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QUIET RIVER "Echo Chamber" (Recensione)


Full-length, Broken Bones Promotion
(2023)

Presentiamo il progetto Quiet river, che fa capo non ad un solo musicista, ma che di fatto è "telecomandato" da tale Luke Vincent, che ne ha scritto sia musiche che testi e poi ha fatto le tracce di batteria programmata. Il tutto poi si completa con l'innesto di R.R. Littorio e A.T. Merico che hanno suonato, rispettivamente, chitarre e basso. Questi due sono accreditati come guest musicians. L’album è stato inciso, mixato e masterizzato presso gli Attitude Studio di Milano, con ingegnere del suono Gianluca Veronal.

Ecco, adesso parliamo della musica che si può ascoltare in questo "Echo Chamber". Di fatto Quiet River offre due stili quasi agli antipodi e cerca di unirli. Vocals in scream tipiche di certo black metal scandinavo e reparto strumentale che riporta ai fasti della NWOBHM di circa 35-40 anni fa. Ed è proprio questo scontrarsi ed unirsi al tempo stesso di melodia e malvagità che fa di questo album un qualcosa che probabilmente dividerà parecchio. Sembra un po' di tornare alle critiche che gli stessi Iron Maiden (che sono citati tra le maggiori influenze di questo progetto) subirono con l'innesto di un vocalist come Blaze Bayley verso la metà/fine anni Novanta, col risultato che quel periodo e quei due dischi che realizzarono con lui furono amati ed odiati, senza mezze misure.

Qui la cosa si fa ancora più estrema, perchè se il buon Bayley è vero che poco c'entrava col sound dei Maiden, qui abbiamo uno scream quasi spettrale e demoniaco che si poggia su cavalcate di batteria e scorribande chitarristiche prettamente heavy metal. Alla fine di tutto, però, si deve fare l'abitudine a questa proposta, proprio perchè è comunque originale e coraggiosa, e come tutte le cose con queste caratteristiche, devono essere metabolizzate. Sarebbe forse stato meglio proporre qualche influsso estremo nella musica e magari optare per un sound meno "pulitino" e levigato, a favore di una produzione più grezza e magari con qualche accenno al metal estremo (un po' come facevano i Children Of Bodom), in modo da giustificare almeno in parte la scelta di vocals così acide...Ma alla fine quello che conta è la qualità del prodotto, e su questo i Quiet River non deludono.

Ultima nota: definiscono il loro sound come blackened heavy metal. Beh, essendo che ancora non esiste una vera corrente di questo tipo, se tra qualche anno sentiremo parlare di più band aderenti a questo stile, allora potremo celebrare la paternità del genere dei Quie River, e questo senza alcun dubbio. Prodotto interessante, ben suonato, prodotto anche troppo bene. Un esordio che lascia ben sperare.

Recensore: Prodigal Son
Valutazione: 7/10

Tracklist:
1. Switch On
2. Octane Overload
3. Danger Zone
4. Under The Spell
5. Quiet River
6. Agony and Glory
7. Mirage
8. Switch Off

Line-up:
Luke Vincent - vocals, drum programming, songwriting
A. T. Merico - bass
R. R. Littorio - guitars

Links:
Bandcamp
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