WINTERSUN - "The Forest Seasons"
(Full-lenght, Nuclear Blast, Luglio 2017)
Voto: 7
Genere: Symphonic/Melodic Death Metal
Line-up: Jari Maenpaa (voce, chitarra, basso, drum machine, tastiere, samples), Teemu Mantysaari (voce), Jukka Koskinen (voce)
(Full-lenght, Nuclear Blast, Luglio 2017)
Voto: 7
Genere: Symphonic/Melodic Death Metal
Line-up: Jari Maenpaa (voce, chitarra, basso, drum machine, tastiere, samples), Teemu Mantysaari (voce), Jukka Koskinen (voce)
Terzo capitolo della carriera per il progetto Wintersun di Jari Maenpaa nato come sorta di side-project da parte del frontman dei più noti Ensiferum ma trasformatosi col tempo in una band vera e propria capace tralaltro, in epoca moderna, di sollevare più di una polemica proprio alla vigilia della pubblicazione del qui presente "The Forest Season".
Il motivo è presto detto: Maenpaa e soci infatti non hanno biasimato a cavalcare l'onda del momento, e puntando sulla solita emotività del caso di quanto sia sconveniente per le bands pubblicare album, si è arrivati a richiedere la classica "colletta" alla band, ovvero il cosiddetto crowdfunding.
Motivazioni patetiche e maggiormente a carattere commerciale, in periodi in cui persino il multimilionario quasi settantenne Ozzy cerca di spiegare al mondo quanto ad un artista non convenga più pubblicare materialmente un album. Staremmo qui ore a parlarne, di certo un "artista" nel vero senso della parola dovrebbe anteporre ben altri interessi a quello economico (per quanto importante) nella realizzazione di un'opera, ma tant'è.
Ma bando alle ciancie, e sgombrando il campo da ogni premeditata stroncatura o pregiudizio in base a come questo "The Forest Seasons" è stato concepito, andiamo più nel concreto ad analizzare il contenuto dei 54 minuti del lavoro in questione che si estrinseca come una sorta di concept, ovviamente puntando il focus sulle quattro stagioni che non sono quelle di Vivaldi, ma che comunque di per sè rappresentano un argomento o comunque un immaginario iper-abusato.
Un pezzo per ogni stagione, a partire dalla primavera omaggiata dalla più ridente "Awaken from the Dark Slumber" fino all'epitaffio finale dell'inverno con la morbida e splendida "Loneliness".
Da un punto di vista stilistico si notano gli evidenti rimandi al predecessore "Time I" dunque confermata ampiamente la propensione ad un sound più sinfonico ed articolato a discapito del velocissimo death melodico degli esordi. Un motivo in più per tracciare un importante ed interessante linea di demarcazione tra il sound della band madre e quella del progetto Wintersun.
Largo spazio dunque agli inserti di chorus così come samples e tastiere nel contesto di un alternarsi tra growling e clean vocals. I brani sono tutti lunghi e ben articolati al loro interno, dotati di cambi di ritmo ma di una linea melodica compatta e mai scontata.
La prima parte riflettendo le atmosfere delle stagioni in oggetto è decisamente dotata di atmosfere più calde: "Awaken from the Dark Slumber" nei suoi quattordici minuti di durata ci mostra una band alle prese con un certo appeal neoclassico, da sempre bagaglio indiscutibile del background musicale di Maenpaa, la successiva "The Forest that Weep" alza i ritmi sfoggiando una certa epicità di fondo.
La seconda parte rappresenta invece quella musicalmente più pesante ma forse maggiormente affascinante: "Eternal Darkness" simboleggiando l'autunno è dura e cruda; un interessantissimo ibrido black/death che si estrinseca in una doppia cassa forsennata ed atmosfere fredde e distaccate.
La conclusiva "Loneliness" invece ha la capacità di unire la tristezza della stagione più fredda con atmosfere e melodie malinconiche, soprattutto nell'incedere dell'azzeccatissimo chorus e più in generale nell'andamento morbido e straniante di quello che probabilmente, da un punto di vista compositivo, rappresenta l'apice del lavoro.
"The Forest Season" pur non facendo gridare al miracolo ci presenta una band che si conferma sulle coordinate stilistiche e qualitative del predecessore. Un lavoro arrivato dopo cinque anni di silenzio discografico che rappresenta decisamente la degna evoluzione di un nome, quello dei Wintersun, che inizia finalmente a brillare di luce propria, senza dover essere necessariamente accostato al nome degli Ensiferum.
Track-list:
01. Awaken From the Dark Slumber (Spring)
02. The Forest that Weeps (Summer)
03. Eternal Darkness (Autumn)
04. Loneliness (Winter)
Il motivo è presto detto: Maenpaa e soci infatti non hanno biasimato a cavalcare l'onda del momento, e puntando sulla solita emotività del caso di quanto sia sconveniente per le bands pubblicare album, si è arrivati a richiedere la classica "colletta" alla band, ovvero il cosiddetto crowdfunding.
Motivazioni patetiche e maggiormente a carattere commerciale, in periodi in cui persino il multimilionario quasi settantenne Ozzy cerca di spiegare al mondo quanto ad un artista non convenga più pubblicare materialmente un album. Staremmo qui ore a parlarne, di certo un "artista" nel vero senso della parola dovrebbe anteporre ben altri interessi a quello economico (per quanto importante) nella realizzazione di un'opera, ma tant'è.
Ma bando alle ciancie, e sgombrando il campo da ogni premeditata stroncatura o pregiudizio in base a come questo "The Forest Seasons" è stato concepito, andiamo più nel concreto ad analizzare il contenuto dei 54 minuti del lavoro in questione che si estrinseca come una sorta di concept, ovviamente puntando il focus sulle quattro stagioni che non sono quelle di Vivaldi, ma che comunque di per sè rappresentano un argomento o comunque un immaginario iper-abusato.
Un pezzo per ogni stagione, a partire dalla primavera omaggiata dalla più ridente "Awaken from the Dark Slumber" fino all'epitaffio finale dell'inverno con la morbida e splendida "Loneliness".
Da un punto di vista stilistico si notano gli evidenti rimandi al predecessore "Time I" dunque confermata ampiamente la propensione ad un sound più sinfonico ed articolato a discapito del velocissimo death melodico degli esordi. Un motivo in più per tracciare un importante ed interessante linea di demarcazione tra il sound della band madre e quella del progetto Wintersun.
Largo spazio dunque agli inserti di chorus così come samples e tastiere nel contesto di un alternarsi tra growling e clean vocals. I brani sono tutti lunghi e ben articolati al loro interno, dotati di cambi di ritmo ma di una linea melodica compatta e mai scontata.
La prima parte riflettendo le atmosfere delle stagioni in oggetto è decisamente dotata di atmosfere più calde: "Awaken from the Dark Slumber" nei suoi quattordici minuti di durata ci mostra una band alle prese con un certo appeal neoclassico, da sempre bagaglio indiscutibile del background musicale di Maenpaa, la successiva "The Forest that Weep" alza i ritmi sfoggiando una certa epicità di fondo.
La seconda parte rappresenta invece quella musicalmente più pesante ma forse maggiormente affascinante: "Eternal Darkness" simboleggiando l'autunno è dura e cruda; un interessantissimo ibrido black/death che si estrinseca in una doppia cassa forsennata ed atmosfere fredde e distaccate.
La conclusiva "Loneliness" invece ha la capacità di unire la tristezza della stagione più fredda con atmosfere e melodie malinconiche, soprattutto nell'incedere dell'azzeccatissimo chorus e più in generale nell'andamento morbido e straniante di quello che probabilmente, da un punto di vista compositivo, rappresenta l'apice del lavoro.
"The Forest Season" pur non facendo gridare al miracolo ci presenta una band che si conferma sulle coordinate stilistiche e qualitative del predecessore. Un lavoro arrivato dopo cinque anni di silenzio discografico che rappresenta decisamente la degna evoluzione di un nome, quello dei Wintersun, che inizia finalmente a brillare di luce propria, senza dover essere necessariamente accostato al nome degli Ensiferum.
Track-list:
01. Awaken From the Dark Slumber (Spring)
02. The Forest that Weeps (Summer)
03. Eternal Darkness (Autumn)
04. Loneliness (Winter)
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