RAGNAROK - "Psychopathology"
(Full-lenght, Agonia Records, Marzo 2016)
Voto: 7/10
Genere: Black Metal
Line-up: Jontho (voce), Bolverk (chitarra), Malignant (batteria)
(Full-lenght, Agonia Records, Marzo 2016)
Voto: 7/10
Genere: Black Metal
Line-up: Jontho (voce), Bolverk (chitarra), Malignant (batteria)
I Ragnarok hanno rappresentato da sempre, insieme ai Gorgoroth, una delle band più intransigenti della scena black metal norvegese. Autori di una proposta che sa più di swedish black che altro in particolar modo per le pesanti ed evidenti inflessioni death in alcuni frangenti, i nordici avevano perso decisamente la bussola dopo i fortunati esordi, con gli ultimi lavori che brancolavano nel buio di un'ispirazione ormai smarrita probabilmente per gli innumerevoli cambi di line-up che hanno stravolto una band che oggi vede in Jontho l'unico membro fondatore ancora in attività.
Ed anche in quest'occasione gli stravolgimenti non mancano: Bolverk dietro le pelli è il nuovo arrivato e va a sostituire proprio lo storico Jontho che dopo 20 anni di attività alla batteria passa dietro al microfono.
Il risultato è un album finalmente buono, in grado di rinverdire una band di nicchia per quanto tra le più longeve all'interno della scena black nordica.
"Psychopathology" è un concentrato di malvagità e potenza, pervaso per l'occasione da interessanti e frequenti inflessioni epic che non sfigurano affatto anzi, mantengono il sound sempre nelle coordinate stilistiche di Jontho e compagni senza addentrarsi nei classici territori pagan o viking.
100% black metal senza compromessi in 49 minuti complessivi in cui sono potenza ed un sound cristallino e pulito a farla da padrone.
"Dominance & Submission" mette subito in chiaro le cose circa l'appeal musicale della band che prosegue la sua opera oltranzista in pezzi come "I Hate" o la violentissima "Infernal Majesty" probabilmente il pezzo più indiscutibilmente black del lotto.
La title-track inserisce invece le già citate influenze death metal sulla scorta di un sound più compatto e pesante, che predilige la strumentalità rispetto all'impeto ed i cui ricami "epici"di fondo riescono a controbilanciare l'impatto frontale devastante.
"My Creator" è più completa, per quanto breve mentre la conclusiva "Where Dreams Go to Die" chiude al meglio un lavoro ben fatto e ben prodotto che malgrado un'originalità praticamente prossima allo zero sa finalmente colpire sulla scorta di una manciata di brani che ritrovano la giusta ispirazione ed eclissano in parte lo sfortunato predecessore "Malediction".
Track-list:
01. Dominance & Submission
02. I Hate
03. Psychopathology
04. My Creator
05. Infernal Majesty
06. Heretic
07. Into the Abyss
08. The Eighth of the Seven Plagues
09. Lies
10. Blood
11. Where Dreams go to Die
Ed anche in quest'occasione gli stravolgimenti non mancano: Bolverk dietro le pelli è il nuovo arrivato e va a sostituire proprio lo storico Jontho che dopo 20 anni di attività alla batteria passa dietro al microfono.
Il risultato è un album finalmente buono, in grado di rinverdire una band di nicchia per quanto tra le più longeve all'interno della scena black nordica.
"Psychopathology" è un concentrato di malvagità e potenza, pervaso per l'occasione da interessanti e frequenti inflessioni epic che non sfigurano affatto anzi, mantengono il sound sempre nelle coordinate stilistiche di Jontho e compagni senza addentrarsi nei classici territori pagan o viking.
100% black metal senza compromessi in 49 minuti complessivi in cui sono potenza ed un sound cristallino e pulito a farla da padrone.
"Dominance & Submission" mette subito in chiaro le cose circa l'appeal musicale della band che prosegue la sua opera oltranzista in pezzi come "I Hate" o la violentissima "Infernal Majesty" probabilmente il pezzo più indiscutibilmente black del lotto.
La title-track inserisce invece le già citate influenze death metal sulla scorta di un sound più compatto e pesante, che predilige la strumentalità rispetto all'impeto ed i cui ricami "epici"di fondo riescono a controbilanciare l'impatto frontale devastante.
"My Creator" è più completa, per quanto breve mentre la conclusiva "Where Dreams Go to Die" chiude al meglio un lavoro ben fatto e ben prodotto che malgrado un'originalità praticamente prossima allo zero sa finalmente colpire sulla scorta di una manciata di brani che ritrovano la giusta ispirazione ed eclissano in parte lo sfortunato predecessore "Malediction".
Track-list:
01. Dominance & Submission
02. I Hate
03. Psychopathology
04. My Creator
05. Infernal Majesty
06. Heretic
07. Into the Abyss
08. The Eighth of the Seven Plagues
09. Lies
10. Blood
11. Where Dreams go to Die
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