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PAIN - "Coming Home"

PAIN - "Coming Home"
(Full-lenght, Nuclear Blast, Settembre 2016)

Voto: 7,5/10

Genere: Industrial Metal

Line-up: Peter Tagtgren (voce, chitarra, basso, tastiere), Sebastian Tagtgren (batteria)


Nuovo capitolo della saga Pain per il polistrumentista, produttore svedese Peter Tragtgren ben noto ai metallari di mezzo mondo per essere il leader nonchè fondatore degli Hypocrisy pezzo di storia del death metal europeo.
Un animo in continua evoluzione quello del musicista svedese da sempre estrinsecato con i suoi progetti musicali, dalla già citata band alla sua attività pressochè sterminata da producer nei suoi The Abyss Studios dalle cui mura sono uscite miriadi di lavori di bands di assoluto pregio quali i vari Children of Bodom, Amon Amarth, Immortal, Sabaton, Dark Funeral tanto per citarne qualcuno.

Una vera e propria "spugna" (musicalmente parlando) che ha portato in Europa il concetto di death floridiano, rielaborato alla sua maniera, fondendo tanto la brutalità del genere propriamente detto quanto l'approccio più melodico tipico degli ambienti europei, scandinavi in primis.

Il progetto Pain avviato sul finire degli anni novanta sembrava essere un divertissment destinato a svanire nel nulla , ma l'importante successo commerciale, nonchè l'innata maestria di Peter nell'unire un metal moderno e d'impatto con forti inflessioni electro degli esordi, ha portato tanto la critica ad osannare il progetto quanto il buon Tagtgren a proseguire l'avventura della sua one-man band.

Affidatosi per l'occasione al supporto del giovane figlio Sebastian dietro le pelli, Tagtgren riporta in orbita il suo progetto dopo un paio di uscite non del tutto entusiasmanti, forgiando una manciata di brani in cui l'aspetto elettronico viene a fondersi ancora maggiormente rispetto al passato con una certa sensazione di modernismo e con inflessioni più rivolte all'industrial tipico di Rob Zombie e soci che ad un appeal più semplicemente elettronico come ai tempi del tormentone "Shout Your Mouth".

Ed è proprio per questo motivo che "Coming Home" piace eccome, mixando alla perfezione tanto la sua facilità di ascolto, quanto l'evidente segno di volersi portare avanti rispetto ai più ordinari predecessori.
Dieci brani semplici, concisi, per quarantuno minuti di musica che scorrono via che è un piacere tra una varianza di ambientazioni e stili che mettono in mostra anche una inusuale poliedricità vocale da parte del ragazzone di Ludvika.

"Designed to Piss You Off" apre l'album attraverso un'ambientazione ai limiti del "western" nell'incedere dell'arpeggio iniziale prima dell'esplosione elettrica successiva, "A Wannabe" insieme a "Final Crusade" puntano sull'appeal e atmosfere alternative andando a sconfinare in territori più mainstream vicini al sound del reverendo Manson, "Black Night Satellite" e "Natural Born Idiot" sembrano più classicamente legati al passato della band, mentre le inflessioni melodiche di "Absinthe-Phoenix Rising" rendono merito alle già citate doti vocali di Tagtgren che invece nella sognante "Call Me" inserisce massicce dosi di industrial.

Si tratta pertanto di un gradito ritorno anche e soprattutto a livello qualitativo per un artista che non vuole saperne di fermarsi in attesa di un nuovo parto con la band madre ad ormai tre anni trascorsi dall'ultimo lavoro.

Track-list:

01. Designed to Piss You Off
02. Call Me
03. A Wannabe
04. Pain in the Ass
05. Black Knight Satellite
06. Coming Home
07. Absinthe-Phoenix Rising
08. Final Crusade
09. Natural Born Idiot
10. Starseed

 

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