Passa ai contenuti principali

DEATH ANGEL - "The Evil Divide"

DEATH ANGEL - "The Evil Divide"
(Full-lenght, Nuclear Blast, Maggio 2016)

Voto: 8/10

Genere: Thrash Metal

Line-up: Rob Cavestany (chitarra), Mark Osegueda (voce), Ted Aguilar (chitarra), Damien Sisson (basso), Will Carroll (batteria)


Chi credeva che i Death Angel avessero ceduto il passo? Esordisco subito mettendo in chiaro che il sottoscritto sosteneva ciò dall'ormai lontano 2008 quando quel "Killing Season" mostrava una band storica della scena thrash mondiale spompata e senza grosse idee.
A rafforzare le sensazioni i successivi lavori tutt'altro che irresistibili che hanno trascinato stancamente la band californiana fino ai giorni nostri.

Ed è proprio con questo spirito che certamente mi ero avvicinato in maniera piuttosto distaccata a questo "The Evil Divide" temendo di trovarmi nuovamente di fronte al solito polpettone pre-confezionato.

Mi è bastato tuttavia infilare il disco nel lettore ed ascoltare i primi passi dell'opener "The Moth" per riscoprire improvvisamente quelle sensazioni che hanno reso celebri i DA con i primi lavori...

Eh sì, perchè "The Evil Divide" suona perfettamente come si aspetterebbe qualsiasi fan della band. Un sound finalmente potente ed affilato sempre con un occhio al presente (una produzione cristallina ed un mood generale dal classico taglio grooveggiante) ma anche al passato riscoprendo le radici heavy-speed del combo.

Parlavamo proprio di "The Moth" che parte subito diretta e concisa, degna opener nel suo incidere semplice e lineare che serve solo da antipasto al resto del lotto che questa volta regala il suo meglio proprio nei pezzi più veloci.

Ed è proprio questa la differenza con il passato recente in cui i Death Angel si erano addirittura dimostrati maggiormente a proprio agio nei mid-tempos o comunque nei pezzi più classicamente heavy. Ascoltare in breve successione due gioielli del calibro di "Cause for Alarm" gemma speed/thrash di rara bellezza in cui sono le chitarre sparate a mille ad imperversare e la sguaiata "Father of Lies" in cui alla sfrontatezza tipica di un pezzo classico si aggiunge anche la sopracitata attenzione per un "groove" che non fa mai male.
Nel mezzo il singolone "Lost" che invece abbassa i ritmi e punta sulla melodia con un refrain azzeccatissimo.

Ma ci sono ancora "It Can't Be This", "Hell to Pay" o la conclusiva "Let the Pieces Fall" (che riprende in parte le atmosfere della già citata "Father of Lies") ad avvalorare ancora più la tesi che i Death Angel sono tornati a pestare.

Dopo tre album assolutamente fuori fase dunque, una nuova giovinezza che ci fa riscoprire il fascino di una band forse troppo sottovalutata agli esordi, sicuramente eclissata da realtà più importanti della scena ma che comunque ha fatto la storia del thrash riuscendo a ritrovare quel sentiero evolutivo che pochi illustri colleghi hanno sempre seguito o comunque tentano di farlo, a differenza di chi invece da tempo ha perso spunto e mordente (qualcuno ha nominato i Megadeth???).

Track-list:

01. The Moth
02. Cause for Alarm
03. Lost
04. Father of Lies
05. Hell to Pay
06. It Can't Be This
07. Hatred United/United Hate
08. Breakaway
09. Electric Cell
10. Let the Pieces Fall


Commenti

Post popolari in questo blog

PANDEMONIUM CARNIVAL "Pandemonium Carnival II" (Recensione)

Full-length, Ghost Record Label (2024) I Pandemonium Carnival hanno deciso di riportare in auge un genere musicale in stile anni '80/'90 che si rifà al classico Punk Rock "Horror" sulla scia dei Misfits, per citarne una . Non vanno troppo per il sottile e neanche si preoccupano di essere "copioni", perchè grazie al loro modo di proporre musica sciorinano una speciale formula diretta e sagace.  Tutto questo è riconducibile al loro nuovo album chiamato semplicemente "Pandemonium Carnival II". Un punk rock robusto, creativo e snello che scivola via come l'olio, dove sono presenti passi fondamentali, che determinano quei gradi di originalità sufficienti a non farli accostare troppo a figure già note sulla scena. In questo ascolto è presente una certa “carnalità” di fondo che passa con fare solido e deciso sopra una tracklist ben studiata, sempre propensa nel conferire piacevoli scossoni.  "Pandemonium Carnival II", è un disco caparbio, ch...

Intervista a LUCIO MANCA

Lucio Manca è uno splendido bassista e polistrumentista italiano che sta per tornare sul mercato con un nuovo album intitolato "Camaleontico". Abbiamo quindi deciso di intervistarlo per saperne di più su di lui, sulla sua musica e altre cose interessanti. A lui la parola. Buona lettura! 1 - Ciao e benvenuto! Cominciamo parlando in generale di "Camaleontico". Ciao ragazzi di THE SOUND OF PERSEVERANCE, grazie per lo spazio! "Camaleontico" è il mio quarto solo album che uscirà il 25 gennaio 2025. La mia musica si sposa con l’eccentricità e la vivacità che hanno sempre contraddistinto i Liquid Tension, Polyphia e Blotted Science; nell'album ci sono decisi richiami al progressive metal degli anni '80, virtuosismi e un’irriverente attitudine rock. Per la realizzazione mi sono avvalso della collaborazione di grandi musicisti e cari amici: Sergey Boykov alle tastiere, Gabriele D'Amico alla batteria, Eros Melis come guest negli assoli di chitarra. L...

VIOLENTOR "Burn in Metal" (Recensione)

Full-length, Folter Records (2024) Sesto album per questa truce realtà toscana. Ci sarebbero diversi discorsi da fare su attitudine, metal, brutalità, coerenza...Ma basta mettere nel lettore questo "Burn In Metal" per capire che è tutto qui dentro e che tanti discorsi potrebbero non essere fatti per chi familiarizza con l'old school, il metal estremo e tante altre cose che hanno reso il metal come un genere rivoluzionario tanti anni fa, e che oggi purtroppo viene snaturato della sua essenza più pericolosa grazie ad una omologazione sempre più accentuata e che tende verso una forma di metal profumata e politicamente troppo corretta. In questo album tutto questo viene distrutto. La rabbia della band si esprime in episodi primordiali e ricchi di blasfemia. Il Power-trio in questione suona come un mix tra il proto thrash, lo speed metal e vaghi retaggi punk-hardcore. Inutile qui citare Venom, Motorhead, Gehennah e altri, perchè se avete capito cosa ho scritto finora, non vi d...