Passa ai contenuti principali

ONSLAUGHT - "Generation Antichrist"

 

ONSLAUGHT - "Generation Antichrist"
(Full-lenght, AFM Records, Agosto 2020)

Genere: Thrash Metal

Line-up: David Garnett (voce), Wayne Dorman (chitarra), Nige Rockett (chitarra), Jeff Williams (basso), James Perry (batteria)

Voto: 7,5/10



Dopo sette anni di silenzio discografico ed il solito rimescolamento in line-up, tornano in pista gli Onslaught pionieri del thrash metal britannico nonchè una delle poche band dell'epoca in grado di tener testa all'agguerrita concorrenza teutonica.

"Generation Antichrist" rappresenta il settimo sigillo della carriera per la band di Bristol che, dopo la pubblicazione dei tre album seminali tra il 1983 ed il 1989, aveva abbandonato le scene.

Riformatisi nel 2004, i britannici stanno vivendo una sorta di seconda giovinezza grazie alla capacità innata di sapersi riciclare, evitando di abbassare troppo la guardia rivangando eccessivamente il passato, ma riusciendo a ripercorrere tutte le tappe della propria carriera senza snaturare il proprio sound e la cattiveria di album storici come "The Force", in assoluto il loro vero capolavoro.

Influenze moderne che si fondono alla perfezione con il passato degli Onslaught frutto della voglia di pestare dell'ormai unico membro originario della band, il chitarrista Nige Rockett, nonchè dalle influenze portate dai nuovi membri, nell'occasione ben tre, tra cui il nuovo vocalist David Garnett all'esordio ufficiale dietro il microfono. Il risultato è così un sound che ricalca le ultime produzioni: cattivo, selvaggio e affilato, ma anche tremendamente sporco, e orientato per certi versi ad alcune soluzioni hardcore, degno tributo agli esordi del combo britannico, ma anche alle influenze portate proprio dai nuovi membri provenienti tanto da ambiti thrash/death (Bull-Riff Stampede) quando da contesti crust-punk/crossover. Insomma, un bel calderone di influenze, che non possono che riflettersi sulla proposta del combo inglese.

Manifesto sonoro del nuovo corso dei britannici è rappresentato sicuramente dal primo pezzo "Strike Fast, Strike Hard" che arriva subito dopo la intro "Rise to Power" tritando tutto quello che incontra sul proprio percorso: un pezzo giocato su un riff di chitarra dall'appeal tremendamente "hardcore" che sferza una sezione ritmica spacca-ossa ed un riffing affilato, tagliente e moderno su cui si staglia la voce al vetriolo di David Garnett, screamer di grandissimo livello. Quello che più colpisce del pezzo è la struttura, che non si limita a seguire il classico copione strofa-ritornello-strofa, ma trova più di una soluzione al suo interno creando così un pezzo di grande qualità e dotato di una sua naturale progressione, forgiando così in assoluto il miglior capitolo del lavoro. Più dozzinale, ma non per questo di poco conto, la successiva "Bow Down to the Clowns" , pezzo più ordinario e fresco, a cui fanno da contraltare tuttavia alcune uscite a vuoto che in parte inficiano la qualità media del lavoro.

Facciamo riferimento a pezzi come "All Seeing Eye" e "Addicted to the Smell of Death" che tendono a risultare troppo scontati, ma che comunque trovano degno contraltare in altri lavori riusciti come la selvaggia "Religiousuicide" ma soprattutto la slayeriana "Empires Fall" introdotta da un arpeggio malefico che sa tanto di "Raining Blood" rallentando tuttavia i ritmi pur ricordando sempre la band di Araya in questo caso più accostabile al periodo "South of Heaven".

Menzione particolare dunque per il vocalist Dave Garnett che, seppur parzialmente rimandato a livello stilistico nelle parti più pulite (poche), si destreggia ottimamente nel cantato sporco, dotato della giusta cattiveria e del giusto appeal. Soddisfacente anche la sezione ritmica seppur con le dovute riserve per linee di basso in alcuni frangenti troppo timide. 

"Generation Antichrist" è in sintesi un album più che degno di menzione, che si perde forse in alcuni frangenti, ma che tutto sommato scorre via alla grande nei suoi 35 minuti di durata. Una mazzata pura e selvaggia di sano thrash metal imbastardito che farà la gioia di tanti.

Track-list:

01. Rise to Power
02. Strike Fast Strike Hard
03. Bow Down to the Clowns
04. Generation Antichrist
05. All Seeing Eye
06. Addicted to the Smell of Death
07. Empires Fall
08. Religiousuicide
09. A Perfect Day to Die




Commenti

Post popolari in questo blog

PANDEMONIUM CARNIVAL "Pandemonium Carnival II" (Recensione)

Full-length, Ghost Record Label (2024) I Pandemonium Carnival hanno deciso di riportare in auge un genere musicale in stile anni '80/'90 che si rifà al classico Punk Rock "Horror" sulla scia dei Misfits, per citarne una . Non vanno troppo per il sottile e neanche si preoccupano di essere "copioni", perchè grazie al loro modo di proporre musica sciorinano una speciale formula diretta e sagace.  Tutto questo è riconducibile al loro nuovo album chiamato semplicemente "Pandemonium Carnival II". Un punk rock robusto, creativo e snello che scivola via come l'olio, dove sono presenti passi fondamentali, che determinano quei gradi di originalità sufficienti a non farli accostare troppo a figure già note sulla scena. In questo ascolto è presente una certa “carnalità” di fondo che passa con fare solido e deciso sopra una tracklist ben studiata, sempre propensa nel conferire piacevoli scossoni.  "Pandemonium Carnival II", è un disco caparbio, ch

ARTIFICIAL HEAVEN "Digital Dreams" (Recensione)

Full-length, My Kingdom Music (2024) Alcune note biografiche per presentare questa band al suo esordio: " Band romana, formatasi a fine ottobre 2021 dalle ceneri di Witches Of Doom e altri progetti, Gli ARTIFICIAL HEAVEN hanno creato un mix diversificato di Gothic -rock dal sapore epico che mostra in pieno le influenze di grandi artisti degli anni Ottanta, tra cui The Cult, Bauhaus, Sisters of Mercy, Fields of the Nephilim, Killing Joke e Iggy Pop. "Digital Dreams" è un concentrato di gothic rock e post-punk con vibrazioni arricchite dalla collaborazione di ospiti illustri tra cui Francesco Sosto e Riccardo Studer. Sebbene non sia un vero concept album, alcuni dei testi di "Digital Dreams" sono legati tra loro da un chiaro comune filo conduttore ovvero l'accelerazione della rivoluzione digitale e dei suoi effetti sulla vita di tutti noi. Registrato agli Outer Sound Studios con il produttore Giuseppe Orlando, è disponibile in un'edizione deluxe la cui co

NITRITONO "Cecità" (Recensione)

Full-length, My Kingdom Music (2024) Due album pubblicati e uno split coi Ruggine, i Nitritono con questo “Cecità” esplorano l'ambiziosa prova del concept album, che in questo caso si basa sull’omonimo romanzo dello scrittore portoghese Josè Saramago, che racconta il tema dell’indifferenza nella società moderna. Il suono esce fuori è fragoroso e davvero imponente e le urla strozzate di Siro Giri, anche chitarrista, colpiscono duro l'ascoltatore sin dal primo brano in scaletta, l'ottimo "A Denti Stretti (pt. 1)" che presagisce poi un album torbido e inquieto, che chiama in causa sia i primordi del genere post metal di band come Neurosis, ma che si concentra sul presente a conti fatti, non andando a copiare nessuno in particolare. Gli arpeggi di chitarra, le dissonanze, le esplosioni di rabbia incontenibile riportano a scenari cupi dell'umanità, ben rappresentati dal concept scelto. Ci sono anche vaghi rimandi allo stoner particolare e sfaccettato di band come i