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Visualizzazione dei post da gennaio, 2024

RABHAS "Propaganda Antiumana" (Recensione)

  Full-length, Broken Bones Promotion (2024) Con un approccio che mi ha ricordato più certo grindcore che death metal (si prenda subito ad esempio in questo senso la canzone "Un corpo in avanzato stato di decomposizione"), che parte da un cantato in italiano con dei testi molto impegnati e nichilisti, i Rabhas riescono subito ad attirare l'attenzione grazie ad un terzo album originale e che cerca di creare un proprio sound, una propria dimensione che possa far emergere il loro death metal, o perlomeno il LORO concetto di death metal. Le voci affidate ad L sono un urlo liberatorio di malessere, un concentrato di putrescente aggressività dettata dall'odio e dalla protesta che ben si sposa con death metal ridotto all'osso, essenziale, ma dove si scorgono chitarre talvolta dissonanti e una batteria che non si lancia in blast beats furiosi dall'inizio alla fine dell'album. Per i Rabhas i termini "groove" e "noise" non devono essere presi sot

APHELIUM AETERNUM "Dark Interstellar Mysteries" (Recensione)

Full-length, Dominance of Darkness Records (2023) Il Symphonic Black Metal per me rappresenta forse il vero primo tentativo di espandere i confini stilistici e tematici del genere: ricordiamoci che nel 1994 uscivano “Transilvanian Hunger” dei Darkthrone, che rappresentava la concezione più minimalista e involuta del genere, e “In The Nightside Eclipse” degli Emperor, che invece ne ampliava a dismisura gli orizzonti con un insieme di brani tutti sublimi per scrittura, respiro melodico, arrangiamenti e, in particolare, per i coraggiosi e copiosi interventi di tastiera, i quali, uniti ad una registrazione freddissima e a delle screaming vocals stridule e riverberate, contribuivano a cristallizzare un’atmosfera glaciale e affascinante. Siamo lontanissimi da quel che dovrà subire questo sotto-genere, quando finirà snaturato da ammiccamenti e seduzioni di estrazione gotica e godereccia, che da un lato attireranno l’interesse d’un pubblico più generalista, e quindi più ampio, ma porteranno al

IGNIS ABSCONDITUS "Golden Horses Of A Dying Future" (Recensione)

Full-length, My Kingdom Music (2024) Ignis Absconditus è una band che con questo nuovo "Golden Horses Of A Dying Future" mi ha davvero stupito, un ottimo esempio di come si possa essere originali e immettere linfa nuova nel panorama rock/heavy metal, pur ammettendo che in questo album non si fa altro che riprendere un discorso legato al dark rock di matrice anche italiana volendo, e quindi potrete sentire echi di band artisti come Paul Chain, Tony Tears e tutta quella scuola proveniente dagli anni Settanta che ha gettato le basi per tante strade "darkeggianti" che sono venute dopo. Ma ci sono delle particolarità. La voce di Noctuaria è penetrante e oscura, un canto che sa di antico misticismo, di scienze occulte e di malessere interiore. Una voce quasi unica che scava l'anima, la percuote e la fa riflettere. Poi ci sono dei vaghi innesti black metal che rendono il tutto ancora più inquietante. Prendete un brano come "Lucid Madness" come esempio di quan

ARTIFICIAL HEAVEN "Digital Dreams" (Recensione)

Full-length, My Kingdom Music (2024) Alcune note biografiche per presentare questa band al suo esordio: " Band romana, formatasi a fine ottobre 2021 dalle ceneri di Witches Of Doom e altri progetti, Gli ARTIFICIAL HEAVEN hanno creato un mix diversificato di Gothic -rock dal sapore epico che mostra in pieno le influenze di grandi artisti degli anni Ottanta, tra cui The Cult, Bauhaus, Sisters of Mercy, Fields of the Nephilim, Killing Joke e Iggy Pop. "Digital Dreams" è un concentrato di gothic rock e post-punk con vibrazioni arricchite dalla collaborazione di ospiti illustri tra cui Francesco Sosto e Riccardo Studer. Sebbene non sia un vero concept album, alcuni dei testi di "Digital Dreams" sono legati tra loro da un chiaro comune filo conduttore ovvero l'accelerazione della rivoluzione digitale e dei suoi effetti sulla vita di tutti noi. Registrato agli Outer Sound Studios con il produttore Giuseppe Orlando, è disponibile in un'edizione deluxe la cui co

MEGHISTOS "The Reasons" (Recensione)

Full-length, Buil2Kill Records (2023) One man band italiana che ha radici negli anni Novanta e che esordiva nel 2018 con "The Evil Sound of Hidden Demons". Ora Meghistos torna più agguerrito che mai con un album crudele e chirurgico intitolato "The Reasons", che pesca da diverse scuole death metal, ma che è anche molto influenzato dal dark metal e da certo black metal. In ogni caso si passa da rasoiate più prettamente death metal e che fanno tornare in mente band come Death, Morbid Angel e Deicide in primis, ma ci sono diverse cose inusuali e interessanti in questo album che cercheremo di scoprire assieme!  Il growl di Meghistos è davvero maligno, profondo, insomma da manuale del death metal più intransigente. Certe soluzioni "sperimentali" riportano perfino ad acts quali Nocturnus o certi Pestilence, in quanto anche Meghistos ama arricchire il suo sound con tastiere che sanno tanto di anni Novanta in quanto non hanno dei suoni bombastici ma, al contrario

Intervista ai DARKHOLD

I Darkhold sono una nuova band heavy thrash metal nata da percorsi diversi dei suoi stessi elementi (ex membri di methedras, nefastis, self disgrace e syndrom), le cui competenze e attitudini personali si sono fuse nei predicatori, l'unico testamento europeo tributo ai thrashers americani . Si sente subito il bisogno e l'urgenza di mettere in campo creatività e gusto personali per costruire pezzi originali, dove la parola d'ordine è libertà compositiva: 9 brani ricchi di intensità ritmica, ritocchi thrash anni '80 e '90, heavy metal classico, groove moderno. e soluzioni vocali melodiche e graffianti. Pentiti dei tuoi peccati davanti alla fortezza oscura. PS: trovate la nostra recensione di "Tales From Hell" a questo link! 01. "Tales From Hell" è il vostro debutto! Quanti brani avete lasciato fuori? Tales From Hell, pubblicato da Ghost Record Label il 31 marzo 2023, è il nostro album di debutto ed è composto da 9 brani: un robusto heavy thrash con

NO MAN EYES "Harness The Sun" (Recensione)

Full-length, Buil2Kill Records (2023) Terzo capitolo nella carriera degli italiani No Man Eyes, e terzo album molto interessante, che vede i nostri alle prese con un power metal "evoluto", dove non sono rari i momenti in cui il progressive e il thrash metal vengono a galla. Di base i nostri propongono un heavy metal piuttosto classico, con influssi soprattutto derivanti dal power metal americano, quindi quello di formazioni come Helstar, Jag Panzer e via dicendo. Ma un sound moderno e al passo coi tempi, anche a livello di produzione, rende questo "Harness The Sun" un album che potrà piacere ai fan di vari stili di metal. Sicuramente la band non cerca una strada semplice per esprimersi, e come dicevamo, il loro lato progressive è essenziale per costruire brani mai banali, e in questo caso basti solo citare l'intricata e allo stesso potente “Craving Tomorrow”. Tutto questo poggia su un concept di natura fantascientifica, e quindi la band sembra un po' voler d