ANCIENT - "Back to the Land of the Dead"
(Full-lenght, Soulseller Records, Settembre 2016)
Voto: 7,5/10
Genere: Black Metal
Line-up: Aphazel (voce, chitarra, tastiere), Dhilorz (chitarra, basso), Nicholas Barker (batteria)
Ed è proprio in questo caso che vengono fuori anche le innegabili influenze degli Old Man's Child (progetto parallelo proprio del drummer Nicholas Barker) per le caratteristiche peculiari nella struttura dei brani che gli Ancient rendono godibili e tutt'altro che ferali senza dover ricorrere all'uso ed abuso di inserti tastieristici, a differenza di quanto avvenuto agli esordi sulla scorta di album come "Mad Grandiose Bloodfliends".
(Full-lenght, Soulseller Records, Settembre 2016)
Voto: 7,5/10
Genere: Black Metal
Line-up: Aphazel (voce, chitarra, tastiere), Dhilorz (chitarra, basso), Nicholas Barker (batteria)
Dopo dodici anni di silenzio discografico, graditissimo ritorno sulle scene per i norvegesi Ancient una delle band di più lungo corso nella scena black metal norvegese, alfieri della sua corrente più melodica e "pomposa".
Eliminate le inflessioni sinfoniche di metà anni '90, così come i pesanti innesti di vocalizzi femminili, la strada intrapresa dal mastermind assoluto della band, il chitarrista Aphazel, è ad ogni modo rimasta ben piantata all'interno della corrente melodica più comune a bands quali Cradle of Filth o i conterranei Old Man's Child; tratti caratteristici ancora più netti evidenziati in questo "Back to the Land of the Dead" e non potrebbe essere altrimenti vista la presenza dietro le pelli di un certo Nicholas Barker noto ai più per le militanze in band del calibro di Cradle of Filth e Dimmu Borgir.
Configurati come terzetto completato dal nostro conterrane Dhilorz (al fianco di Aphazel dal 2000), gli Ancient tirano fuori un album di stile che va a pescare a piene mani da quello che è stato il classico sound melodic black metal tipico di fine anni '90 primi 2000.
Abbiamo citato i Cradle of Filth in apertura, e non potrebbe essere altrimenti viste le atmosfere, ma rispetto alla band di Dani Filth il sound dei norvegesi è incentrato più sui giri chitarristici melodici del buon Aphazel che sulla pomposità ed i forti innesti tastieristici della band inglese.
Ed è proprio in questo caso che vengono fuori anche le innegabili influenze degli Old Man's Child (progetto parallelo proprio del drummer Nicholas Barker) per le caratteristiche peculiari nella struttura dei brani che gli Ancient rendono godibili e tutt'altro che ferali senza dover ricorrere all'uso ed abuso di inserti tastieristici, a differenza di quanto avvenuto agli esordi sulla scorta di album come "Mad Grandiose Bloodfliends".
"Land of the Dead" apre l'album con un incedere ritmico deciso ed un chitarrismo quasi epico e veloce; un pezzo semplice costruito intorno ad un azzeccato refrain, in grado di aprire in maniera più che degna un lavoro che per il resto pur rimanendo piantato all'interno del genere già descritto, sa variare continuamente gli animi e mostrare più facce del background artistico degli Ancient che non hanno paura di sconfinare nell'andamento "rolleggiante" di "The Sempiternal Haze" accomunabile, per ritmiche ed incedere, ai Carpathian Forest fino a dare poi vita ad una vera e propria suite, "The Excruciating Journey" di divisa in tre parti per tre pezzi distinti ma uniti che abbracciano più atmosfere ed al cui interno possiamo trovare anche uno dei pochi ma mirati inserti tastieristici ("Part II: The Prodigal Years").
E se con "Occlude the Gates" si rientra nell'ambito di un black metal di stampo classico e dal forte sapore occulto, gli Ancient mostrano di saper osare con la lunga "Petrified by Their End" in cui si sconfina in tutto e per tutto nel doom di un brano lento e strisciante, ma anche tremendamente affascinante e coinvolgente, in cui melodia ed oscurità si fondono in un tutt'uno decantato dall'ospitata di Martyr Lucifer (vocalist dei riminesi Hortus Animae) che presta la propria voce dietro il microfono.
"Back to the Land of the Dead" sembra insomma essere un vero e proprio manifesto per gli Ancient tornati, per l'appunto, sulle scene dopo un silenzio discografico che ne lasciava ormai presagire da tempo lo split. Ma l'avventura continua, portata avanti con grande onestà intellettuale dal mastermind Aphazel dall'ormai lontano 1992. Un lavoro assolutamente straconsigliato a tutti gli amanti, ed i nostalgici di certe sonorità non più in voga da una quindicina di anni ormai, un acquisto a scatola chiusa infine per tutti i fans di lungo corso della band.
Track-list:
01. Land of the Dead
02. Beyond the Blood Moon
03. The Sempiternal Haze
04. The Empyrean Sword
05. The Ancient Disarray
06. Occlude the Gates
07. The Excruciating Journey, Part I: Defiance and Rage
08. The Excruciating Journey, Part II: The Prodigal Years
09. The Excruciating Journey, Part III: The Awakening
10. Death Will Die
11. The Spiral
12. Petrified by Their End
13. 13 Candles (Bathory cover)
Commenti
Posta un commento