STARSPAWN OF CHTULHU - "Yog-Sothothery"
(EP, Independent, Febbraio 2020)
Genere: Doom/Death
Line-up: Roberto Biasin, Domenico Groppo
Voto: 7,5/10
EP di debutto per gli Starspawn of Chtulhu interessantissimo duo vicentino dedito ad un doom metal dal marchio di fabbrica piuttosto personale, capace di abbracciare sia la componente più death in voca nei primi anni 90 (Paradise Lost, My Dying Bride su tutti), sia un certo andamento pachidermico ed onirico più vicino ad alcuni passaggi chitarristici dal sapore più classico di derivazione Cathedral e Reverend Bizarre (soprattutto).
Forti di un immaginario lovecraftiano che si evince un pò ovunque, dall'artwork al monicker della band passando per i testi, gli Starspawn of Chtulhu si presentano alla grande con un lavoro contenente appena cinque pezzi che ci mettono tuttavia in mostra una band che sa il fatto suo, che pone le sue basi su un doom-death solido ed a tratti romantico, con alcune aperture melodiche tra le pieghe generali di un riffing che sa molto di old, ma che non disdegna come sopra alcuni passaggi chitarristici più particolari e per certi versi classici.
"Lurker at the Threshold" brano che apre questo "Yog-Sothothery" inizia proprio con un riffing dilatato e corposo che riporta alla mente proprio i già citati Reverend Bizarre, ma reso più cattivo dal growling che accompagna il sound dei veneti per tutto il lavoro, andando così a forgiare quella commistione tra death e classico che rappresenta probabilmente la dicotomia vincente all'interno del concept della band.
Più ferale e per certi versi bastarda la successiva "Nyarlatothep, the Crawling Chaos" che dopo una intro più cadenzata esplode in un riffing affilato che riporta alla mente addirittura il black-thrash d'annata dei giapponesi Sabbat. "Starspawn of Chtulhu" è invece l'inframezzo strumentale posto prima degli ultimi due brani dell'EP, un pezzo ben costruito ed eseguito in cui è una componente maggiormente esoterica a farla da padrone, un'apripista perfetta ad un altro ottimo brano: la marcia e strisciante "The Exhumer" probabilmente il brano più cattivo e più classicamente doom-death del lavoro, che ci riporta proprio ai bei tempi andati quando la scena inglese da una parte, quella olandese dall'altra (Asphyx su tutti) dettavano le regole d'ingaggio.
L'ultimo pezzo, "Innsmouth Order" abbraccia invece componenti più melodiche con l'inserimento di clean vocals nel finale; un altro brano pregevole ma che forse paga qualcosa in termini di immediatezza rispetto al resto del lotto, In definitiva questo "Yog-Sothothery" rappresenta senza ombra di dubbio un EP di debutto di tutto rispetto, che ci mostra una band dalle mille potenzialità ma che soprattutto sa essere estremamente personale e mai scontata nell'attesa, si spera breve, di vederli subito impegnati sulla lunga distanza.
Track-list:
01. Lurker at the Threshold
02. Nyarlantothep, the Crawling Chaos
03. Starspawn of Chtulhu
04. The Exhumer
05. Innsmouth Order
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