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KILLER ALBUM!

ALCHEMY OF LIFE “A Journey To Nowhere” (Recensione)

Full-length, Ghost Record Label (2024) “A Journey To Nowhere” è il debutto ufficiale di Alchemy of Life. Al centro di questa nuova release, pubblicata per la Ghost Record, troviamo un'ottima fusione tra il classico metal ed altre influenze come ad esempio il progressive. Lo scenario è unico e difficilmente etichettabile, ragion per cui la proposta risulta ancora più interessante e stimolante nell'ascolto.  Quello che ne esce fuori è un tagliente ed energico metal, che senza mezze misure ti entra in testa come un treno in corsa. Undici brani in cui si possono apprezzare suoni voluminosi ed intensi, ben sostenuti da una linea vocale che ne esalta le potenzialità e allo stesso tempo le qualità. Quarantotto minuti dove Alchemy Of Life (aka Matteo Bosi) concede ai brani aperture di suono che si dimostrano una bella variante riuscendo a generare uno spiraglio di luce ed una struttura generale sufficientemente cristallina.  In questo genere di scenari metal, spesso e volentieri le pro
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Intervista agli SMOKING TOMATOES

Tornano gli Smoking Tomatoes con un ep di brani inediti e si confermano come una delle band più energiche e divertenti del panorama hard rock italiano. Andiamo a scoprire qualcosa in più su di loro e su cosa stanno facendo in questo periodo. Buona lettura! 1 - Ciao e benvenuti! Cominciamo parlando in generale di "The Choice Is Made"! Cinque tracce, tanto impegno, ma anche molta soddisfazione. Riprendiamo il tema della “scelta” sul quale puntiamo molto e che, in qualche modo, è il concept alla base dei nostri lavori. Forse anche del prossimo! La ricetta è quella già nota: chitarre grosse, groove potente e voce graffiante. Bon apetit. 2 - Quali sono le vostre influenze musicali presenti e passate? In senso stretto sicuramente possiamo citare bands come Extreme, Living Colour, Ozzy, Van Halen. Poi ovvio che naturalmente in maniera inconscia siamo influenzati anche dai grandi classici. In senso più ci facciamo invece influenzare anche dagli altri genere, per capire cosa funziona

Intervista a DEMOGHILAS

Da quello che traspare da questa intervista ad Alfred Zilla si evince che Demoghilas non è solamente un progetto musicale, ma è una sorta di rifugio per un artista piuttosto intelligente  e sensibile, e che ci mette il cuore in quello che fa. Poco importa quindi se le sue uscite non sempre sono super professionali come sound o che vi siano anche delle imperfezioni. Tutto questo fa parte di una persona vera, prima ancora che artista. Siamo quindi nel vero underground, e non è poco! PS: QUI trovate la nostra recensione del suo ultimo album, "Antagonist". 1 - Ciao e benvenuto, Alfred! Cominciamo parlando in generale di "Antagonist"!  Ciao a tutti e grazie, innanzitutto! “Antagonist” era in cantiere da molto tempo, era un altro concept su alcuni antagonisti, appunto, di alcune storie famose. A differenza del lavoro precedente, in cui il suono finale era un omaggio al moderno Melodic Death, qui ho scelto volutamente un’impronta più underground e casalinga: ci sono pezzi

DEMOGHILAS "Antagonist" (Recensione)

Full-length, Independent (2024) Alfred Zilla è un artista che ci mette passione e personalità, e questo nuovo "The Antagonist" lo dimostra appieno. Il suo è un gothic rock/metal che abbraccia però anche altri stili, anche se in questo album tutto sembra essere stato portato ad una dimensione più scarna ed essenziale, come dimostra il primo pezzo in scaletta, " The Fallen Angel", un brano dove i riff di chitarra sono incisivi ma piuttosto semplici e il ritornello rimanda vagamente a qualcosa dei Type o Negative.  Proprio questa band emerge in vari punti dell'album, anche se bisogna tenere conto che un cantante come Peter Steele non è facile da raggiungere.  I suoni che Alfred adotta anche per questo album sono un po' sintetici e scarsamente lavorati. Abbiamo anche una drum machine che tende un po' ad appiattire il risultato finale. Per esempio ci sono dei pezzi dove una batteria più dinamica avrebbe giovato, come ad esempio nella interessante "Killin

Intervista ai NEFESH CORE

Oggi ospitiamo i dark-rockers Nefesh Core, che potrebbero sembrare a molti una formazione giovane, e infatti lo sono, ma al loro interno possiamo trovare volti già noti del metal e rock tricolore. Scopriamoli meglio assieme! 1 - Ciao e benvenuti! Cominciamo parlando in generale di "Getaway"! The Ghigas : Ciao a te! “Getaway” oltre ad essere la nostra opera prima rappresenta innanzitutto una sfida. Squisitamente sul piano artistico, è stata la scommessa che David (Brown) ed io ci siamo fatti quando nel 2018 abbiamo deciso di dare vita a questo nuovo percorso. Come abbiamo avuto modo di dire in altri contesti, non si trattava soltanto di cambiare ruolo, dato che entrambi ci siamo dedicati ad aspetti musicali inconsueti per noi, e come sai sto parlando del fatto che in questa band David è passato alla voce solista in clean e io al basso. Getaway è davvero un album con una sua identità precisa, frutto di idee stilistiche e tematico - competitive veramente nuove per entrambi, ben

DPERD "Choices" (Recensione)

Full-length, My Kingdom Music  (2024) Difficile davvero approcciarsi a questo nuovo album dei siciliani Dperd con in mente qualcosa che rimanga nella nostra solita comfort zone dominata dall'hard rock e dal metal. Persino il termine rock può essere applicato parzialmente a questo album, anche se a conti fatti questo è un album rock, ma con molte particolarità. Il flusso perpetuo di note che si traduce in una ipotetica unica traccia non intervallata da pause diciamo "normali", ma da semplici capitoli uniti tra loro e che cercano di attirare l'ascoltatore in un limbo in cui la malinconia si esprime non nei soliti concetti legati al gothic/dark o simili, si trasforma in un approccio blues/soul/jazz che mette in primis in risalto la capacità tecnica dei musicisti, e poi anche il loro intimo approccio alla musica. Tutto è abbastanza suggestivo e quasi irreale, come se il tempo si fermasse durante l'ascolto di questo disco. In questo la eccellente prova vocale di Valeri

VOID "Poem of an Ordinary Man" (Recensione)

Full-length, Nova Era Records (2024) Delle inquietanti sirene di guerra annunciano il primo brano di questo primo album dei nostrani Void, che propongono un alternative rock/stoner davvero interessante. "Poem of an Ordinary Man" è un concept album basato sul recente e ancora attuale tema della guerra in Ucraina. Un disco che risulta molto coinvolgente e che ha il sapore di quelle opere che uscivano soprattutto negli anni Settanta. Vengono infatti chiamati in causa sia i grandi nomi dell'hard rock di quegli anni, come ad esempio i Led Zeppelin o i Deep Purple, come anche tutta la scena alternativa degli anni Novanta. Senza andare ad analizzare ogni singolo brano, si può dire senza esitazione che questa band sa cosa vuole e lo dimostra appieno con questo album. Dei suoni caldi e avvolgenti e un cantante di razza come Marco Mittica spianano il terreno alle scorribande chitarristiche dell'ottimo Luca Presicci, senza comunque togliere nulla a basso e batteria, che sono ott