IN THE WOODS... - "Pure"
(Full-lenght, Debemur Morti Productions, Settembre 2016)
Voto: 5,5/10
Genere: Gothic/Doom
Line-up: James Fogarty (voce, chitarra, tastiere), Cristopher Botteri (basso), Aders Kobro (batteria), Christian Botteri (chittara)
(Full-lenght, Debemur Morti Productions, Settembre 2016)
Voto: 5,5/10
Genere: Gothic/Doom
Line-up: James Fogarty (voce, chitarra, tastiere), Cristopher Botteri (basso), Aders Kobro (batteria), Christian Botteri (chittara)
Gli In the Woods... rappresentano la classica band di "culto" per gli amanti della scena c.d. avantgarde, ovvero nient'altro che la svolta intrapresa a partire dalla seconda metà degli anni novanta dalla stragrande maggioranza dei gruppi black metal dopo che il genere stesso, nato e coltivato nell'ambito dell'inner-circle norvegese e di concerto in Svezia iniziava a mostrare i primi segni di decadimento dopo aver sfornato album in quantità industriale.
Un destino che ha accomunato gli In the Woods... a tanti altri illustri colleghi; e potremmo così citare i vari Arcturus, Dodheimsgard, Ulver, Solefald e via discorrendo.
Un'etichetta troppo frettolosamente affibiata a chiunque andasse oltre le righe dell'ormai rozzo e iper-abusato black primigenio, tanto frettolosa quanto per certi versi superficiale visto che le suddette band in comune avevano solo il fatto di aver "svoltato" piuttosto che una certa comunanza di contenuti che svariavano dal sinfonico, all'elettronica, passando per il doom, il dark e via dicendo.
Gli In The Woods... dal loro canto esordirono con un black piuttosto ferale portandosi un passo avanti la concorrenza già con il secondo lavoro, quel capolavoro di nome "Omnio" targato 1997 che catapultò la band di Kristiansand in una nuova entusiasmante ed affascinante dimensione che purtroppo con il successivo "Strange in Stereo" culminò nel cosiddetto passo più lungo della gamba perdendo fascino rispetto al predecessore seppur certo mostrando sempre una band tirata a lucido ed in grado di portarsi oltre il concetto musicale più classico aprendo a generi come l'elettronica solo all'apparenza in antitesi con quanto effettivamente proponibile.
Fatto sta che dopo quello "Strange in Stereo" i norvegesi si sciolsero dopo appena tre lavori e solo quattordici anni dopo si riuniranno fino a culminare con il qui presente "Pure" ufficialmente quarto full-lenght della band dei fratelli Botteri.
Rispetto al passato non ci sono più il vocalist Jan Kenneth Transeth ed il chitarrista Harstad (che tuttavia partecipa in due pezzi dell'album, sostituiti da James Fogarty (meglio noto come Mr.Fog), chitarrista/cantante britannico già all'opera con diversi progetti black metal ma soprattutto con il suo main-project solista Ewigkeit.
Concludendo il lungo ma necessario excursus propedeutico a quello che starò per riportare di seguito, posso sintetizzare il risultato finale del qui presente lavoro con un evidente segno di delusione per quello che considero essere senza ombra di dubbio un'ingenerosa incompiuta per un combo di questo calibro.
Parliamoci chiaro: sedici anni di silenzio discografico sono tanti, soprattutto per chi aveva intrapreso un percorso artistico improvvisamente e bruscamente interrotto. Un rientro sulle scene più "soft" o comunque più vicino ai discorsi musicali lasciati a suo tempo sarebbe stato ben più che lecito, ma solo in parte i norvegesi tentano di riavvicinarsi alle sonorità passate ("Omnio" in primis) abbandonandosi così in un piatto e derivativo gothic/doom alla Paradise Lost che alla fin fine oltre a risultare senza nè capo nè coda tende a riverlarsi anche particolarmente tedioso.
Dalla title-track che apre il lavoro, un pezzo 100% gothic, il combo di Kristiansend prova ad osare solo in sporadiche occasioni, mutando l'approccio verso un sound più oscuro in alcuni tratti come testimoniato in "Blue Oceans Rise (Like a War)" o "The Recalcitant Protagonist" ma per il resto non riesce a creare brani particolarmente degni di nota.
Sia chiaro che se un album di questo tipo l'avesse tirato fuori una qualsiasi band che non porti dietro un monicker cosi sontuoso, probabilmente avrebbe meritato anche una sufficienza piena, ma purtroppo ci troviamo alle prese con una band che ha fatto da sempre dell'avanguardia la propria bandiera.
"Cult of Shining Star" rallenta un po i tempi rasentando il doom e se l'aspetto più affascinante del lavoro si evince da "Transmission KRS" una strumentale di dieci minuti, si capisce come gli In the Woods... ad oggi latitino nelle idee.
Un dettaglio non da poco per una band che tornava sulle scene dopo quasi venti anni...
Track-list:
01. Pure
02. Blue Oceans Rise (Like a War)
03. Devil's at the Door
04. The Recalcitrant Protagonist
05. The Cave of Dreams
06. Cult of Shining Stars
07. Towards the Black Surreal
08. Transmission KRS
09. This Dark Dream
10. Mystery of the Constellations
Dalla title-track che apre il lavoro, un pezzo 100% gothic, il combo di Kristiansend prova ad osare solo in sporadiche occasioni, mutando l'approccio verso un sound più oscuro in alcuni tratti come testimoniato in "Blue Oceans Rise (Like a War)" o "The Recalcitant Protagonist" ma per il resto non riesce a creare brani particolarmente degni di nota.
Sia chiaro che se un album di questo tipo l'avesse tirato fuori una qualsiasi band che non porti dietro un monicker cosi sontuoso, probabilmente avrebbe meritato anche una sufficienza piena, ma purtroppo ci troviamo alle prese con una band che ha fatto da sempre dell'avanguardia la propria bandiera.
"Cult of Shining Star" rallenta un po i tempi rasentando il doom e se l'aspetto più affascinante del lavoro si evince da "Transmission KRS" una strumentale di dieci minuti, si capisce come gli In the Woods... ad oggi latitino nelle idee.
Un dettaglio non da poco per una band che tornava sulle scene dopo quasi venti anni...
Track-list:
01. Pure
02. Blue Oceans Rise (Like a War)
03. Devil's at the Door
04. The Recalcitrant Protagonist
05. The Cave of Dreams
06. Cult of Shining Stars
07. Towards the Black Surreal
08. Transmission KRS
09. This Dark Dream
10. Mystery of the Constellations
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