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KILLER ALBUM!

THE RISEN DREAD "Death From Above" (Recensione)

Full-length, Time To Kill Records (2025) Dovessi descrivere con una sola parola questo secondo album degli irlandesi The Risen Dread userei il termine "DEVASTANTE", e non avrei paura di esagerare. Questa band in realtà affonda le sue radici nel Brasile, terra natia di tre dei quattro membri che formano la line-up. Il sound che fuoriesce da "Death From Above" è dirompente, una sorta di ibrido tra il death metal e il metalcore che non lascia tregua. Fortunatamente non abbiamo quei break a volte inutili e forzati tipici dei death-core, e questo è un pregio, almeno per me: quello che viene a galla è soprattutto l'aspetto più brutale della band, che si esprime in brani veloci e che non troppo spesso spezzano questo metodo di intendere il metal estremo. Il disco non a caso, secondo me, inizia e finisce con due pezzi pazzeschi in termini di violenza, e sto parlando dell'iniziale "The Day I Died" e della conclusiva "Beyond My Final Breath". E...
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DISEASE ILLUSION "Plastic Ocean" (Recensione)

  Full-length, Independent (2024) Questo terzo album dei blognesi Disease Illusion ormai risale al 2024 ma è ancora abbastanza recente per parlarvene, anche perchè ci troviamo di fronte ad un prodotto di alta qualità e davvero maturo, e quindi ne parliamo volentieri. Cominciamo col dire che il melodic death metal proposto da questa band non ha troppi termini di paragone, perchè decisamente personale e che molte volte incorpora influenze da generi apparentemente distanti come la dark wave e l'elettronica in generale. Questo non vuol dire che ci troviamo di fronte ad un album dove siano preponderanti synth o drum machine, ma semplicemente vuol dire che il feeling che emana questo album, a partire anche da titolo e liriche, è decisamente dark. La band probabilmente vuole denunciare alcuni accadimenti che stanno rovinando i nostri tempi, come l'inquinamento del nostro pianeta e in generale altri fatti che hanno a che fare con tematiche simili. Il disco appare freddo, quasi meccanic...

Intervista agli INFECTION CODE

Gabriele Oltracqua è uno della vecchia guardia, questo è indubbio, ormai stiamo parlando di un cantante attivo nella scena da circa trent'anni coi suoi Infection Code, oltre che di un vero appassionato di metal. Insomma, anche da alcune risposte date, si sente a pelle che è uno che al metal ha dato tutto e continua a darlo. A voi la lettura adesso, fieri di averlo intervistato! PS: l'ultimo album della band, "Culto" lo trovate recensito da noi a questo link ! 1 - Ciao e benvenuto, Gabriele! Cominciamo parlando in generale di "Culto"! “Culto“ è il nostro ultimo disco, decimo nella nostra discografia. E’ stato registrato presso i Nadir Studios da Tommy Talamanca. E’ un ritorno il nostro ai Nadir Studios ed è stato un grade piacere poter collaborare nuovamente con Tommy Talamanca. Il disco è uscito a metà Aprile per Nadir Music. 2 - Quali sono le influenze musicali presenti e passate della tua band? Siamo vecchi metallari che sono cresciuti con i grandi classi...

NEURASTY "Identity Collapse" (Recensione)

Full-length, Volcano Records & Promotion (2024) Questa band nasce nel 2016 e vede componenti provenienti dall'Agro pontino, Napoli e Roma. Una line-up nella quale non tutti sono alla loro prima esperienza discografica (abbiamo visto il bassista  Silvio Assaiante in band come Daemonia & Claudio Simonetti e il batterista David Folchitto nei famosissimi Fleshgod Apocalypse).  La prima particolarità, se vogliamo chiamarla così nel 2025, è la presenza della voce femminile, che si alterna a quella maschile, anche se quella femminile è decisamente più presente e anche di gran lunga migliore di quella maschile. L'uno vero motivo che potrebbe giustificare l'esistenza della voce del chitarrista  Gabriele Vellucci è che offre delle dinamiche più estreme rispetto a quelle della brava Viviana Schirone, quindi abbiamo un mix di elementi funzionali alla proposta della band stessa. Venendo alla musica, ascoltando già solo le prime due tracce del disco, ovvero  "Lies" e ...

Intervista a DRAMANDUHR

Dopo aver recensito il suo nuovo album, " Vertuhn ", abbiamo ritenuto necessario raggiungere il tuttofare del progetto Dramanduhr, Stefano Eliamo, per indagare su uno dei progetti più interessanti in ambito avantgarde black metal degli ultimi anni. Ecco cosa ci ha detto Stefano, buona lettura. 1 - Ciao e benvenuti! Cominciamo parlando in generale di "Vertuhn" Ciao e grazie per l’ospitalità. Le dieci tracce che compongono Vertuhn sono state scritte poco dopo il primo album. Sebbene fossero già pronte da tempo, ho voluto aspettare il momento in cui sentissi un vero allineamento con l’Universo per pubblicarle e condividerle col mondo. In quel periodo non sapevo nemmeno se volessi davvero tornare a far parlare di me. Stavo attraversando una profonda crisi depressiva, qualcosa che purtroppo mi accompagna da sempre, riemergendo di tanto in tanto. Poi, una notte, sobbalzai dal letto e cominciai a camminare in tondo nella mia stanza. Decisi di mettermi le cuffie e riascolta...

DRAMANDUHR "Vertuhn" (Recensione)

Full-length, Broken Bones Promotion & Productions (2025) Attivo dal 2020, Stefano Eliamo e il suo progetto Dramanduhr tagliano il traguardo del secondo album. Dopo un primo album ben accolto dalla critica intitolato "Tramohr", adesso il musicista siciliano ci ha preso gusto e ritorna alla grande con questo "Vertuhn". Iniziamo subito col dire che la prima cosa che lascia stupiti è l'idioma dei testi. Trattasi di una lingua creata dallo stesso Stefano e che prende il nome di "Dahrmonium", che non è altro che una specie di idioma somigliante per certi versi al tedesco e ad alcune lingue scandinave, che ben si sposa col tessuto sonoro proposto anche in questo caso da Dramanduhr, che un'altra volta, e forse ancor di più che in passato, pianta i paletti di un genere tutto sommato originale e che difficilmente si può accostare ad altri. Vengono citati nomi di riferimento quali Sigur Ròs, Thy Catafalque, Negură Bunget, Vintersorg. Aggiungerei Enslaved,...

Intervista ai DISEASE ILLUSION

Oggi ospitiamo una delle realtà più valide del panorama melodic death metal italiano, ovvero i Disease Illusion. Abbiamo parlato del loro ultimo album, "lastic Ocean" e di tante altre cose interessanti. A voi il resoconto della nostra chiacchierata virtuale! 1 - Ciao e benvenuti! Cominciamo parlando in generale di "Plastic Ocean". Quanto ci avete impiegato a realizzarlo? Ciao! "Plastic Ocean" ci ha letteralmente divorato per quasi due anni. È stato un lavoro lungo, intenso e anche faticoso, ma ne è valsa la pena. Volevamo creare un album che fosse potente, melodico e ricco di atmosfere, e per farlo abbiamo limato ogni dettaglio fino all’ultimo secondo di musica. È il disco che meglio ci rappresenta oggi. 2 - Quali sono le vostre influenze musicali presenti e passate? Siamo cresciuti a pane nutella, e melodic death metal scandinavo: In Flames, Soilwork, Dark Tranquillity. Ma non ci siamo mai fermati lì. Oggi ascoltiamo di tutto, dal metal estremo al prog, d...