VOIDFIRE - "Ogień Pustki"
(Full-lenght, Independent, Febbraio 2020)
Genere: Black Metal
Line-up: Jakub Lisicki (testi), Lukascz Sarnacki (batteria), Jakub M.Zdienicki (chitarre, basso), Krysztof Sobczak (voce)
Voto: 6/10
Nati nel 2018 come one man project interamente strumentale, i polacchi Voidfire giungono oggi alla pubblicazione del primo full forti di una line-up "piena" e ben affiatata, dedita ad un black metal melodico e tematiche emozionali che pone le proprie basi su di un sound piuttosto eterogeneo per quanto semplice, che rinuncia ad un appeal prettamente diretto ed aggressivo per abbracciare atmosfere più intimiste, degno retaggio del recente passato del combo di Bialystok.
Se dovessimo dare un punto di riferimento almeno vagamente accomunabile alla proposta dei Voidfire, direi che la stessa si avvicina in alcuni casi piuttosto evidentemente a quanto proposto dagli ultimi Ancient, rimandando anche per certe aperture melodiche a qualche passaggio dei primi Cradle of Filth.
Ma, attenzione, non siamo di fronte alla solita band di melodic black metal pomposa e sinfonica, qui non c'è spazio per tastiere o strumentazioni ad effetto, ma solo un riffing tagliente forse troppo monotono, ma che comunque denota una certa personalità e sicuramente ricalca gli stati d'animo e le atmosfere che la band intende imprimere alla propria musica.
I pezzi non variano molto tra loro, probabilmente peccano di originalità e di varietà, pur disegnando brani che tendono a svariare al loro interno nelle atmosfere, con interessanti cavalcate del calibro dell'opener "Bladość" aperta da un delicato arpeggio prima dell'esplosione ed il successivo evocativo finale introdotto da un'armonizzazione chitarristica degna dei già citati COF, o di "-" quest'ultima dall'appeal a tratti accattivante, una cavalcata che dona quel tocco di epico ed evocativo che arriva a toccare probabilmente l'apice artistico dell'intero lavoro.
Non mancano i già citati pezzi più intimistici: "Kwiat Pustki" non alza mai il ritmo, attraversando i ponti di una certa inflessioni gothic/doom che dona nuova linfa nel finale ad un album che paga proprio una troppo eccessiva uniformità nei brani, risultando in fin dei conti un lavoro sicuramente godibile, ma incapace di concludere il definitivo salto di qualità ed innalzare i valori di un album nella media ma forse ancora troppo acerbo.
Track-list:
01. Bladość
02. Światło - cierń
03. -
04. Kwiat pustki
05. Sztorm
06. Ogień pustki
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