TARJA - "The Shadow Self"
(Full-lenght, earMUSIC, Agosto 2016)
Voto: 5,5/10
Genere: Gothic Metal
Line-up: Tarja Turunen (voce, tastiere, piano), Doug Wimbish (basso), Max Lilja (violoncello), Christian Kretschmar (tastiere), Mike Terrana (batteria), Alex Scholpp (chitarre)
(Full-lenght, earMUSIC, Agosto 2016)
Voto: 5,5/10
Genere: Gothic Metal
Line-up: Tarja Turunen (voce, tastiere, piano), Doug Wimbish (basso), Max Lilja (violoncello), Christian Kretschmar (tastiere), Mike Terrana (batteria), Alex Scholpp (chitarre)
La ritrovata verna artistica di Tarja prosegue con "The Shadow Self" sequel del precedente "Brightest Void" pubblicato appena un mese prima.
A dire il vero sarebbe bastato pubblicare un unico album tra i due predetti e raccogliere i brani migliori, visto che il qui presente "The Shadow Self" pare rappresentare un evidente passo indietro, o comunque un album meno ispirato.
Sarà probabilmente la durata decisamente più cospicua rispetto al predecessore, fatto sta che l'album in questione presenta qualche momento decisamente convincente alternato a cadute di stile evidenti che alla lunga rendono noioso e prevedebile il lavoro.
Sono presenti versione alternative di "Eagle Eye" e del singolone "No Bitter End" pezzi che avevano fatto la fortuna di "Brightest Void", per il resto però sono pochi i pezzi che si salvano dal calderone del piattume pagando oltremodo l'evidente mancanza di freschezza nel songwriting e nella struttura dei brani.
Buone le atmosfere di "Innocence" scandite dai soliti vocalizzi di Tarja che in quest'occasione tornano in primo piano rispetto a molti tratti del precedente in cui maggior enfasi era posta sulla forma canzone. In questo caso il pezzo ricalca in parte la strada già tracciata dalla dotata singer con i Nightwish ma viene arricchita da quel tocco d'autore segnato soprattutto dagli inserti di piano scritti ed eseguiti da Tarja stessa.
Sulla stessa lunghezza d'onda viaggia "Love to Hate" in cui la cantante finlandese non nasconde, come già fatto in passato, un certo appeal per l'alternative e più in generale i suoni moderni e potenti non direttamente accomunabili al sound della sua band madre.
Azzeccata anche la cover proposta, in questo caso il pezzo è "Supremacy" originale dei Muse, qui riproposta in una veste sinfonica ed operistica in cui la voce di Tarja probabilmente tocca i propri apici, tecnicamente parlando.
Malgrado queste fresche ed interessanti intuizioni, purtroppo non mancano le cadute di stile: "Demons in You" che vede Tarja duettare con la collega Alissa White-Gluz (Arch Enemy) sfodera il lato più aggressivo della cantante in un mix tra i soavi vocalizzi soprano ed il growling serrato dell'aggressiva vocalist canadese. Il risultato è un pastone male strutturato, che forgia un pezzo tutt'altro che riuscito.
"Diva" e "Calling from the Wild" mancano della giusta presa ed alla lunga (neanche tanto lunga) annoiano terribilmente, così come i minuti finali di "Too Many" con tanto di hidden-track (moda odiosa evidentemente ancora in auge).
In sintesi un album che non lascia assolutamente nulla all'ascoltatore e che mi sento di consigliare solo a chi non può fare a meno dell'operato della celebre vocalist finlandese. Decisamente trascurabile.
Track-list:
01. Innocence
02. Demons in You
03. No Bitter End
04. Love to Hate
05. Supremacy (cover Muse)
06. The Living End
07. Diva
08. Eagle Eye
09. Undertaker
10. Calling from the Wild
11. Too Many
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