GHOST AVENUE - "Impact"
(Full-lenght, Pitch Black Records, Febbraio 2017)
Voto: 5/10
Genere: Melodic Heavy Metal
Line-up: Magnus Liseter (basso), Petter Lein (batteria), André Berger (chitarra), Oystein Wilik (chitarra), Kim Sandvik (voce)
(Full-lenght, Pitch Black Records, Febbraio 2017)
Voto: 5/10
Genere: Melodic Heavy Metal
Line-up: Magnus Liseter (basso), Petter Lein (batteria), André Berger (chitarra), Oystein Wilik (chitarra), Kim Sandvik (voce)
Attivi dal 2002 con lo pseudonimo di Ghost e successivamente passati all'attuale monicker, i norvegesi Ghost Avenue giungono alla pubblicazione del loro terzo full-lenght che non si discosta minimamente da quanto finora proposto, ovvero un heavy metal piuttosto classico ed ottantiano sferzato da vagonate di melodia.
Una proposta che sicuramente non si propone di per sè di portare chissà quale ventata d'aria fresca all'interno della scena, così come rimane giocoforza ancorata ai clichet del genere, ma che in fin dei conti non lascia assolutamente nulla all'ascoltatore se non quella sensazione a tratti fastidiosa di compitino preconfezionato.
Sono ben dieci le tracce qui presenti incapaci di distinguersi tra loro nel loro incedere di grinta moderata e riff volutamente "arrotondati" con l'aggiunta di terribili, fastidiosi e ridicoli effetti sonori al termine di ogni pezzo (tanto per citarne uno, il rumore dell'impatto raccontato nell'opener "Impact" per l'appunto) in cui ci si chiede se il voler cavalcare tutto questo cattivo gusto sia un'effettivo proposito della band o solo il prodotto di scelte discutibili.
Inutile pertanto citare un brano piuttosto che un altro, perchè gli unici tratti in cui i Ghost Avenue spiccano sono quelli in cui inseriscono il riffettino "cazzuto" o il ritornello di maggior presa: parliamo del riff iniziale dell'opener "Impact" che da anche il nome al lavoro stesso o il refrain, mieloso per carità, di "The Prison" o "Affection". Nulla che alzi il giudizio generale sul pastone sonoro qui presente, ma quantomeno pezzi dotati di quel giusto quid in grado di balenarti nella testa per un paio di giorni almeno.
"Time Traveller" sembra essere invece il pezzo in grado di abbracciare meglio una certa e necessaria aggressività di fondo, così come la conclusiva "The Ace" che ci mette in mostra una band almeno potenzialmente in grado di graffiare, ma che probabilmente sacrifica il tutto eccessivamente alla ricerca della melodia a tutti costi che, alla lunga, non può che finire per risultare troppo fastidiosa.
Track-list:
01. Impact
02. Escape
03. The Prison
04. Time Traveller
05. Affection
06. Dancing with the Devil
07. Construction
08. The Edge of Darkness
09. Collateral Damage
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