Full-length, Folter Records
(2024)
Sesto album per questa truce realtà toscana. Ci sarebbero diversi discorsi da fare su attitudine, metal, brutalità, coerenza...Ma basta mettere nel lettore questo "Burn In Metal" per capire che è tutto qui dentro e che tanti discorsi potrebbero non essere fatti per chi familiarizza con l'old school, il metal estremo e tante altre cose che hanno reso il metal come un genere rivoluzionario tanti anni fa, e che oggi purtroppo viene snaturato della sua essenza più pericolosa grazie ad una omologazione sempre più accentuata e che tende verso una forma di metal profumata e politicamente troppo corretta.
In questo album tutto questo viene distrutto. La rabbia della band si esprime in episodi primordiali e ricchi di blasfemia. Il Power-trio in questione suona come un mix tra il proto thrash, lo speed metal e vaghi retaggi punk-hardcore. Inutile qui citare Venom, Motorhead, Gehennah e altri, perchè se avete capito cosa ho scritto finora, non vi dovrebbero servire troppi altri indizi per capire che qui è tutto grezzume anni Ottanta, a partire dai suoni, che appaiono distorti e rumorosi all'inverosimile, con la voce di Alessio Medici che sa di Demonio e perversione, un urlo strozzato di ferocia inaudita. Ecco quindi che quando parte "The Return of the Assassins" la band non si fa problemi nel dimostrare subito di che pasta sono fatti, senza troppi preamboli. E la seconda mazzata dell'album, "Storm of Blasphemies" sancisce il ritorno del metal veloce e primitivo, che si va a contrapporre a quello brillantinato e per chierichetti. Sono mazzate da orbi qui, non c'è scampo tra chitarre a motosega, batteria forsennata e urla da maniaci.
Proseguendo nell'album possiamo trovare altre atrocità. Innanzitutto sono ammesse e benvenute le bestemmie, tante volte espresse in italiano ben distinguibile, poi abbiamo perle come "Stevanin", dedicata al noto serial killer italiano arrestato nel 1994 per l'omicidio di sei donne e per altri atti indicibili. Nel pezzo compare anche uno stralcio reale di una confessione dello stesso Stevanin...Vi basta tutto questo? Beh, possiamo aggiungere che il disco picchia fino alla fine, e che viene preso di mira anche il sistema che ha creato tutto ciò che abbiamo vissuto legato alla pandemia da Covid-19 e relativa imposizione forzata alla vaccinazione ("Failed Dystopian Agenda")
Questo album non ha momenti cosiddetti "riflessivi" o "intimi". Qui c'è solo uno scorretto speed/thrash metal che fa impallidire pure i morti. State alla larga da questo album se amate le produzioni moderne e il metal omologato al sistema. Piuttosto, un disco del genere lo vedo molto più adatto ad un pubblico punk, almeno se parliamo di attitudine senza alcun compromesso.
Recensore: Marco M.
Tracklist:
1. The Return of the Assassins
2. Storm of Blasphemies
3. Born in Metal
4. Pitch Black
5. Voievod
6. Cicci
7. Stevanin
8. Failed Dystopian Agenda
9. Night of the Werewolves
Line-up:
Alessio Medici- voce, chitarra
Michał Golbik - batteria
Roy Noizer Elguera - basso
Links:
Bandcamp
Spotify
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