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LUCERNA "Finchè la luce non si spegne" (Recensione)

Full-length, Independent
(2024)

I Lucerna cercano di coniugare vari stili di rock, ma seguendo uno schema piuttosto dark e introspettivo. Il loro album forse appare leggermente prolisso e alla lunga potrebbe anche stancare, nonostante la band ce la metta tutta per porre della variazioni all'interno dei brani degne di nota, anche cercando di focalizzarsi maggiormente su un rock abbastanza contemporaneo che trova in gruppi come Il Teatro degli Orrori e Baustelle dei punti di riferimento, ma molte volte questa formula viene abbandonata a favore di un approcciò retrò che attinge dal prog rock anni Settanta, anche questo italiano. Quindi non fate l'errore di giudicare l'album dopo uno o due ascolti, perchè ne richiede molti di più e di seguito cercheremo di spiegare il perchè.

Ci sono canzoni notevoli, a partire dalla bellissima apertura affidata a "I bambini non dormono più" ammantata di una tristezza quasi drammatica, ma anche altri episodi trasudano un malessere interiore e uno sguardo verso la società per nulla rassicurante, quindi ogni pezzo è a suo modo uno spaccato di vita di chi l'ha composto. I testi siano tutti opera del cantante Lele Morra, ed egli riesce con la sua voce graffiante e decadente a dare quel quid in più di cui ha bisogno un album rock di questo tipo. Non si varcano praticamente mai i confini del l rock duro, ma è proprio l'atmosfera spessa, opprimente e stratificata a fare di questo album un qualcosa di veramente difficile da digerire, perlomeno ai primi ascolti.

"Desolazione", "Lettera" e "Occhi Lucidi" e "Sogno a metà" sono i pezzi che, affiancati al primo brano, forse incarnano meglio il concetto di malinconia che questo album trasuda. Buoni comunque i già citati rimandi al rock del passato, con tanto di tastiere, organi e via dicendo che non solo rimandano ad epoche lontane del genere ma giocano un ruolo di arrangiamento davvero buono. In questo album quindi i musicisti danno il loro meglio, optando anche per una produzione piuttosto vintage e che sa di analogico. 

Un disco insomma vero in tutti gli aspetti, una dimostrazione di come nel 2024 si possa suonare del buonissimo rock italiano guardando al passato ma risultando attuali e credibili. Complimenti a tutta la formazione, speriamo sia l'inizio di una lunga carriera perchè questo è un album di spessore e classe.

Prodigal Son
Voto: 8/10

Tracklist:

1. I bambini non dormono più
2. Alcool e specchi
3. Amica mia
4. Desolazione
5. Lettera
6. Occhi lucidi
7. Diana blu
8. Stella
9.. Crepe e ombre
10. Sogno a metà

Line-up:
Rob Ursino - chitarra
Gabriele Toia - piano, organo, synth
Alessandro Mori - batteria
Riccardo Crespi - basso, cori
Lele Morra - voce

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