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Intervista ai DPERD


Una band anomala, perlomeno da chi ascolta sempre metal vecchia scuola e simili. In effetti su queste pagine solitamente trattiamo cose più "dure", ma ciò non toglie che la qualità viene sempre prima di tutto il resto, e la proposta dei Dperd ne ha da vendere. Inoltre è un progetto che per vie traverse potrebbe piacere ai cuori più dark e riflessivi, quindi...La parola a Carlo Disimone, polistrumentista della band.
PS: QUI la recensione del loro ultimo album, "Choices".

1 - Ciao e benvenuto Carlo Cominciamo parlando in generale di "Choices"!
Ciao sono Carlo. Assieme a Valeria abbiamo formato questa band. Choices è il nostro ottavo full lenght, il settimo con My Kingdom Music. Choices è stato registrato senza pause tra una song e l'altra: la fine di una, è l'inizio dell'altra. È cominciato per caso: la traccia 2 si collegava alla prima ed è andata a finire che le abbiamo registrate tutte connesse tra loro. L'intero album si può ascoltare come un unico lungo brano o in modo tradizionale. Il lettore cambia il numero della traccia, man mano si va avanti. Devo dire che, solo con l'ascolto del disco "fisico", si apprezza la vera continuità, già su Spotify non è più perfetto. In un momento dove, nella musica, il disco ha perso valenza, non sarebbe male se rivedessimo qualcosa nel nostro modo di ascoltarla.

2 - Quali sono le tue/vostre influenze musicali presenti e passate?
Sono cresciuto dentro un cinema, che proiettava film anni settanta, uno dopo l'altro. Credo che tutte le colonne sonore di quegli anni abbiamo lasciato il segno e aggiungiamo, ovviamente, tutto il post punk dagli anni ottanta ad oggi. Valeria ha una formazione classica, è laureata al Conservatorio, ma c'è di tutto tra i suoi ascolti

3 - Che tematiche affrontano i testi delle vostre canzoni di solito e in particolare quelle di questo album?
I testi parlano, in genere, del disagio che affrontiamo nel relazionarci con gli altri, delle assurdità del sistema in cui viviamo, alcuni traggono ispirazione da libri che leggo. In fondo, non diamo molta importanza ai testi: in alcuni brani abbiamo lasciato i vocalizzi di Valeria, senza un vero e proprio testo

4 - Da quanto esistono i Dperd e cosa ricordate dei vostri inizi?
I Dperd esistono da più di un ventennio. Entrambi facevamo parte di una band degli anni novanta, che si chiamava "Fear of the Storm", con la quale abbiamo registrato tre tape album, un mini cd ed un album full lenght, che non uscì mai. Recentemente, la nostra label ha pubblicato un box triplo, con tutto il materiale edito ed inedito di quella band.



5 - Come vedi il vostro cammino come band? Cosa ti soddisfa di più di quanto avete fatto in questi anni di attività?
Mah, sono sempre molto critico con me stesso! Avessi la possibilità, rifarei tutto in modo diverso: ogni disco è la fotografia di un momento, tutto cambia e noi non facciamo eccezione a questa regola naturale. La cosa di cui siamo più fieri è il fatto che abbiamo continuato a comporre e registrare musica, nonostante il trascorrere del tempo e i problemi che abbiamo affrontato nel corso della nostra vita.

6 - Come pensi che si evolveranno i Dperd in futuro? Hai già un' idea su come potrebbe evolversi il vostro sound?
Abbiamo già una decina di brani, in cantiere. Ti posso anticipare che non ho usato sinora, in nessun brano, il charleston, per tenere il tempo e spero di riuscire a coinvolgere il nostro storico sound engineer ad inserire i suoi interventi alla tromba, come in Choices ed il precedente Monsters. Non posso anticipare nient'altro, anche perché tutte le volte che ci approcciamo ad un brano, non sappiamo che strada prenderà la song. Spero solo che si possa continuare a fare musica, divertendoci

6 - A chi consiglieresti "Choices" e perchè?
A tutti ovviamente ma in particolare a chi ama sonorità antiche, musica fatta bene e con passione, ma soprattutto a coloro i quali riescono ad andare oltre l'apparenza ed ammirare anche il lato oscuro della Luna.

7 - A livello di live state pianificando qualcosa di importante?
I Dperd non hanno mai suonato dal vivo. In studio, suono tutti gli strumenti. Un concerto, con basi registrate, non lo tengo nemmeno in considerazione. Avremmo bisogno di almeno altri tre musicisti, per un live degno di questo nome. Questo vorrebbe dire un impegno di tempo e denaro che, per adesso, non ci sentiamo di sostenere

8 - A te le ultime parole. Un saluto!
Grazie a tutti coloro che avranno avuto la bontà di arrivare in fondo a questa intervista e a tutte le persone che ci seguono.


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