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A PALE HORSE NAMED DEATH - "When the Worlds Become Undone"

A PALE HORSE NAMED DEATH - "When the Worlds Become Undone"
(Full-lenght, Long Branch Records, Gennaio 2019)

Voto: 6/10

Genere: Gothic/Alternative Rock

Line-up: Eric Morgan (basso), Sal Abbruscato (voce, chitarra), Eddie Heedles (chitarra), Johnny Kelly (batteria), Joe Taylor (chitarra)

Terzo capitolo ufficiale per la saga A Pale Horse Named Death, band capitanata da Sal Abbruscato ex drummer degli storici Type O Negative qui nella veste di cantante/chitarrista.

Il nuovo lavoro del quintetto newyorkese non ci regala grosse variazioni sul tema rispetto ai predecessori, con un sound sempre a cavallo tra gothic degno background dei musicisti qui impegnati ed un certo flavour grunge oscuro che li avvicina, in alcuni casi senza mezzi termini, al sound degli Alice in Chains cui la band non ha mai fatto mistero di ispirarsi su larga scala.

Il risultato è un album che si lascia ascoltare e che, tranne in qualche rara eccezione, tende a perdere di mordente dando vita ad alcuni lavori piuttosto scialbi che superata l'iniziale vena compositiva della prima parte dell'album, tendono troppo presto a "riempire" un lavoro forse troppo prolisso che nei suoi 61 minuti di durata getta la spugna troppo presto.

Parlavamo della prima parte dell'album, decisamente la più convincente dell'intero lotto che risulta essere anche piuttosto variegata; dopo la breve intro parte infatti il brano che da il titolo al lavoro, un pezzo piuttosto intimistico e delicato che si discosta in parte rispetto all'andazzo delle successive tracks toccando sentieri più comuni a certo gothic-doom che all'alternative, caratterizzato com'è da un andamento cadenzato, da vocals a tratti soffuse e da un piano di fondo che spunta qui e lì durante gli oltre sei minuti di durata.

Già dal successivo brano si inizia a cambiare registro: "Love the Ones You Hate" scopre l'anima più "goth-n'roll" della band americana, con un andamento che ricorda estremamente da vicino i Type O Negative di "My Girlfriend's Girlfriend" (periodo "October Rust") mentre la successiva "Fell in my Hole" sembra si muove sulle tanto amate note degli Alice in Chains.

Una variabile quest'ultima che si ripropone su numerosi altri capitoli del lavoro, "End of Days", "Lay with the Wicked" e "Dreams of the End" su tutte, non riuscendo tuttavia a tenere sempre alta la concentrazione.

Ed è proprio la presenza di brani meno ispirati rispetto a quelli posti nei primi minuti del lavoro, uniti ad un minutaggio forse troppo prolisso rispetto alle reali idee presenti all'interno di questo "When the Worlds Become Undone" che rende l'album un pò troppo pesante da digerire, lasciando a lungo nell'ascoltatore una certa sensazione di incompiuto.

Gli A Pale Horse Named Death cercano in maniera forse troppo affannata di forgiare un proprio sound personale, finendo così per perdersi in un calderone che alla lunga tende a stancare l'ascoltatore, ma che comunque al suo interno si fa apprezzare per alcuni pezzi ben fatti e ben confezionati. Certo da musicisti di tal calibro, ci si sarebbe aspettato ben altro.

Track-list:

01. As It Begins
02. When the World Becomes Undone
03. Loves the One You Hate
04. Fell in my Hole
05. Succumbing in the Event Horizon
06. Vultures
07. End of Days
08. The Woods
09. We All Break Down
10. Lay With the Wicked
11. Splinters
12. Dreams of the End
13. Closure





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