacinque minuti che si dipanano tra pezzi intimistici con forti inserti acustici e ricchi di pathos, alternati a pezzi più tirati che sconfinano nel gothic metal più classico.
I pezzi sono tutti in generale piuttosto diretti e dal tratto semplice, ad eccezione dell'opener "The Worship of Counting Down" che si trascina oltre i sei minuti guardandosi tuttavia bene dal variare ritmi o soluzioni vertiginose.
Per il resto i brani sono piuttosto semplici e lineari, come la concisa ma affascinante title-track che rappresenta uno dei pezzi più interessanti del lotto, e più in generale brani dal sapore oscuro e malinconico come "Pageant", "You My North" o l'acustica "Black Moon" alternati a sferragliate elettriche di buon impatto come "My Halo Ground" o "A Million Miles" in cui i tedeschi non nascondono le loro inflessioni alternative.
Un album tutto sommato sufficiente, sicuramente consigliato ai fans degli ultimi anni del combo teutonico e più in generale del classico sound gothic rock.
Track-list:
01. The Worship of Counting Down
02. My Halo Ground
03. Hope is Here
04. Aramis
05. A Million Miles
06. No Man's Land
07. Pageant
08. You, My North
09. Awake
10. The Path of Broken Homes
11. Timbre
12. Black Moon
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