Passa ai contenuti principali

Intervista ai DARKHOLD


I Darkhold sono una nuova band heavy thrash metal nata da percorsi diversi dei suoi stessi elementi (ex membri di methedras, nefastis, self disgrace e syndrom), le cui competenze e attitudini personali si sono fuse nei predicatori, l'unico testamento europeo tributo ai thrashers americani . Si sente subito il bisogno e l'urgenza di mettere in campo creatività e gusto personali per costruire pezzi originali, dove la parola d'ordine è libertà compositiva: 9 brani ricchi di intensità ritmica, ritocchi thrash anni '80 e '90, heavy metal classico, groove moderno. e soluzioni vocali melodiche e graffianti. Pentiti dei tuoi peccati davanti alla fortezza oscura.
PS: trovate la nostra recensione di "Tales From Hell" a questo link!

01. "Tales From Hell" è il vostro debutto! Quanti brani avete lasciato fuori?
Tales From Hell, pubblicato da Ghost Record Label il 31 marzo 2023, è il nostro album di debutto ed è composto da 9 brani: un robusto heavy thrash con sfumature groove, che partendo dal principio di Peccato come concetto assoluto e primigenio, attraverso il tempo e lo spazio ma oltre gli stessi in eterno, costruisce un percorso di analisi e possibilità di redenzione attraverso la sofferenza, la presa di coscienza, l’espiazione della colpa e l’autoredenzione dal Peccato stesso (che si eleva a qualcosa di assoluto), percorso che non sempre ha un lieto fine, anzi…

02. Siete d’accordo che ci sia un po’ di Testament nel vostro lavoro?
Assolutamente sì, la cosa è innegabile in quanto i Testament sono una delle nostre band preferite e li omaggiamo live con l’unico loro tributo europeo, ma nella nostra musica c’è anche altro: si sentono tante influenze dei primi Metallica, dei Megadeth più melodici e tecnici, delle cavalcate heavy alla Iron Maiden, senza dimenticare le evoluzioni più groove di band più moderne.

03. Cosa vi piacerebbe suonare oltre al thrash?
Il nostro è un viaggio attraverso la musica che ci ha formato, partendo dagli anni ‘80 con il suo metal classico ma di immediata presa e comprensione ma influenzato sia dalle sferzate thrash degli stessi anni sia dai primi movimenti alternativi groove dei primissimi anni ‘90: rientrano quindi di diritto tutte le band thrash di caratura e livello degli anni ‘80, sia per il gusto sia per le scelte stilistiche, senza dimenticare le sfumature groove che già iniziavano a manifestarsi alla fine di quella decade.


04. Le tematiche del vostro album sono personali oppure sono più di interesse comune?
Tales From Hell, il nostro assoluto debutto discografico, è in realtà il primo tassello di un progetto ben più ampio che mi frullava in testa già da parecchi anni, ossia la creazione di un percorso musicale che si dipanasse su più album e che portasse il valore della parola concept a uno stadio successivo, senza quindi limitarsi a un album soltanto ma inglobandone tutta la storia, come un grande progetto cinematografico orchestrato in più film diversi tra loro ma con un filo conduttore assoluto che ne schiavizzasse la visione, e ho volutamente scelto il Peccato, perché chi più e chi meno siamo in verità tutti suoi schiavi, nelle forme più disparate e disperate… Quindi, basandomi sulla magnificenza costruttiva del percorso peccaminoso della Divina Commedia, è stato naturale applicare i gironi infernali ai protagonisti delle storie di ogni brano, che in questo caso sono i personaggi delle fiabe, delle favole e delle storie che mi venivano raccontate o lette da bambini per farmi addormentare e sognare: storie utili per distaccarmi anche solo per poco dalla realtà, ma che mi hanno lasciato anche tante domande senza risposta e una notevole inquietudine morale e spirituale, amplificata ulteriormente nell’ultimo decennio dal mio percorso come padre di un bambino ormai dodicenne e vicino al passaggio verso l’adolescenza, periodo in cui di solito si smette di sognare e si affrontano i propri problemi, e i propri fantasmi, in una maniera più diretta e meno sognante. Proprio per questo ho costruito la trama di Tales From Hell sul concetto molto moderno di Ucronia, ossia il provare a capire come la vita sarebbe cambiata se ognuno dei protagonisti dei brani avesse preso scelte diverse rispetto a quelle classiche che tutti noi conosciamo da sempre, in un caleidoscopico multiverso di possibilità inquietanti e altamente spiacevoli da esaltare ulteriormente il concetto stesso di Peccato, come situazione inevitabile e incontrovertibile, anche per personaggi desiderosi di lieto fine come Pinocchio, Hansel e Gretel, Cappuccetto Rosso, la Bella e la Bestia o il Gobbo di Notredame.

05. Qual è il brano che preferite fra tutti quelli che avete registrato in questo nuovo lavoro?
La verità è che li adoriamo tutti perché sono parte di noi, in tutto e per tutto, e ognuno di loro rappresenta un tassello fondamentale nel percorso di questo nostro personale Inferno, soprattutto per la libertà espressa in ogni brano: questa libertà si esprime chiaramente in Howlings, un brano assolutamente thrash in pure stile Metallica prima maniera, in Hypnotized By Evil, molto slayeriano nelle sue sfumature ma dalla solida base heavy classica, ma anche e soprattutto in The Child Within, dove il ritornello si fa più arioso, in Candy Brains, la cui costruzione atipica e dinamica lo rende il brano più groove dell’album, e in Who’s The Beast, nel cui finale adopero un registro vocale su tonalità per me inusuali e in passato mai raggiunte ma che mi ha permesso di cantare a pieni polmoni respirando quella libertà di cui parlavo prima ai massimi livelli.

06. Dove vi troviamo dal vivo?
Nei prossimi mesi toccheremo parecchie zone del Nord Italia (Vicenza, Verona, Varese, Milano, Bergamo, Lodi, Alessandria e Torino), alcune date le abbiamo già pubblicate, altre le pubblicheremo a breve, il tutto in attesa di riuscire a confermare anche qualche possibile festival estivo in cui ci piacerebbe molto esibirci, incrociate le dita per noi e seguite le nostre pagine Facebook e Instagram per qualunque tipo di aggiornamento, ma soprattutto non dimenticate di redimere i vostri peccati al Darkhold.


Intervista a cura di Prodigal Son

Links:
Bandcamp
Facebook
Instagram
Spotify
YouTube

Commenti

Post popolari in questo blog

PANDEMONIUM CARNIVAL "Pandemonium Carnival II" (Recensione)

Full-length, Ghost Record Label (2024) I Pandemonium Carnival hanno deciso di riportare in auge un genere musicale in stile anni '80/'90 che si rifà al classico Punk Rock "Horror" sulla scia dei Misfits, per citarne una . Non vanno troppo per il sottile e neanche si preoccupano di essere "copioni", perchè grazie al loro modo di proporre musica sciorinano una speciale formula diretta e sagace.  Tutto questo è riconducibile al loro nuovo album chiamato semplicemente "Pandemonium Carnival II". Un punk rock robusto, creativo e snello che scivola via come l'olio, dove sono presenti passi fondamentali, che determinano quei gradi di originalità sufficienti a non farli accostare troppo a figure già note sulla scena. In questo ascolto è presente una certa “carnalità” di fondo che passa con fare solido e deciso sopra una tracklist ben studiata, sempre propensa nel conferire piacevoli scossoni.  "Pandemonium Carnival II", è un disco caparbio, ch

VIOLENTOR "Burn in Metal" (Recensione)

Full-length, Folter Records (2024) Sesto album per questa truce realtà toscana. Ci sarebbero diversi discorsi da fare su attitudine, metal, brutalità, coerenza...Ma basta mettere nel lettore questo "Burn In Metal" per capire che è tutto qui dentro e che tanti discorsi potrebbero non essere fatti per chi familiarizza con l'old school, il metal estremo e tante altre cose che hanno reso il metal come un genere rivoluzionario tanti anni fa, e che oggi purtroppo viene snaturato della sua essenza più pericolosa grazie ad una omologazione sempre più accentuata e che tende verso una forma di metal profumata e politicamente troppo corretta. In questo album tutto questo viene distrutto. La rabbia della band si esprime in episodi primordiali e ricchi di blasfemia. Il Power-trio in questione suona come un mix tra il proto thrash, lo speed metal e vaghi retaggi punk-hardcore. Inutile qui citare Venom, Motorhead, Gehennah e altri, perchè se avete capito cosa ho scritto finora, non vi d

TORZO "Spectri" (Recensione)

Full-length, The Triad Rec. (2024) Album d'esordio per gli italiani Torzo, una band che presenta una line-up fatta di musicisti navigati, di ragazzi attempati che mettono sul piatto dell'ascoltatore una manciata di pezzi divertenti ma anche potenti e selvaggi, come anche dimostra la cover posta in chiusura di "Iron Fist" dei Motorhead. Quindi capirete che la band non ci va giù leggera e che cerca di essere verace e colpire concretamente e senza troppi fronzoli. Pezzi intrisi di punk, stoner, hard rock e metal in senso generico. Per certi versi ci ho sentito qualcosa degli High On Fire, ma qui la componente punk è decisamente predominante, ben supportata dai testi in italiano che entrano nell'anima velocemente, tanto quanto è la loro musica. Pezzi migliori o peggiori non ce ne sono, la band pesta duro sin dall'iniziale " Ballando Con il Demonio ", con un basso distorto e una batteria che sono realmente da adorare. Da veri bastardi del settore anche &