Of The Muses è il progetto solista di Cristina Rombi, cantante e polistrumentista italiana, già conosciuta per aver militato in band come Wallacha e Simulacro. Adesso si presenta con questo progetto solista, in pratica una one man band...Ed è subito un turbine di emozioni forti e contrastanti che pervadono il suo debutto "Senhal", ammantato di black metal ma anche di tanta malinconica melodia. Lasciamo la parola alla diretta interessata...
1 - Ciao, presenta gli Of The Muses e "Senhal" ai nostri lettori!
Ciao! Of the Muses é essenzialmente il mio progetto solista. “Ufficialmente" ha preso vita sul finire del 2020, ma, di fatto, gran parte del materiale finito su Senhal risale a molti anni prima. Anche se io personalmente non vorrei fossilizzarmi su nessun genere in particolare, ‘black metal’ é sicuramente la definizione che preferisco accostare al sound di questo disco, pur con influenze che arrivano da varie direzioni.
2 - "Senhal" è un disco colmo di idee ed emozioni, suona molto autentico. Dove hai trovato questa ispirazione?
Ti ringrazio del complimento! La mia maggiore fonte di ispirazione sono i sentimenti e le emozioni, quindi, quando magari un riff o un’idea non mi suscitano nulla da quel punto di vista o non mi sembrano sufficientemente espressivi, li scarto. Parlando dell’aspetto strettamente musicale, invece, sono molto curiosa e ascolto davvero di tutto, e trovo che questo sia importante per assimilare nuovi stimoli e spunti che non troveresti se ti limitassi a scavare negli stessi due o tre generi.
3 - Cosa pensi che abbia di diverso questo tuo progetto solista rispetto alle band con cui hai collaborato in precedenza?
Lavorare da sola mi permette di esprimere ciò che sento anche attraverso un uso molto più spiccato della melodia e un modo diverso di far coesistere influenze diverse tra loro.
4 - Pensi che il rock/metal italiano abbia fatto breccia negli ascoltatori in questi ultimi decenni e sia ormai un genere meno di nicchia?
Dipende dagli ascoltatori! La mentalità italiana é un po’ strana da quel punto di vista, mentre all’estero, paradossalmente, sono in grado di apprezzare e riconoscere il talento delle band italiane senza troppe remore, e questo sta accadendo abbastanza spesso ultimamente, anche per via del fatto che il fenomeno del momento a livello globale (piaccia o non piaccia) é italiano.
5 - Intraprenderai un tour di supporto a questo album?
No, sarebbe un incubo logistico e non c’é assolutamente niente di anche solo vagamente organizzato su quel fronte! In futuro, però, mai dire mai.
6 - Hai suonato tutto tu, oppure c'è stato qualche special guest nell'album? E comunque, come mai la scelta di presentarti come unica musicista e con un nuovo progetto?
Doveva esserci un guest dietro le pelli, ma non se n’é fatto nulla, quindi, alla fine, ho preferito programmare io stessa la batteria. Per cui, sì, alla fine, tutto ciò che si sente sul disco é opera mia. Ho deciso di mettere in piedi un progetto del tutto nuovo, perché non volevo portarmi dietro alcun legame con il passato o con altre persone; in un certo senso, desideravo un nuovo inizio, così da poter cominciare col piede giusto (almeno idealmente), e andare fino in fondo anziché scoraggiarmi e fermarmi a metà strada come spesso accadeva prima. E ho scelto di lavorare da sola perché volevo sbagliare, imparare, e dire quello che ho da dire senza aiuti o interferenze.
7 - Sei una polistrumentista, ma ti vogliamo chiedere: quale consideri lo strumento su cui sei più preparata e che hai più piacere di suonare?
Un tempo avrei risposto il basso, ma, ultimamente, mi sta dando più soddisfazione la chitarra, il che é strano per me, anche se é proprio da lì che ho cominciato. Però, nonostante questo, la scintilla non é mai scoccata, almeno non fino a quando l’ho imbracciata di nuovo dopo anni e anni per dedicarmi a OtM.
8 - E' giusto parlare di shoegaze o blackgaze, oltre che di depressive BM, per descrivere la tua musica?
Da musicisti, secondo me, si é sempre un po’ parziali e portati a giudicare i risultati sulla base delle proprie intenzioni. Le altre persone, per contro, riescono a volte a cogliere cose che tu non vedi o non senti. Per questa ragione, é sempre molto bello e interessante quando chi ascolta attribuisce le proprie definizioni alla musica che fai, almeno, questo é il modo in cui la vivo io. Quindi non parlerei di ‘giusto' o ‘sbagliato’, posso però dirti che sono l’opposto di una fan del Depressive, anche se contemplo poche, rarissime, eccezioni. E tuttavia capisco il motivo di quest’associazione, e quanto peso abbia il cantato in screaming utilizzato su quest’album (che comunque suona in quel modo per puro caso).
9 - E' tutto per noi, concludi come meglio vuoi!
Grazie mille per quest'opportunità di condividere le mie idee e un saluto ai lettori!
Intervista a cura di Prodigal Son
– MY KINGDOM MUSIC: https://linktr.ee/mykingdommusic
– OF THE MUSES: https://www.facebook.com/ofthemuses
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