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Intervista ai NEFESH CORE


Oggi ospitiamo i dark-rockers Nefesh Core, che potrebbero sembrare a molti una formazione giovane, e infatti lo sono, ma al loro interno possiamo trovare volti già noti del metal e rock tricolore. Scopriamoli meglio assieme!

1 - Ciao e benvenuti! Cominciamo parlando in generale di "Getaway"!
The Ghigas: Ciao a te! “Getaway” oltre ad essere la nostra opera prima rappresenta innanzitutto una sfida. Squisitamente sul piano artistico, è stata la scommessa che David (Brown) ed io ci siamo fatti quando nel 2018 abbiamo deciso di dare vita a questo nuovo percorso. Come abbiamo avuto modo di dire in altri contesti, non si trattava soltanto di cambiare ruolo, dato che entrambi ci siamo dedicati ad aspetti musicali inconsueti per noi, e come sai sto parlando del fatto che in questa band David è passato alla voce solista in clean e io al basso. Getaway è davvero un album con una sua identità precisa, frutto di idee stilistiche e tematico - competitive veramente nuove per entrambi, ben lontane dagli stili del power metal e del progressive cui ci siamo da sempre dedicati nei Metatrone, per capirci. Ogni canzone, a partire dalla title track, è una serie di racconti, creati con una visione quasi cinematografica, non saprei definirla meglio, intensamente metaforica e a tratti surreale come emerge, a nostro parere, in alcun brani come “Try to climb” o “Stormraven”, o ancora “The Fortune lies”. Anche canzoni più “reali” come “The Mafia mentality” se vuoi, presentano una struttura musicale di tipo “narrativo”. Anche la “psicotica” “Otherside” si presterebbe bene ad un racconto “visivo” oltreché musicale. Quando uscì il video di “Another Break to Life”, il regista riesci infatti a costruire una storia partendo semplicemente dal testo del brano. Insomma, “Getaway” rispecchia fedelmente la natura del nostro creare musica e secondo me può essere considerato un nostro “statement” artistico. Se entriamo dentro il lato più tecnico, anche qui l’album mostra una forte aderenza con la ricerca sonora che abbiamo fatto. Tutto, dai suoni di chitarra al suono dei synth, passando dagli arrangiamenti e dai testi, è messo al servizio del racconto che vive in ogni brano. E’ come se alla fine di ogni traccia, si leggesse un The End, come alla fine della proiezione di un film al cinema.
David: Musicalmente parlando è l’album che definisce il nostro stile, non soltanto narrativo, come detto da Ghigas, ma anche stilistico. In qualità di dark / gothic rock band, tutto coincide: dalle melodie ai suoni, al mix e al mastering. Non mancano momenti più schiettamente rock e metal oriented, come “Wake me, rain”, “Scandal” o “Unerasable”. Ma non c’è niente di scontato quando tutto nasce naturalmente. E’ un disco in cui c’è davvero tanta emozionalità, passione per la musica e l’arte in generale.

2 - Quali sono le vostre influenze musicali presenti e passate?
The Ghigas: Non ci sono influenze volute, premeditate e non abbiamo mai volutamente imitare nessuno. In questi mesi all’interno di molte valutazioni di alcuni “addetti ai lavori”, parlando di noi si fa riferimento a band come Moonspell, Paradise Lost, e Sentenced. Siamo da una parte lusingati, perché ovviamente stiamo parlando di band “culto” nel gothic metal. Ma forse ti stupirò dicendoti che non sono band che appartengono ai miei ascolti abituali, diciamo così. Altri hanno sentito richiami ai Depeche Mode e questo ha in effetti più senso, perché sono una band che come The Cure mi e ci hanno “musicalmente” coinvolto. David proviene dal metal tecnico o iper-tecnico di band come Annihilator, Megadeth o dello stesso Malmesteen, è un tastierista molto vicino ai Dream Theater dell’era “Kevin Moore”. Per intenderci credo che i Nefesh Core siano un’espressione decisamente originale.
Bob: io e Ghigas siamo cresciuti, come musicisti, nel pieno dell’era del grunge. Alice In Chains, Nirvana, Soundgarden, Helmet e Smashing Pumpkins sono nelle nostre “corde” più che i Paradise Lost, in realtà. Io rispetto a Ghigas ho un forte legame con la New Wave anni 80 e con il rock progressivo degli anni 70 (Genesis, King Crimson, Jethro Tull), e lo dico senza modestia, sono un profondo cultore e conoscitore dei Beatles! Ecco qui stanno le mie influenze più significative.
David: Oltre alle band che diceva Ghigas, fanno parte del mio personale background compositivo i Toto e i Sepultura (nonché Soulfly e Camera Conspiracy) allo stesso modo! Sembra una paradosso, ma ti assicuro che è così! Quindi come vedi c’è tutt’altro che dark metal nel miei “riferimenti”. Quello che scrivo è originalmente mio, e nostro. Sono gli altri che sentono l’influenza di questo e quell’altro artista, nelle nostre canzoni. Ma nessun problema, dai!
Andrea: Io invece vengo dal mondo “cantautorale” legato al pop, e pur ascoltando da sempre rock e hard rock melodico, devo dire che la mia esperienza nei Nefesh Core segna l’inizio di un percorso per me del tutto nuovo, fatto di nuove sperimentazioni e mi consente di entrare nel mondo del metal, dove posso esplorare diversi modi espressivi con il mio particolare drumming.

3 - Che tematiche affrontano i testi di questo album?
The Ghigas: Getaway è un album esistenziale. E’ la somma delle immagini che ci sono venute in mente, mentre ne raccontavamo le storie. E’ una raccolta di storie, di vite vissute o immaginate, e non è un concept album ovviamente. In 10 tracce abbiamo voluto condensare e tracciare passo dopo l’altro quella che è la nostra visione personale della vita, della poesia e dell’arte, attraverso i filtri, il linguaggio, le tinte principali e le sfumature che appartengono alla musica dark e alla cultura gothic in generale. E’ un viaggio attraverso la mente, i sentimenti, i ricordi, le immagini, è un grido di denuncia (non politica, né politicizzata) sul vivere e sul morire, come un faro che perfora la notte e mette in risalto cose che non vorremmo venissero ma messe a nudo e che stavano lì rannicchiate, abbandonate o dimenticate, in un angolo buio, sotto la polvere, aspettando magari di essere scoperte. I concetti di “dark” e “gothic”, per i Nefesh Core si riassumono in queste immagini. Tutti hanno provato la forza evocatrice di una foto sbiadita, la potenza dirompente di quel piccolo scatto di una polaroid che non ricordavi più esistesse e che invece racchiude la parte più vera di te e della tua esistenza, il tuo essere autenticamente te stesso, cosa che, chissà, magari hai tenuto soffocato per molto, forse troppo tempo. Ecco, questi sono i temi che vivono in Getaway. Siamo visionari??? Cazzo, sì e nel senso più autentico ed artistico possibile!

4 - Da quanto esistete? Per caso arrivavate da precedenti esperienze musicali?
David: I Nefesh Core esistono dal 2018. Ma come ha già accennato Ghigas, entrambi ci conosciamo e suoniamo insieme nei Metatrone dal 1997 (iniziammo con altro monicker in realtà). Con Metatrone, abbiamo realizzato 4 album in studio, vari singoli e diversi videoclip. Forse siamo tra le poche (l’unica?) power / prog metal band di ispirazione cristiano - cattolica del pianeta, ad avere una discografia ed una attività live ufficiale in Italia e all’estero, e con una storia alle origini piuttosto originale se pensi che iniziamo con un album co-prodotto dal Seminario Arcivescovile della nostra città (Catania) quando io avevo da poco iniziato il mio percorso spirituale e gli studi per il sacerdozio. D’altronde musicisti lo eravamo già da tempo, e quella fu una naturale anche se inaspettata evoluzione degli eventi, che riuscivano a conciliare in modo spettacolare, entrambe le cose. Quando uscì “Eucharismetal” (quarto album dei Metatrone) nel 2016 ero già sacerdote. Poi l’ottusità e una distorta e, come spesso dice Ghigas, “poco cristiana mentalità aziendale” di alcuni vertici del clero locale di allora, non permettendomi di suonare, e quindi di essere pienamente me stesso, mi portò, dopo lungo travaglio, alla decisione di lasciare gli ordini sacri. Oggi sono felicemente sposato con la donna che amo, e continuo ad amare Cristo e la chiesa cattolica, rimanendo al tempo stesso ciò che sono stato, sono e sarò sempre: un musicista, un metallaro, un compositore, un growler ed uno shredder alle tastiere!
Bob: Anche io ho diversi decenni di esperienza come musicista in studio e dal vivo, autore, compositore e chitarrista o bassista di altre band in passato, per lo più legate all’indie rock. Da qualche anno, ho anche realizzato alcuni album da solista. Come Ghigas, sono un musicista piuttosto poliedrico, e mi sono sempre messo alla prova. Entrambi iniziammo nel 92 circa, a suonare insieme: suonavamo le chitarre in una piccola band, nella quale, neanche diciottenni, avevamo già scritto molti brani originali, all’interno dei quali eravamo riusciti a fondere elementi del pop rock italiano a elementi più vicini al metal e al grunge appunto made in USA.
Andrea: io suono anche in una band di pop. rock italiano chiamata DePlano, assiema a mio fratello e ad altri musicisti. Quindi come vedi hai di fronte quattro musicisti, diciamo così, “veterani”… ma non ancora arrugginiti! Anzi.


5 - Come pensate che si evolveranno i Nefesh Core in futuro? Avete già un' idea su come potrebbe evolversi il vostro sound?
Andrea: Nefesh Core, sono una fucina creativa inestinguibile. David e Ghigas mantengono vivo il motore della scrittura e, a causa dello stop forzato cui ci ha costretto la pandemia, la band, anche prima del mio ingresso, stava già scrivendo parecchie nuove canzoni. Della serie: non ci si ferma mai. Oggi abbiamo materiale sufficiente per un secondo album. Siamo anche una band in evoluzione e credo ci sarà una crescita, che si sentirà nei suoni e nel songwriting in generale. Crescere come persone ha sempre un riflesso nella musica che crei. Si sente nei testi e nelle melodie, che restano la parte più importante di ogni nostra canzone. Il lavoro sulla melodia è infatti il nodo centrale di ogni brano, tutto ruota attorno ad essa e il ritornello rimane sempre il cuore di tutto. Credo inoltre che il mio ingresso, dato il particolare drumming strettamente legato alla mia condizione fisica, contribuirà a marcare alcuni tratti ritmici delle nuove produzioni dei Nefesh Core. Peraltro sono davvero felice di poter essere io il primo batterista a portare l’energia di questa band in giro sul palco.
The Ghigas: Le nostre canzoni rappresentano la nostra eredità spirituale. Quel che resterà di noi ai chi verrà saranno le nostre melodie, i nostri giri armonici e i nostri testi. Ecco perché sono così importanti e essere musicisti per noi è una cosa seria, vitale direi. Le sorprese di quello che sarà il nuovo prossimo Nefesh Core “sound” sono racchiuse in una ventina almeno di brani, dai quali attingeremo a quelli che finiranno nella track List definitiva del secondo album. Già l’uscita della nostra versione del classico brano dei The Cure, “Lullaby”, segna un passo avanti nella nostra evoluzione. Non vediamo l’ora di potervi fare sentire qualcosa!
Bob: Anche secondo me ci sarà una maturazione del sound che già da tempo si sta spingendo verso aree più dure, metal oriented, anche se la componente elettronica tra synth e tastiere, resta a fare da garante del legame tra Nefesh Core e i territori sonori della New Wave e dell’Electro-pop / rock “ottantiano” che noi amiamo e che ci caratterizza. Bella storia, credimi!

6 - Se doveste convincere un nuovo ascoltatore a scegliere la vostra musica e a scoprirla, come cerchereste di convincerlo?
David: Guarda come siamo belli! Come fai a non seguire quattro musicisti così affascinanti!!! (Eh eh). Scherzo, dai! Secondo me la nostra musica ha un fascino tutto suo. A prescindere dai richiami che, come ti dicevo, chi ascolta può liberamente trovare tra i propri ascolti abituali, di fondo resta un dato certo, e lo dico senza falsa modestia, e cioè che le nostre canzoni hanno un’arma vincente: il ritornello e gli arrangiamenti che gli stanno intorno. E’ li che ti resta in mente, protagonista indiscusso di ogni canzone, sovrano del songwriting a tutti i livelli. E’ stata sempre una mia filosofia, che è pienamente condivisa degli altri della band. Il chorus è tutto. Se lo ascolti diventa parte di te. È la carta di identità di ogni brano. Certo ci sono riff di chitarra o motivi di tastiera che hanno a volte lo stesso potere “ammaliante”, ma niente resta immortale come un ritornello. E noi ne abbiamo a bizzeffe. Getaway ne è la dimostrazione. Chi ama ascoltare un rock che si avvicina al metal e mantiene viva un’anima dark e gotica, per i motivi che ti abbiamo detto in precedenza durante questa intervista, non può che apprezzare il nostro sound. Questa è la ricetta vincente del nostro essere musicisti, assieme ad una buona dose di onestà artistica ed intellettuale, cosa che a volte manca e dove manca, si sente… D’altronde per far sì che tutto quello che ti ho detto sia realizzabile, ci vuole un grande sforzo produttivo. Ecco perché ci teniamo ad avere un livello di mix e mastering sempre molto alto, siamo perfezionisti e siamo abituati a circondarci di altri tecnici che siano attenti e perfezionisti come noi. Chiunque abbia ascoltato i nostri lavori fin’oggi ha sempre trovato la massima qualità nel sound design, nel mix e nel mastering. E questa è per noi un’altra priorità assoluta, a garanzia di ogni nostra fatica e ad onore di chi ci ascolta e/o ci ascolterà.

7 - A livello di live state pianificando qualcosa di importante?
Bob: Certo. Da mesi stiamo lavorando duramente alla preparazione della nostra set list. Non vediamo l’ora di suonare dal vivo! Abbiamo tutti molti anni di performance sul palco a vario titolo e, sia umanamente che professionalmente, non vediamo l’ora di fare conoscere i Nefesh Core alla gente! Come già detto in altre occasioni gli eventi legati alla pandemia e gli effetti che questa ha avuto negli anni successivi per il mondo del music business sono stati pesanti ed hanno penalizzato non soltanto le realtà emergenti. Oggi sembra proprio che si stia ritornando ad una sorta di normalità. Quello che stiamo facendo adesso è prepararci al meglio per iniziare a suonare dal vivo dal prossimo autunno, anche grazie al supporto della nostra agenzia di promozione che si sta impegnando alla grande!

8 - Il vostro sogno più grande per i Nefesh Core qual è?
Bob: Una domanda tosta… Credo sia poter continuare a fare album di qualità che ci rappresentino sempre al 100%, farlo in modo libero, selvaggio come ogni artista dovrebbe poter fare, sapendo di poter contare sulle proprie capacità compositive, e sperando di essere sempre ispirati a dovere.
The Ghigas: Si Bob ha detto molto bene: avere sempre un messaggio da dare, una storia da raccontare, che possa essere uno spiraglio sul mondo per quanti non hanno punti di vista o vogliono averne di nuovi. L’arte è vita per noi. E quindi il nostro sogno è quello di restare “vivi” in eterno grazie alla nostra musica e anche grazie al supporto di quanti sapranno apprezzare il nostro lavoro. Si decisamente questo: rimanere artisti sempre e comunque, liberi ed immortali!

9 - A voi le ultime parole. Un saluto!
David: Che dire. Ti ringrazio a nome dei Nefesh Core per l’opportunità di fare assieme questa interessante chiacchierata, qui tra le pagine di “The Sound of Perseverance”. Salutiamo tutti i voti lettori e vi invitiamo a sostenere la nostra band e tutte le band che scrivono musica originale, in un mondo di facili “copiatori” affinché rimanga viva la buona musica. Seguiteci sui nostri canali “social” e ci vediamo dal vivo! Ciao!
Bob, The Ghigas e Andrea: Ciao e grazie! A presto, gente!


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