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BLOOD CEREMONY - "Lord of Misrule"

BLOOD CEREMONY - "Lord of Misrule"
(Full-lenght, Rise Above, Marzo 2016)

Voto: 5,5/10

Genere: psychedelic rock/doom

Line-up: Alia O'Brien (voce, flauto, organo, mellotron), Sean Kennedy (chitarra), Lucas Gadke (basso), Michael Carrillo (batteria)


Quarto album per i canadesi Blood Ceremony oscura realtà proveniente da Toronto e dedita ad una sorta di mix di sonorità in voga tra fine '60 e primi '70 riletta in chiave "occulta".
In termini puramente descrittivi potremmo riassumerli come i Pink Floyd che incontrano i Jethro Tull arrivando fino al periodo più classico di Paul Chain. Letto così, "Lord of Misrule" dovrebbe rappresentare l'album dell'anno, ma così purtroppo non è.
Premetto subito che i Blood Ceremony mostrano per l'ennesima volta un background musicale di tutto rispetto, unendo alla poliedricità sonora anche un certo retrogusto maggiormente "pop" che contraddistingue questa nuova uscita dalle prime.

Per quanto lavori come l'omonimo o il successivo "Living With the Ancients" non è che fossero poi propriamente dei capolavori, questo "Lord of Misrule" purtroppo a parere del sottoscitto fa un ulteriore passo indietro risutando forse troppo contaminato e pregno di influenze che anzichè arricchire la proposta tendono a disorientare l'ascoltatore.

Si passa da pezzi rock n'roleggianti come "The Devil's Widow" con il cantato aggressivo della brava Alia O'Brien che si fonde con le chitarre affilate di Kennedy in una sorta di incrocio tra Led Zeppelin e Jethro Tull a brani invece più tendenti al pop come "Flower Phantoms".

La title-track presenta interessanti inflessioni folk ed un ritornello di sicura presa ma decisamente troppo poco per salvare dal dimenticatoio pezzi come "Half Moon Street" e "The Weird of Finistère" che stentano e non decollano causa una certa indecisione di fondo nella strada da imboccare.

Decisamente un peccato perchè i Blood Ceremony si sono sempre fatti degnamente ascoltare in passato, ed anche in "Lord of Misrule" mostrano potenzialità purtroppo soffocate da un'eccessiva voglia di fare che penalizza notevolmente il complesso del lavoro.

Mancano i passaggi intricati degli esordi, manca quell'appeal maggiormente dark sacrificato a vantaggio di qualcosa di maggiormente orecchiabile che alla fine pesa nella valutazione generale di un lavoro che merita quantomeno un'ascolto e che, qua e la, fa anche sbattere il piedino. Decisamente troppo poco per la sufficienza piena.

Track-list:

01. The Devil's Widow
02. Loreley
03. The Rogue's Lost
04. Lord of Misrule
05. Half Moon Street
06. The Weird of Finistère
07. Flower Phantoms
08. Old Fires
09. Things Present, Things Past

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