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Intervista a DEMOGHILAS


Da quello che traspare da questa intervista ad Alfred Zilla si evince che Demoghilas non è solamente un progetto musicale, ma è una sorta di rifugio per un artista piuttosto intelligente  e sensibile, e che ci mette il cuore in quello che fa. Poco importa quindi se le sue uscite non sempre sono super professionali come sound o che vi siano anche delle imperfezioni. Tutto questo fa parte di una persona vera, prima ancora che artista. Siamo quindi nel vero underground, e non è poco!
PS: QUI trovate la nostra recensione del suo ultimo album, "Antagonist".

1 - Ciao e benvenuto, Alfred! Cominciamo parlando in generale di "Antagonist"! 
Ciao a tutti e grazie, innanzitutto! “Antagonist” era in cantiere da molto tempo, era un altro concept su alcuni antagonisti, appunto, di alcune storie famose. A differenza del lavoro precedente, in cui il suono finale era un omaggio al moderno Melodic Death, qui ho scelto volutamente un’impronta più underground e casalinga: ci sono pezzi più Punk e Hard Rock, altri più gotici. Come chitarra ho usato una doppio manico realizzata su commissione dal mio liutaio Donato De Rubeis, un vero amico, la batteria avevo pensato di registrarla in casa ma il risultato non era neanche vicino alla sufficienza, così ho dovuto campionarla per renderla perfettamente lineare come ho sempre fatto. Va detto che io non nasco come batterista e non ho mai avuto veramente i mezzi e le risorse per uno studio professionale, quindi mi sono sempre limitato a fare musica da solo nel mio covo. Alla fine il risultato, nonostante qualche ripensamento finale dovuto anche ai pareri degli ascoltatori, è uscito come sentivo giusto allora: batteria con molta stanza vintage ed echeggiante, chitarre con suono Orange acute a sinistra e gravi a destra, voci in rialzo con molta compressione e tanto riverbero ma senza il contrasto alto-basso del precedente album, qui è una sola voce narrante. Il basso avrei potuto distorcerlo un po' di più, sto riflettendo adesso, ma l’ho fatto solo in alcuni punti e tanto mi basta. Tutto il processo è iniziato la scorsa estate e si è concluso a Marzo di quest’anno. 

2 - Quali sono le tue influenze musicali presenti e passate? 
Se guardo indietro ripenso ai primissimi gruppi che mi hanno avvicinato a questo mondo: Marilyn Manson, Rob Zombie, gli Slipknot… Ma nessuno di loro rientra appieno tra le mie influenze, in realtà. Ho un solo nome per la mia band preferita: i Rammstein. I soli e gli unici che andrò ancora a vedere dal vivo in prima fila, li scoprii al quinto liceo e non mi hanno mai più lasciato, in ogni momento bello o brutto, e mi hanno anche fatto capire che tipo di musica volessi fare, ma senza farne una copia blanda. Altri gruppi che amo sono i Black Sabbath, i Death SS e i Goblin. In generale prediligo il Rock e il Metal Europei, dal Gothic all’Industrial, dal Doom al Death Melodico finanche a qualcosa di sperimentale come il Folk o le colonne sonore di film e videogiochi, ad esempio le pellicole di Dario Argento o Tim Burton o i vecchi giochi di Final Fantasy. 

3 - Che tematiche affrontano i testi di questo nuovo album? 
“Antagonist” riguarda appunto degli antagonisti principali di storie conosciute – come Darth Vader, Godzilla o Harley Quinn, per fare alcuni nomi. Non importa quanto possano essere malvagi, non sono nati così, lo sono diventati dopo aver resistito e sopportato fin troppo tutto il peso del mondo e delle sue bugie. Mi sento molto legato perché anch’io mi sento come loro, una specie di Quasimodo o di Mostro di Frankenstein. Sto ancora cercando il mio angolo di pace in questo mondo maledetto, bravo solo a generare nuovi mostri e cercare di liberarsene dopo, quando potrebbe benissimo scegliere di dare ad ognuno tutto ciò che gli sarebbe dovuto, a partire dal diritto alla sopravvivenza. Sullo stile vocale, più che un canto è stata una recitazione, ho cercato anche banalmente di imitare le voci di questi personaggi per raccontare le loro storie e il loro punto di vista. 

4 - Da quanto esiste il tuo progetto e quanti album hai realizzato? 
E per caso arrivavi da precedenti esperienze musicali? Il Progetto Demoghìlas esiste dall’estate del 2016, l’ultimo anno in cui nella mia vita andava davvero tutto bene e non avevo alcuna preoccupazione al mondo. Ma il primo album uscì l’estate seguente, quando le cose brutte stavano iniziando ad arrivare. Finora ho realizzato tre album: “Vengeance on All!” è il battesimo del fuoco spontaneo e di pancia, “Gallows Hood” è un concept su alcuni miei incubi che ha bisogno di una remaster, “Sin Easter” è un altro concept sul binomio Pandemia-Peccati Capitali ed è il mio preferito a livello di produzione e vicende personali. Avevo in passato cercato di mettere su una vera e propria band, ma poi ho capito che dovevo fare tutto da solo perché riesco ad andare d’accordo o quasi solo con me stesso, e in totale autonomia avrei potuto lavorare ad ogni ora. Pierpaolo Lucchesi dei Traum Jesters mi ha iniziato a questo stile e mi ha anche prodotto i primi due album e badato al mastering di quest’ultimo, è un carissimo amico e gli devo tutto se sono in grado di trattare musica per conto mio. Mi piacerebbe davvero tanto avere una band e fare dei concerti, ma ci sono troppe scaramucce in questo ambiente che mi fanno desistere: locali che non pagano, gente che non vuole venire, luoghi inadatti ad uno spettacolo… Il mio palco ideale sarebbe in un anfiteatro o davanti ad una chiesa con un cimitero, in perfetto stile Pet Sematary! :D Forse un giorno, nel Nord Europa… Per ora mi limito alla produzione nel mio antro oscuro! 


5 - Come pensi che si evolverà Demoghilas in futuro? Hai già un' idea su come potrebbe evolversi il tuo sound? 
Non ho più molte idee, credo di aver esaurito le storie legate ai concept, anche perché la maggior parte di questi racconti li sto scrivendo o li ho già scritti in libri che sto ultimando e che usciranno di pari passo, in modo da estendere ulteriormente tutto quello che ho da dire. Certamente ho in mente un’altra storia per questo progetto, il suono e lo stile dovranno essere diversi come lo sono stati per i miei lavori fino ad oggi, magari la matrice sarà sempre quella ma ci sarà sempre una sperimentazione in più, per ora è tutto ciò che posso dire. Direi anche che prometto di correggere alcuni sbagli, ma se finora ho pubblicato dei lavori dopo averli ascoltati a lungo, sono giunto alla conclusione che questo è il meglio che ho potuto fare e l’ho fatto con il cuore. In perfetto stile Frankenstein. 

6 - Se dovessi convincere un nuovo ascoltatore a scegliere la tua musica e a scoprirla, come cercheresti di convincerlo? 
Se sei un sostenitore dell’underground, se ti piace il Metal Sperimentale non troppo estremo e con un sound vintage, se sei un nerd e se soprattutto ti senti in guerra con il mondo e con le sue bugie, anche senza diventarne un fan sfegatato ti dico che non sei da solo! 

7 - Pensi che Demoghilas potrà mai diventare una vera e propria band? 
Lo spero molto, almeno dal vivo. Vorrei concludere la storia con questo mio progetto e, quando si saranno sistemate le cose nella mia vita, riuscire a fare dei concerti occasionali, come delle feste, nello stile di cui ho parlato più sopra. La mia idea è sempre stata di esibirmi in costume nei periodi festivi come Halloween e Natale, l’idea e il sogno sono sempre lì, ma al momento non mi è veramente possibile. Un altro sentimento con cui devo fare i conti in ogni istante della mia vita da musicista è che, a differenza di una volta, non è più possibile campare di questo mestiere con questo genere specifico. Tutti i grandi gruppi sono esistiti, tutto ciò che poteva essere raccontato in qualunque forma è stato già fatto, non credo esisterà più una storia totalmente inedita e originale, anch’io racconto cose che sono già avvenute ma con un altro stile, con il mio punto di vista. È tutto ciò che è rimasto e va trattato con il massimo rispetto. 

8 - Parlaci del video e del pezzo "Silent Hill". 
Idee che avevo in mente da molto, anche da prima che esistesse effettivamente il Progetto Demoghilas. Il video è stato il massimo di quello che sono riuscito a fare da solo, volevo interagire con dei mostri come in uno spettacolo dei Muppets, mi sono affidato ai miei giocattoli e costumi. Prima, avrei pensato ad una grande città fantasma che somigliasse vagamente a Chernobyl, ma poi ho capito che sarebbe stato sufficiente una giornata grigia nel mio paese in Puglia, Tricase. Soprattutto il mio quartiere ha delle zone molto suggestive, è stato un video molto più “architettonico” rispetto agli altri, se mi è concesso il gioco di parole. Il significato è che dopo tutta la storia dei cattivi incompresi, in cerca di riscatto e di vendetta, alla fine tornano tutti a casa, dove nessuno potrà mai fargli del male. 

9 - A te le ultime parole. Un saluto! 
È stata una bellissima chiacchierata, vi ringrazio di cuore. Come dico sempre a chi legge queste parole: non drogatevi, divertitevi ma siate coscienziosi e non rinunciate mai alle persone che vi amano. Siate creativi, non ambiziosi. Stabilite regole e limiti, ma siate comprensivi. Pretendete ciò che è giusto e dovuto, ma non siate troppo arroganti. Per quanto possa essere difficile la vita, per quanto possa fare schifo il mondo, non tutto è perduto e a volte basta anche un singolo motivo per andare avanti. Questo mio motivo lo devo alla mia compagna, che ho aspettato e voluto da quando sono stato piantato in asso, non sono triste come una volta ma sono sempre arrabbiato perché non vi è la possibilità di realizzare i nostri sogni e vivere per conto nostro. Paradossalmente io sono molto più vicino a chi, come me, è povero e vive ancora con i famigliari ma che si sta spaccando la testa per poter fuggire, non mi piacciono i forti, i vincenti, gli indipendenti e i realizzati, specie quelli che hanno la possibilità di aiutare i più deboli ma non lo fanno, comportandosi anche da arroganti. Desidero che tutto questo diventi un brutto ricordo, un giorno, che troviamo tutti la nostra casa lontano da tutto questo veleno. Sarebbe stupendo se in futuro le macchine andassero ad acqua, non si pagassero più tasse inutili e insomma le cose andassero bene a priori, ma io non sono mai stato un ottimista e continuo a pensare che l’umanità non ha mai imparato dai suoi stessi errori. Io sono convinto di essere un antagonista, ma non ho mai fatto niente di male e mi importa solo di me e di chi mi sostiene. Se stai leggendo queste parole, anche se non ti conosco sei dei nostri! Per ora ci dobbiamo salutare. Grazie un’ultima volta, vi aspetto presto!


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