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RHAPSODY OF FIRE - "Into the Legend"

RHAPSODY OF FIRE - "Into the Legend"
(Full-lenght, AFM Records, Gennaio 2016)

Voto: 7/10

Genere: Symphonic Power Metal

Line-up: Fabio Lione (voce), Roberto De Micheli (chitarre), Alessandro Sala (basso), Alex Holzwarth (batteria), Alex Staropoli (tastiere, arpa, piano)

Atteso e gradito ritorno quello dei nostrani Rhapsody of Fire che, a tre anni dal controverso predecessore "Dark Wings of Steel", danno alle stampe il nuovo "Into the Legend" che almeno in parte prova a rinverdire i fasti di un passato ormai lontano.
Da sempre portabandiera del puro sound power/symphonic a stelle e strisce, nonchè una delle band più apprezzate nel panorama europeo, il combo friulano si presentava per l'occasione nella difficile e scomoda posizione di dover dare qualcosa in più rispetto allo scialbo e manieristico predecessore, che a suo tempo risentì senza ombra di dubbio della partenza dello storico axe-man Luca Turilli con particolare rifermento alla strada musicale da intraprendere.

Eh si, perchè quel "Dark Wings of Steel" ci presentava una band più attenta a "graffiare" la quale ad evidenza per scrollarsi di dosso ogni rimando o sudditanza psicologica nei confronti del carismatico chitarrista uscente, poneva l'accento senza ombra di dubbio sull'aspetto più power/heavy delle proprie composizioni, sacrificando sovente quelle melodie avvolgenti, folkeggianti ed epiche che avevano contraddistino i brillanti esordi.

La missione è decisamente compiuta, perchè questo "Into the Legend" riesce a riabbracciare tutte le peculiarità tipiche dei triestini al tempo stesso senza perdere di vista quell'approccio più aggressivo alle proprie composizioni sopra descritto.

Una sorta di mix naturale insomma tra le ultime uscite e le atmosfere avvolgenti di capolavori del passato quali furono i vari "Symphony of Enchanted Land" o "Dawn of Victory".

Il lavoro, dal minutaggio piuttosto importante e proprio per questo sotto la lente d'ingrandimento in quanto a varietà di composizioni, non farà certo gridare al miracolo ma rappresenta senza ombra di dubbio la miglior uscita dei "nuovi" Rhapsody.

Già dalla intro profondamente sinfonica di "In Principio" si intuisce la voglia dei nostri di ripescare il vecchio sound d'annata; la successiva "Distant Sky" apre ufficialmente i giochi con un pezzo che ci rispedisce direttamente al passato della band: chitarre veloci e pungenti avvolte da orchestrazioni mai troppo invadenti e la solita timbrica di Lione che sfocia in un ritornello epico ed incisivo, degno "antipasto" di un lavoro che si dipana tra brani che viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda come la splendida title-track, l'oscura e progressiva "Winter's Rain" ma soprattutto "Valley of Shadows" (in cui strumentazioni classiche la fanno da padrone) e la conclusiva "The Kiss of Life" vera e propria suite di 16 minuti al cui interno si alternano tratti più incisivi a vere e proprie fughe orchestrali, ad altri più semplici ed "ossianici" ma non per questo di minor valore; brani come "A Voice in the Cold Wind" o la drammatica ed affascinante "Shining Star" sanno essere infatti tanto semplici nella struttura e nella composizione quanto affascinanti.

Un eccellente ritorno insomma quello dei Rhapsody of Fire che rispolverano in maniera convincente un passato che forse oggi, con il decorrere dei tempi, non ha più molto senso se non nei protagonisti di allora (come loro per l'appunto) ma che riesce a mantenere inalterati fascino ed interessi.

Track-list:

01. In Principio (intro)
02. Distant Sky
03. Into the Legend
04. Winter's Rain
05. A Voice in the Cold Wind
06. Valley of Shadows
07. Shining Star
08. Realms of Light
09. Rage of Darkness
10. The Kiss of Life


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