Passa ai contenuti principali

Post

KILLER ALBUM!

THE RISEN DREAD "Death From Above" (Recensione)

Full-length, Time To Kill Records (2025) Dovessi descrivere con una sola parola questo secondo album degli irlandesi The Risen Dread userei il termine "DEVASTANTE", e non avrei paura di esagerare. Questa band in realtà affonda le sue radici nel Brasile, terra natia di tre dei quattro membri che formano la line-up. Il sound che fuoriesce da "Death From Above" è dirompente, una sorta di ibrido tra il death metal e il metalcore che non lascia tregua. Fortunatamente non abbiamo quei break a volte inutili e forzati tipici dei death-core, e questo è un pregio, almeno per me: quello che viene a galla è soprattutto l'aspetto più brutale della band, che si esprime in brani veloci e che non troppo spesso spezzano questo metodo di intendere il metal estremo. Il disco non a caso, secondo me, inizia e finisce con due pezzi pazzeschi in termini di violenza, e sto parlando dell'iniziale "The Day I Died" e della conclusiva "Beyond My Final Breath". E...
Post recenti

Intervista a DRAMANDUHR

Dopo aver recensito il suo nuovo album, " Vertuhn ", abbiamo ritenuto necessario raggiungere il tuttofare del progetto Dramanduhr, Stefano Eliamo, per indagare su uno dei progetti più interessanti in ambito avantgarde black metal degli ultimi anni. Ecco cosa ci ha detto Stefano, buona lettura. 1 - Ciao e benvenuti! Cominciamo parlando in generale di "Vertuhn" Ciao e grazie per l’ospitalità. Le dieci tracce che compongono Vertuhn sono state scritte poco dopo il primo album. Sebbene fossero già pronte da tempo, ho voluto aspettare il momento in cui sentissi un vero allineamento con l’Universo per pubblicarle e condividerle col mondo. In quel periodo non sapevo nemmeno se volessi davvero tornare a far parlare di me. Stavo attraversando una profonda crisi depressiva, qualcosa che purtroppo mi accompagna da sempre, riemergendo di tanto in tanto. Poi, una notte, sobbalzai dal letto e cominciai a camminare in tondo nella mia stanza. Decisi di mettermi le cuffie e riascolta...

DRAMANDUHR "Vertuhn" (Recensione)

Full-length, Broken Bones Promotion & Productions (2025) Attivo dal 2020, Stefano Eliamo e il suo progetto Dramanduhr tagliano il traguardo del secondo album. Dopo un primo album ben accolto dalla critica intitolato "Tramohr", adesso il musicista siciliano ci ha preso gusto e ritorna alla grande con questo "Vertuhn". Iniziamo subito col dire che la prima cosa che lascia stupiti è l'idioma dei testi. Trattasi di una lingua creata dallo stesso Stefano e che prende il nome di "Dahrmonium", che non è altro che una specie di idioma somigliante per certi versi al tedesco e ad alcune lingue scandinave, che ben si sposa col tessuto sonoro proposto anche in questo caso da Dramanduhr, che un'altra volta, e forse ancor di più che in passato, pianta i paletti di un genere tutto sommato originale e che difficilmente si può accostare ad altri. Vengono citati nomi di riferimento quali Sigur Ròs, Thy Catafalque, Negură Bunget, Vintersorg. Aggiungerei Enslaved,...

Intervista ai DISEASE ILLUSION

Oggi ospitiamo una delle realtà più valide del panorama melodic death metal italiano, ovvero i Disease Illusion. Abbiamo parlato del loro ultimo album, "lastic Ocean" e di tante altre cose interessanti. A voi il resoconto della nostra chiacchierata virtuale! 1 - Ciao e benvenuti! Cominciamo parlando in generale di "Plastic Ocean". Quanto ci avete impiegato a realizzarlo? Ciao! "Plastic Ocean" ci ha letteralmente divorato per quasi due anni. È stato un lavoro lungo, intenso e anche faticoso, ma ne è valsa la pena. Volevamo creare un album che fosse potente, melodico e ricco di atmosfere, e per farlo abbiamo limato ogni dettaglio fino all’ultimo secondo di musica. È il disco che meglio ci rappresenta oggi. 2 - Quali sono le vostre influenze musicali presenti e passate? Siamo cresciuti a pane nutella, e melodic death metal scandinavo: In Flames, Soilwork, Dark Tranquillity. Ma non ci siamo mai fermati lì. Oggi ascoltiamo di tutto, dal metal estremo al prog, d...

Intervista agli HONEYBOMBS

Abbiamo recensito poco tempo fa il loro secondo album, " There Is An Elephant In The Room " e lo abbiamo trovato davvero un ottimo prodotto. Abbiamo raggiunto Andrew Skid cantante della band per parlare un po' di questa importante uscita e di altri aspetti della band. Buona lettura! 1 - Ciao e benvenuti! Cominciamo parlando in generale di "There Is An Elephant In The Room"! Ciao e grazie per averci ospitato! Il nostro nuovo album, There Is An Elephant In The Room, è un progetto che rappresenta un'evoluzione del nostro sound. È il frutto di anni di esperienza e cambiamenti, con una nuova energia che riflette le sfide e le riflessioni del momento. Il titolo è una metafora per quei problemi evidenti che tutti cercano di ignorare, ma che inevitabilmente condizionano le nostre vite. 2 - Quali sono le vostre influenze musicali presenti e passate? Per questo secondo album le influenze non sono state cercate in modo consapevole. Non ci siamo detti: "Ispiriamoci...

HOLY SHIRE "Invincible" (Recensione)

Full-length, Ghost Record Label (2024) Un disco davvero anomale quanto avvicente, questo terzo album dei milanesi Holy Shire, che tornano sul mercato discografico a sei anni di distanza dal precedente "The Legendary Shepherds of the Forest". In questo nuovo album ci sono varie influenze, ma potremmo azzardare un termine per descrivere un po' i contenuti di questo album, e cioè "power/folk metal". Questo termine potrebbe proprio indicare il modo peculiare di inglobare strumenti come il flauto su una base rocciosa e tipicamente power oriented, ma anche altri aspetti. Non sono certamente i primi a provare simili soluzioni, e basta andare indietro di almeno tre decenni per rimembrare una grande formazione che ebbe simili intuizioni, ovvero gli Skyclad con il loro particolare folk metal, o andare a scavare negli anni Settanta, con i leggendari Jethro Tull. Quindi non si può parlare di novità in termini assoluti, ma certamente il fatto che il flauto abbia non solo un ...

NEFESH CORE "Getaway" (Recensione)

Full-length, Rckshots Records (2020) Band siciliana attiva dal 2018 che vede come membri fondatori David Brown e Stefano “The Ghigas” Calvagno, entrambi militanti nel gruppo prog metal Metatrone, i Nefesh Gore sono giunti poi nel 2020 alla pubblicazione del loro debutto, intitolato "Getaway" e che analizzeremo qui di seguito. Sebbene questo album abbia spento cinque candeline, la band recentemente si è rifatta viva con un singolo e video inerente la canzone "Lullaby", ovvero la cover del famosissimo pezzo dei The Cure. Facile intuire come il sound di questa band, proprio alla luce di questa cover anche, sia piuttosto diverso rispetto a quello dei famosi Metatrone, e infatti questi Nefesh Core propongono di base certamente hard rock, ma con molte influenze new e darkwave, con in aggiunta quel gothic rock di matrice Type O Negative o ultimi Tiamat. Il risultato è pienamente convincente; le canzoni sono un misto di potenza e classe, con un gran lavoro di tastiere e sam...