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DRAMANDUHR "Vertuhn" (Recensione)

Full-length, Broken Bones Promotion & Productions
(2025)

Attivo dal 2020, Stefano Eliamo e il suo progetto Dramanduhr tagliano il traguardo del secondo album. Dopo un primo album ben accolto dalla critica intitolato "Tramohr", adesso il musicista siciliano ci ha preso gusto e ritorna alla grande con questo "Vertuhn". Iniziamo subito col dire che la prima cosa che lascia stupiti è l'idioma dei testi. Trattasi di una lingua creata dallo stesso Stefano e che prende il nome di "Dahrmonium", che non è altro che una specie di idioma somigliante per certi versi al tedesco e ad alcune lingue scandinave, che ben si sposa col tessuto sonoro proposto anche in questo caso da Dramanduhr, che un'altra volta, e forse ancor di più che in passato, pianta i paletti di un genere tutto sommato originale e che difficilmente si può accostare ad altri.

Vengono citati nomi di riferimento quali Sigur Ròs, Thy Catafalque, Negură Bunget, Vintersorg. Aggiungerei Enslaved, Ihsahn, Nokturnal Mortum personalmente. Insomma, Dramanduhr non ha apportato troppe modifiche rispetto alle coordinate stilistiche del precedente album, ma sicuramente in questo nuovo album non mancano le idee e gli episodi avvincenti, che sono la maggior parte. Si parte già con uno di questi, la bellissima "Andeterlit Stahr Hammit", che si distingue per impeto e classe, per proseguire poi con uno dei singoli apripista del disco, nonchè uno dei brani più orecchiabili e "cantabili". Stiamo parlando di "Arrohn! "Arrohn!", brano che coi suoi echi folk, pagan ed etnici conquista anche grazie ad un ritornello molto ben architettato.

Le sorprese non finiscono qui, come anche le sperimentazioni di Stefano, che si mescolano ad un tessuto talvolta black e dark, ma che trova spesso degli spiragli quasi allegri inaspettati, che richiamano anche scenari fantasy. Brani come "Ick Tenràh Val Tahr", in cui compare anche la voce femminile. o "Stèhr Dahm" denotano una fervente immaginazione da parte di Stefano, quasi un vulcano in piena, e a volte fin troppo indaffarato nel condire ogni angolo della sua proposta con qualcosa di originale, fresco.

Album come questi vanno presi con un approccio propositivo e di larghe vedute, quindi ne stiano lontani gli amanti del metal estremo in senso stretto. Se invece amate le contaminazioni, anche quelle etniche, questo disco fa al caso vostro. Ultima nota positiva per il cantato di Stefano, che si esprime in un pulito evocativo  e che quasi mai scade nel canto estremo. Scelta singolare ma azzeccata anche questa.

Recensore: Marco M.

Tracklist:

1. Andeterlit Stahr Hammit
2. Arròhn! Arròhn!
3. Deh Rundertax
4. Dertèh Marlàhk
5. Ick Tenràh Vahl Tahr
6. Stèhr Dahm
7. Terlàht
8. Thermanos Trekitat
9. Urrakan
10. Vehr Tùnhk

Line-up:
Dramanduhr - Everything 

Links:
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