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BLOODY HAMMERS - "Songs of Unspeakable Terror"

 

BLOODY HAMMERS - "Songs of Unspeakable Terror"
(Full-lenght, Napalm Records, Gennaio 2021)

Genere: Hard Rock/Doom

Line-up: Devallia (basso), Anders Manga (voce, chitarra, batteria, mellotron)

Voto: 5/10




Sesto album in studio e nuovo repentino cambio di stile per gli statunitensi Bloody Hammers, istrionico duo di Charlotte composto da Anders Manga (voce, basso, chitarra) e Devallia (tastiere), unici membri della band nonchè compagni di vita.Balzati agli onori della cronaca con l'omonimo album nel 2012 incentrato su un heavy/doom piuttosto canonico e pachidermico, la band ha dimostrato negli anni di voler intraprendere un percorso artistico del tutto personale che nemmeno il grande salto sotto l'egida della Napalm Records ha evidentemente frustrato, portando spesso a cambiare coordinate stilistiche della proposta, pur rimaneno fedeli a quell'immaginario orrorifico e concettuale che accomuna idealmente tutte le uscite del combo statunitense.

"Songs of Unspeakable Terror" arriva così nuovamente a mischiare le carte in tavola dopo che una prima svolta si era registrata con l'oscurissimo "Lovely Sort of Death" (2016) quarto album della band, che abbandonava il doom classico degli esordi per spostarsi verso un sound sorprendentemente vicino alla wave ottantiana mescolando idealmente le atmosfere plumbee dell'heavy/doom con acts quali Sisters of Mercy e The Cure. Ebbene sin dalla copertina, degna di una locandina di un film di Tarantino, si capisce subito come i Bloody Hammers si rendono protagonisti dell'ennesimo colpo di coda della propria carriera. Abbandonate totalmente le influenze wave, la nuova proposta vira a sorpresa verso un horror punk n'roll con qualche spolveratina più moderna che a tratti sembra uscire da un connubio, sulla carta piuttosto improponibile, tra Misfits, Danzig e Volbeat. Una proposta che spiazza, per certi versi diverte, coinvolge anche, ma che alla lunga paga troppo una piattezza generale ed un certo senso di disorientamento tra le righe di un album che spara come proiettili undici pezzi per poco più di mezzora totale di durata.

Sgombriamo subito il campo da equivoci: la freschezza e l'immediatezza, di conseguenza anche il basso minutaggio, sono assolutamente i punti di forza di lavori come questi, fatti di pezzi one-shot di 2-3 minuti di durata, in cui la ricerca della melodia ed al tempo stesso dell'atmosfera rappresentano le caratteristiche peculiari. Ma alla lunga c'è poco che poi effettivamente sia in grado di rimanere nella testa dell'ascoltatore, se non una serie di refrain e passaggi estremamente catchy che riecheggeranno nella mente per diverso tempo ma che presto, probabilmente, finiranno poi dritti dritti nel dimenticatoio. L'album si apre così con l'anthemica "A Night to Dismember" manifesto sonoro dei nuovi Bloody Hammers che rifanno il verso ai Misfits del secondo corso, quelli più patinati ed accattivanti per intenderci, ma meno cattivi. Un pezzo alla mano, coinvolgente, che come già detto disorienta certo, ma che prende subito l'ascoltatore catapultandolo verso la successiva "Hands of the Ripper" il cui riffing iniziale più pesante riporta solo per certi versi alla mente i primi Bloody Hammers da cui poi si dipana un pezzo niente male scelto dalla band come uno dei singoli. Purtroppo tendono a fermarsi alla fortunata coppia iniziale le note positive di questo "Songs of Unspeakable Terror" perchè il resto del lotto si esaurisce nella noia e nella scontatezza: "Witchfinder General" è tremendamente inflazionata persino nel nome stesso, "Waking the Dead" , "Night of the Witch" iniziano a soffrire il peso delle idee che mancano, "Lucifer's Light" è invece l'unico pezzo che tende a distinguersi dal resto del lotto, ma risulta piuttosto pesante nella sua struttura più sperimentale.

Per il resto qui e li si intravede qualche passaggio accattivante, qualche soluzione carina come nella irresistibile "The Ones Who Own the Dark" ma davvero troppo poco per spingere verso l'alto un lavoro che paga troppo la carenza di idee realmente valide in grado di non far abbassare l'attenzione per larghi tratti del lavoro. Il risultato è un album decisamente trascurabile che dopo un paio di ascolti tende ad esaurire già ogni degno spunto di interesse.

Track-list:

01. A Night to Dismember
02. Hands of the Ripper
03. Witchfinder General
04. Not of This Earth
05. The Ones Who Own the Dark
06. Waking the Dead
07. Night of the Witch
08. We Are the Damned
09. The Brain That Wouldn't Die
10. Lucifer's Light
11. I Spit on Your Corpse



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