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GREAT MASTER "Montecristo" (Recensione)

Full-length, Underground Symphony
(2023)

I veneti Great Master ritornano sul mercato e noi li recensiamo con un po' di ritardo, in quanto questo loro sesto album, intitolato "Montecristo" è uscito alla fine del mese di settembre 2023. In ogni caso siamo ancora nei termini ragionevoli per parlarne, anche perchè ne vale decisamente la pena! Cosa dire di "Montecristo"? Un album, un concept, un disco che centra parecchi bersagli non facili da raggiungere per un album che tutto sommato non offre nulla di nuovo in ambito heavy/power metal, se non una qualità degna di nota. E questo già non è poco.

L'album in questione riesce per un'ora intera ad intrattenere ed entusiasmare grazie a pezzi avvincenti e ad un continuo succedersi di brani uno più bello dell'altro, eseguiti solo come i mostri sacri del genere saprebbero fare. Non vorrei essere troppo sbilanciato a loro favore, ma onestamente un album come "Montecristo" suona alla pari se non meglio rispetto agli ultimi lavori, pluriosannati, di leggende come Judas Priest, Angra, Grave Digger, Epica, Saxon o Helloween. In questo album potrete un po' ritrovare proprio tutte queste band, in un continuo alternarsi tra heavy metal classico e power metal di scuola europea con influenze sinfoniche, ma a partire dall'ottima prestazione vocale di Stefano Sbrignadello fino ad arrivare ad ogni singolo ottimo musicista che ha suonato in questo album, si ha la sensazione che i Great Master non abbiano voluto solo fare il compitino ma si siano voluti superare, e oggi sono da considerarsi come un punto di riferimento per l'heavy metal non solo italiano, ma mondiale.

Dopo l'intro affidata alla tranquilla "Le Pharaon", la band piazza già due canzoni memorabili come "Back Home" e "The Left Hand Joke", che introducono al meglio il concept basato sull'opera letteraria di Alexandre Dumas. Dopo queste due canzoni la band non ha più limiti, piazzando un episodio più avvincente dell'altro, dalla veloce e battagliera "I Am the Master", che chiama anche in causa, per la sua pomposità e per alcune scelte sinfoniche, alcune cose degli Epica o degli Eleine, ma il pezzo rimane fondamentalmente una rocciosa dimostrazione di power metal. Altri episodi riescono a trascinare per la loro impetuosità e per un taglio epico e orchestrale che farà la felicità dei fan del power sinfonico. Un pezzo come "Your Fall Will Come" rimanda ad una band come gli Stratovarius dei tempi migliori, ma con dei cori barocchi davvero azzeccati. 

Ci sono altri pezzi che si fanno notare, la festa in questo album è pressochè continua, e quindi nominare una dura e diretta "The Weak Point" piuttosto che una ancor più grintosa "Final Revenge" non cambia molto le sorti di un album che è a tutti gli effetti imperdibile per tutti i fans del power metal più tecnico e orchestrale, ma che mantiene comunque una ossatura ben piantata nel metal classico. Da avere.

Prodigal Son
Voto: 8/10

Tracklist:
1. Le Pharaon
2. Back Home
3. The Left Hand Joke
4. Where the Shame Lives 
5. I Am the Master 
6. Your Fall Will Come
7. Nest of Stone 
8. My Name 
9. Man from the East
10. The Weak Point
11. Final Revenge 
12. On October 5th (Wait and Hope) 
13. Montecristo

Line-up:
Massimo David - Bass
Jahn Carlini - Guitars
Manuel Menin - Guitars
Giorgio Peccenini - Keyboards
Stefano Sbrignadello - Vocals
Denis Novello - Drums

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