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NOVEMBERS DOOM - "Hamartia"

NOVEMBERS DOOM - "Hamartia"
(Full-lenght, The End Records, Aprile 2017)

Voto: 7/10

Genere: Melodic Death/Doom

Line-up: Paul Kuhr (voce), Larry Roberts (chitarra, voce), Vito Marchese (chitarra), Mike Feldman (basso), Garry Naples (batteria)



Da sempre sottovalutati dai più, i Novembers Doom rappresentano storicamente uno degli acts più importanti e seminali nella scena doom/death globale soprattutto in un contesto, quello americano, notoriamente poco solito a certi tipi di sonorità.
Da sempre alfieri di un sound decadente e malinconico, per quanto potente e conciso, i Novembers Doom hanno conosciuto un processo evolutivo lento, che li ha portati a smussare mano a mano gli angoli del loro melodic death per spingersi verso territori più affini al doom ed alle atmosfere ovattate del gothic, una dicotomia di base che ha da sempre contraddistinto il sound della band dell'Illinois capace di ritagliarsi un certo seguito all'interno di un genere di per sè più addentro al contesto europeo.

"Hamartia" rappresenta il decimo sigillo discografico di Kuhr e soci, che per l'occasione non spostano di una virgola quanto proposto nel recente passato in particolar modo dai tempi di "The Novella Reservoir" (2007) in poi. Il sound è quello solito della band, caratterizzato dal fondersi tra atmosfere tipicamente doom-death e pezzi più melodici e gothic-oriented con il solito alternarsi tra growling e clean vocals.

Avrete capito che nulla di originale è presente tra le pieghe del lavoro, e ci mancherebbe. I Novembers Doom hanno deciso di seguire il proprio sentiero musicale che non si presta a sperimentazioni o repentini cambi di stile come avvenuto ad esempio nella scena britannica.

I brani spaziano così dal classico melodic death dell'opener "Devils Light" a pezzi più tendenti al gothic ed attenti al refrain come "Ghost" o "Ever After". 
Nel mezzo qualche puntatina più "estrema" come la pesante "Apostasy" il cui riff portante di tipica estrazione death metal fa da contraltare al resto del lotto chiuso dalla sperimentale "Zephyr" o dai nove minuti della delicata "Borderline" che chiude un album che nei suoi 56 minuti complessivi di durata riesce a scorrere via con un certo piacere.

Un ritorno con pochi alti ma assolutamente senza bassi quello dei Novembers Doom, un altro capitolo degno di nota nella carriera ormai ultraventennale della band statunitense.

Track-list:

01. Devils Light
02. Plague Bird
03. Ghost
04. Ever After
05. Hamartia
06. Apostasy
07. Miasma
08. Zephyr
09. Waves in the Red Cloth
10. Borderline


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