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RABHAS "Propaganda Antiumana" (Recensione)

 

Full-length, Broken Bones Promotion
(2024)

Con un approccio che mi ha ricordato più certo grindcore che death metal (si prenda subito ad esempio in questo senso la canzone "Un corpo in avanzato stato di decomposizione"), che parte da un cantato in italiano con dei testi molto impegnati e nichilisti, i Rabhas riescono subito ad attirare l'attenzione grazie ad un terzo album originale e che cerca di creare un proprio sound, una propria dimensione che possa far emergere il loro death metal, o perlomeno il LORO concetto di death metal. Le voci affidate ad L sono un urlo liberatorio di malessere, un concentrato di putrescente aggressività dettata dall'odio e dalla protesta che ben si sposa con death metal ridotto all'osso, essenziale, ma dove si scorgono chitarre talvolta dissonanti e una batteria che non si lancia in blast beats furiosi dall'inizio alla fine dell'album.

Per i Rabhas i termini "groove" e "noise" non devono essere presi sottogamba, e questo approccio sa molto di live show più che di lavoro in studio. Si scorgono persino echi di band come Voivod e dei Napalm Death più sperimentali degli anni Novanta, in questo "Propaganda Antiumana", ma la festa a mio avviso inizia col terzo brano, "Metastasi Antiumana", un urlo liberatorio dove basso e chitarre tirano spallate incredibili e dove la batteria si lancia in pattern distruttivi, rullate che fanno male.

Il grindcore è presente, come anche l'hardcore. Si senta un brano come "Amygdala", che di death metal ha ben poco, mentre ha molto degli altri due generi. Anche "Lacrime" sa poco di death metal, ma è tutto l'album che usa sicuramente il death metal come matrice principale per poi potervi applicare un discorso personale che mi ha ricordato un improbabile incrocio tra i Negazione e i già menzionati Napalm Death e Voivod. 

Se l'originalità era una cosa ricercata da questa band ci sono riusciti offrendoci un album vario, ispirato e che sa far male con note e parole. Un manifesto, una propaganda antiumana sbattuta in faccia a gente che solo con una palata del genere in testa forse riuscirà a svegliarsi dal torpore di una esistenza condotta inutilmente.
PS: "Avete mai pensato a cosa significa morire? A cosa rimane dopo che avete chiuso gli occhi". Frase top dell'album, da brividi!

Recensore: Prodigal Son
Voto: 9/10

Tracklist:

01. Intro
02. Traditori Di Tutti
03. Metastasi Sociale
04. Amygdala
05. Nevrosi Allucinatoria
06. Propaganda Antiumana
07. Lacrime
08. Corpo In Avanzato Stato Di Decomposizione
09. Montagna
10. Oscurità

Line-up:
L – vocals
Preck – bass + guitars 
Sguicio – drums
Fischio - guitars

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