BLACK LABEL SOCIETY - "Grimmest Hits"
(Full-lenght, Spinefarm Records, Gennaio 2018)
Voto: 7,5/10
Genere: Southern/Groove
Line-up: Zakk Wylde (voce, chitarra), Dario Lorina (chitarra), John De Siervo (basso), Jeff Fabb (batteria)
(Full-lenght, Spinefarm Records, Gennaio 2018)
Voto: 7,5/10
Genere: Southern/Groove
Line-up: Zakk Wylde (voce, chitarra), Dario Lorina (chitarra), John De Siervo (basso), Jeff Fabb (batteria)
Prosegue con la sua band originale il momento "intimistico" di mister Zakk Wylde che torna sulle scene con i suoi BLS dopo quattro anni di silenzio discografico.
Il nuovo lavoro, "Grimmest Hits" come anticipato in apertura tende a indirizzare il focus su un sound più riflessivo rispetto alle primissime apparizioni dell'istrionico guitar hero californiano che conferma, seppur riletto in una chiave più rispondente ai canoni musicali della band, quanto fatto apparire con il precedente lavoro solista.
Meno spazio ai "muscoli" dunque per affidarsi ad un approccio più morbido con la musica caratterizzato in particolar modo dalla presenza di un grosso numero di ballad, ma più in generale con l'evidente maggior attenzione a sonorità decisamente più "rock oriented" rispetto ai grassi e massicci riff del passato.
"Trample Down Below" posta in apertura di lavoro sembra proprio il giusto spartitraffico tra i BLS di "Mafia" e quelli ascoltati nell'ultimo "Catacombs of the Black Vatican". Buono il riffing di base, azzeccato nel suo incedere ma mai graffiante come in passato, maggior attenzione il buon Zakk sembra metterle tanto sul cantato quanto sull'approccio generale che trasuda southern music da tutti i pori, una sorta di "metallizzazione" del buon verbo dei Lynyrd Skynyrd che certamente non farà storcere il naso.
Un mix di southern, hard rock e doom strizzando un'occhiolino anche un certo retrogusto stoner mai come in questo lavoro presente in passato, caratterizzano più in generale le note di questo "Grimmest Hits".
Dal rock sanguigno e volutamente 70's di "Seasons of Falter" che fa molto Orange Goblin, all'incedere sabbathiano delle varie "Disbelief" in cui oltre ad un riff che sembra pescato a piene mani da "Sabbath Bloody Sabbath" e "Bury your Sorrow" è sempre più evidente scorgere l'esigenza dell'artista statunitense di abbandonare per un attimo quel sound tipicamente muscolare e compatto che forse in una certa maniera stava alla lunga diventando il punto debole di una band probabilmente troppo ripetitiva che con le ultime uscite sembra essere ormai la copia di sè stessa.
A completare l'opera le classiche ballad a dire il vero forse troppe tanto da far cadere in qualche occasione l'attenzione anche se più in generale gli stessi brani sanno farsi apprezzare come nel caso di "The Only Words", meno in "The Day that Heaven Had Gone Away" in cui è l'assenza di una vera e propria progressione al suo interno a far pagare dazio.
Chiariamo subito il giudizio finale: non vi nascondo che il mio voto e la mia valutazione è stato molto sofferto. Sofferto perchè questo "Grimmest Hits" ha richiesto ascolti su ascolti prima di poter giungere ad una conclusione sensata e soprattutto capire se mi trovavo di fronte ad un album da dimenticare piuttosto che un colpo di genio di Wylde.
La verità diciamo sta nel mezzo: al primo ascolto rimarrete interdetti, forse avrete anche difficoltà ad ascoltare l'album per intero, ma poco alla volta con il passare degli ascolti probabilmente avrete una sensazione diametralmente opposta.
Di sicuro un album fresco ed originale pur mantenendo intatta quell'aura di polveroso rock sudista, duro e puro.
Track-list:
01. Trampled Down Below
02. Seasons of Falter
03. The Betrayal
04. All That Once Shined
05. The Only Words
06. Room of Nightmares
07. A Love Unreal
08. Disbelief
09. The Day That Heaven Had Gone Away
10. Illusions of Peace
11. Bury Your Sorrow
12. Nothing Left to Say
Un mix di southern, hard rock e doom strizzando un'occhiolino anche un certo retrogusto stoner mai come in questo lavoro presente in passato, caratterizzano più in generale le note di questo "Grimmest Hits".
Dal rock sanguigno e volutamente 70's di "Seasons of Falter" che fa molto Orange Goblin, all'incedere sabbathiano delle varie "Disbelief" in cui oltre ad un riff che sembra pescato a piene mani da "Sabbath Bloody Sabbath" e "Bury your Sorrow" è sempre più evidente scorgere l'esigenza dell'artista statunitense di abbandonare per un attimo quel sound tipicamente muscolare e compatto che forse in una certa maniera stava alla lunga diventando il punto debole di una band probabilmente troppo ripetitiva che con le ultime uscite sembra essere ormai la copia di sè stessa.
A completare l'opera le classiche ballad a dire il vero forse troppe tanto da far cadere in qualche occasione l'attenzione anche se più in generale gli stessi brani sanno farsi apprezzare come nel caso di "The Only Words", meno in "The Day that Heaven Had Gone Away" in cui è l'assenza di una vera e propria progressione al suo interno a far pagare dazio.
Chiariamo subito il giudizio finale: non vi nascondo che il mio voto e la mia valutazione è stato molto sofferto. Sofferto perchè questo "Grimmest Hits" ha richiesto ascolti su ascolti prima di poter giungere ad una conclusione sensata e soprattutto capire se mi trovavo di fronte ad un album da dimenticare piuttosto che un colpo di genio di Wylde.
La verità diciamo sta nel mezzo: al primo ascolto rimarrete interdetti, forse avrete anche difficoltà ad ascoltare l'album per intero, ma poco alla volta con il passare degli ascolti probabilmente avrete una sensazione diametralmente opposta.
Di sicuro un album fresco ed originale pur mantenendo intatta quell'aura di polveroso rock sudista, duro e puro.
Track-list:
01. Trampled Down Below
02. Seasons of Falter
03. The Betrayal
04. All That Once Shined
05. The Only Words
06. Room of Nightmares
07. A Love Unreal
08. Disbelief
09. The Day That Heaven Had Gone Away
10. Illusions of Peace
11. Bury Your Sorrow
12. Nothing Left to Say
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