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APHELIUM AETERNUM "Dark Interstellar Mysteries" (Recensione)


Full-length, Dominance of Darkness Records
(2023)

Il Symphonic Black Metal per me rappresenta forse il vero primo tentativo di espandere i confini stilistici e tematici del genere: ricordiamoci che nel 1994 uscivano “Transilvanian Hunger” dei Darkthrone, che rappresentava la concezione più minimalista e involuta del genere, e “In The Nightside Eclipse” degli Emperor, che invece ne ampliava a dismisura gli orizzonti con un insieme di brani tutti sublimi per scrittura, respiro melodico, arrangiamenti e, in particolare, per i coraggiosi e copiosi interventi di tastiera, i quali, uniti ad una registrazione freddissima e a delle screaming vocals stridule e riverberate, contribuivano a cristallizzare un’atmosfera glaciale e affascinante.

Siamo lontanissimi da quel che dovrà subire questo sotto-genere, quando finirà snaturato da ammiccamenti e seduzioni di estrazione gotica e godereccia, che da un lato attireranno l’interesse d’un pubblico più generalista, e quindi più ampio, ma porteranno all’inevitabile scadimento nel commerciale, quando non proprio nel comico involontario o nel pacchiano. Per come era stato concepito, il Symphonic Black Metal era “arte sofisticata”, ancor più aristocratica ed elitaria rispetto alla piattaforma di partenza. Quest’adesione ad una lettura del genere più nobile, ma non per questo meno sinistra, trovò seguito nei Limbonic Art, o nei gruppi minori come Odium o Obtained Enslavement.

Presagendo un ritorno di queste sonorità, che ne ripristini anche lo spirito originale, non possiamo che esultare per prodotti come questo esordio dei tedeschi Aphelium Aeternum. La prima impressione che ho avuto, nel momento in cui è partito l’assalto sonoro, è stata di trovarmi dinanzi ad una riproposizione dell’idea primigenia che venne sviluppata a suo tempo proprio dagli Emperor. I paragoni dovrebbero però fermarsi qui, perché poi nessuno, nemmeno gli Emperor stessi, riusciranno a ripetere quel che fecero nel 1994: forse si superarono, addirittura, evolvendosi, ma c’è qualcosa in quel loro primo capolavoro che rimane ineguagliabile.

Quindi non ci proviamo nemmeno: abbiamo un bel tappeto di chitarre in tremolo-picking su cui aleggiano spettrali tastiere e uno scream che non vuole stupire, ma solo colpire nel segno con una timbrica perfetta, carica di rabbia e odio, ma anche austera e solenne! Con la consapevolezza che attraverso un “viaggio spirituale verso l’arcano cosmico” dischiuderemo “oscuri misteri interstellari”, non possiamo fare altro che spegnere le luci, contemplare il cielo stellato d’una limpida e gelida notte invernale e lasciarci condurre dalla musica lontano, in uno spazio che è tanto interiore quanto proiettato all’estremo esterno, verso l’infinito.

Recensore: Luke Vincent
Voto: 8/10

Tracklist:

1. The Stargate Opens 
2. Dark Interstellar Mysteries 
3. Spiritual Journey to the Arcane Cosmos 
4. Voidgänger 
5. Event Horizon
6. Where Creation Ends 
7. Into the Timeless Abyss 
8. Nocturnal Dimensions Unfold 
9. Dead Eyes Stare into the Nightsky 
10. Outro

Line-up:
Peryton - Drums
Tairach - Guitars, Bass, Songwriting
M. P. - Keyboards
Dragg - Vocals

Links:
Instagram
Dominance of Darkness Records | Bandcamp

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