COFFIN ROT - "A Monument to the Dead"
(Full-lenght, Rotted Life Records, Ottobre 2019)
Voto: 7/10
Genere: Death Metal
Line-up: Hayden Johnson (voce), Tre Gruetner (chitarra), Brandon Martinez-Woodall (basso), Derek Johnson (batteria)
(Full-lenght, Rotted Life Records, Ottobre 2019)
Voto: 7/10
Genere: Death Metal
Line-up: Hayden Johnson (voce), Tre Gruetner (chitarra), Brandon Martinez-Woodall (basso), Derek Johnson (batteria)
Debutto ufficiale sulla lunga distanza per gli statunitensi Coffin Rot, interessante combo proveniente dall'Oregon e dedito ad una proposta di puro death metal old-school.
Contrariamente alla provenienza lo stile dei nostri si discosta ampiamente dai canoni del genere "americano" per abbracciare sonorità principalmente europee con Grave e Bloodbath come punti di riferimento mischiati a quell'aurea più marcia tipica degli olandesi Asphyx.
Quello che ne viene fuori è un album godibile, ben fatto, e dal giusto minutaggio complessivo; una manciata di brani che, pur non facendo gridare al miracolo, risultano decisamente godibili e ben composti e soprattutto non annoiano pur non toccando picchi compositivi di qualità particolarmente eccelsa.
"A Monument to the Dead" è composto da otto tracce che sanno variare bene i ritmi, tra schegge sonore veloci e brutali come "Saw Black Suicide" a rallentamenti di chiara matrice doomish come il manifesto sonoro finale, quella "Coffin Rot" che prende il nome dallo stesso monicker della band e che chiude il lavoro in maniera esaltante rappresentando nei suoi sette minuti complessivi di durata il pezzo più lungo dell'album.
Per quanto la già citata "Black Saw Suicide" alla pari di altri episodi come "Miasma of Barbarity" o "Mechanical Separation" siano comunque discretamente godibili sotto il profilo compositivo, i Coffin Rot mostrano tuttavia proprio nei pezzi più cadenzati e nei rallentamenti i loro punti di forza, questo grazie ad un riffing che sa essere ossessivo ma soprattutto pesante come un macigno, ma soprattutto grazie alla prestazione dietro il microfono del singer Hayden Johnson il cui cantato gutturale particolarmente cavernoso si incastra alla perfezione con atmosfere decisamente più plumbee e marce.
Per quanto risulti difficile trovare un pezzo in grado di spiccare rispetto alla media generale, "A Monument to the Dead" rappresenta ad ogni modo un più che degno debutto discografico per una band finora protagonista solo di un paio di demos e di uno split in compagnia dei conterranei Molder.
Track-list:
01. Copremesis
02. Saw Black Suicide
03. Miasma of Barbarity
04. Forced Self-Consumption
05. Necrotized
06. Incubation of Madness
07. Mechanical Separation
08. Coffin Rot
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