
(Full-lenght, Napalm Records, Novembre 2015)
Voto: 9/10
Genere: Viking/Black Metal
Line-up: Jonas "Rune" Almquist (chitarra), Erik Grawsiö (voce, basso), Markus Andé (chitarra), Jacob Hallegren (batteria)
Sette album in studio, una carriera ormai ventennale ed un genere che ormai lascia il tempo che trova, o almeno così pensi.
A volte ti capitano tra le mani lavori che non vorresti neppure
ascoltare, o altri ancora su cui un predeterminato luogo comune mentale
non ti permette di analizzare con la giusta lucidità il reale contenuto
artistico/qualitativo.
Non vi nego che con profondo distacco mi sono avvicinato al nuovo lavoro degli svedesi Månegarm da sempre icona del viking/folk metal nordico
sulla scìa lunga di lavori che nel momento di massimo sviluppo
commerciale del genere (primi anni 2000) avevano riscontrato un certo
successo, decisamente freddato dalle ultime proposte piuttosto scontate e
che forse pagavano un periodo non proprio felice per il genere di per
sè.
Fatte le dovute considerazioni iniziali, vi lascio immaginare il mio
stupore nell’ascoltare quest’omonimo lavoro sin dalle prime note. Ebbene
sì, perchè posso tranquillamente affermare che il qui presente “Månegarm” può,
a detta del sottoscritto, candidarsi tranquillamente a miglior uscita
di sempre del combo di Norrtälje nonchè vera e propria futura pietra
miliare del genere!!!
Dieci pezzi per poco più di cinquanta minuti di musica magniloquente,
in cui il metal estremo si fonde alla perfezione con le atmosfere
tipicamente “vichinghe” trascinandosi tra epicità a palate, inni di puro
e pomposo extreme metal e vere e proprie ballate nella tipica tradizione folk nordica
in cui il duro ed aspro riffing di base viene ammorbidito ed arricchito
da pesanti incursioni in territori che poco hanno a che fare con il
“metal” a tutto tondo, e dove chitarre acustiche, fisarmoniche e
strumenti a corda forgiano un sound unico ed irripetibile che tra i
solchi del qui presente album raggiunge l’apice compositivo di sempre.
Impressionante è la varietà stilistica del disco: si varia da pezzi più ordinari e tipicamente viking del calibro dell’opener “Blodörn” a vere e prorie perle di folk puro ed incontaminato come in “Vigverk – Del II” o “Bärsärkarna Från Svitjod” in cui prendono il sopravvento la sola voce accompagnata da una chitarra acustica ed un affascinante fisarmonica finale.
Ma per meglio carpire i mille volti della proposta dei Månegarm bisogna
addentrarsi nell’opera ed ascoltarla tutta d’un fiato, seguendone
progressione ed atmosfere capaci di catapultare direttamente
l’ascoltatore all’interno dell’immaginario della band. Già citata
l’iniziale “Blodörn” che parte con un normale pezzo viking/black fino a progredire verso lidi vicini all’epic con l’inserimento di chorus dal forte impatto atmosferico; a seguire è il turno di “Tagen av daga”
in cui la variabile indipendente è caratterizzata da un maggior accento
puntato sull’aspetto melodico tra violini e strumentazioni celtiche su
cui si staglia un riffing veloce e preciso.
Avanzando con l’ascolto l’album continua a crescere pezzo dopo pezzo: “Odins Owns Ye All” è
forse il pezzo per certi versi più “ingenuo” ma genuino e ben composto,
una cavalcata che ricalca gli stilemi tipici del genere ma che riesce a
far grande presa diretta sull’ascoltatore che ne rimarrà sicuramente
coinvolto; sulla stessa linea d’onda anche la splendida “Call of the Runes” dal tipico incedere in classico stile Amon Amarth in cui a prendere il sopravvento è un’interessante e ben riuscita vena death metal che rappresenta una più che degna variazione a quanto sentito prima e quanto si sentirà successivamente.
Avevamo parlato anche delle ballate folkeggianti su cui i Månegarm certo non si risparmiano: “Blot” ne
rappresenta un delicato esempio, sull’onda di un pezzo semplice per
quanto affascinante guidato da un refrain in lingua madre ed
accompagnato sul finale da backing vocals femminili mai invadenti e riproposte, questa volta non più in veste di comprimarie, nella successiva “Vigverk – Del II” in cui duetta alla perfezione con la voce pulita del vocalist Grawsio.
“Kraft” dimostra invece che gli svedesi sono maestri nel creare atmosfere anche quando rallentano i ritmi, mentre la conclusiva “Allfader” pezzo
soffice giocato su vocals femminili funge da sorta di “outro” di un
lavoro che non presenta alcun punto debole, un vero e proprio capolavoro
nella discografia della band e di un genere che, per quanto stantìo e
decisamente lontano dai nostri personali canoni tradizionalisti,
continua a regalare perle come il qui presente lavoro.
Un album permeato di malinconia, affascinante quanto avvincente, la
sintesi perfetta di vent’anni di carriera di una band che non solo ha
saputo riprendersi dopo qualche giro a vuoto di troppo, ma ha saputo
anche “marchiare a fuoco” il prodotto piazzando in copertina il proprio
monicker che da il titolo al lavoro: come a dire, questi sono i Månegarm, e questa è la nostra musica!
Track-list:
01. Blodörn
02. Tagen Av Daga
03. Odin Owns Ye All
04. Blot
05. Vigverk - Del II
06. Call Of The Runes
07. Kraft
08. Bärsärkarna Från Svitjod
09. Nattramn
10. Allfader
02. Tagen Av Daga
03. Odin Owns Ye All
04. Blot
05. Vigverk - Del II
06. Call Of The Runes
07. Kraft
08. Bärsärkarna Från Svitjod
09. Nattramn
10. Allfader
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