VON BRANDEN - "Scherben"
(Full-lenght, Greyfall, Novembre 2007)
Voto: 6,5/10
Genere: Gothic/Dark
Line-up: Vestriz von Mesopotamien (chitarra, basso, voce), Solarian von Branden (voce), Arminius von Theesfeld (batteria)
In un mercato ormai saturo di robaccia gothic di ogni tipo, in cui o fai il classico sfigato alla Sentenced-HIM-maniera o il vampiro alla Cradle of Filth (se sei uomo) o scimmiotti alla Turunen o nella peggiore delle ipotesi Cristina Scabbia (se sei donna) ogni tanto arriva qualche piacevole sopresa.
Sorpresa che tante volte viene maggiormente acuita da una fobia clamorosa quando si infila un cd che riporti anche solo di "sfriscio" la dicitura gothic o quando si vede una bella figa in copertina.
Bene, immaginatemi mentre ho preso tra le mani questo "Scherben" secondo lavoro dei tedeschi Von Branden (dei quali non conoscevo neppure l’ esistenza) e con fare preoccupato volgevo il mio sguardo all’artwork, il solito angelo-donna con tanto di ali ed il monicker della band stampato nel più classico carattere che spesso si addice ai lavori precedentemente citati. Eppure… bastano solo pochi secondi per tirare un sospiro di sollievo e, non solo, rimanere anche piuttosto stupito della proposta dei teutonici.
I Von Branden danno vita ad un gran bel lavoro di gothic-dark che pesca a piene mani da innumerevoli fonti di ispirazione che vanno dai primi Katatonia ai My Dying Bride passando per i conterranei Lacrimosa. Insomma, un bel mix tra influenze più "estreme" (da notare anche un certo amore per sonorità black melodiche, Dimmu Borgir periodo "For All Tid" e primissimi Little Dead Bertha) ed altre maggiormente gotico-classicheggianti.
Il risultato è un album che, malgrado possa magari sembrare alla lunga un pò troppo prolisso e pesante, riesce a creare ottime atmosfere dipanandosi attraverso nove brani mai uguali a sè stessi in cui growling, voce pulita, e voce femminile (e non parliamo del solito soprano) si alternano tra riffs a volte più crudi altre più avvolgenti, e atmosfere sulfuree dettate dall’utilizzo di strumenti classici quali il violino e di un insolito sax che quì e lì fa il suo ingresso donando anche un’aura interessantissima alle composizioni. Si passa così dalle atmosfere opprimenti dell’ opener "Behind the Rain" la più aggressiva del lotto e degno ibrido tra primi Katatonia e My Dying Bride, ad episodi più nostalgici e malinconici ("Scherben" introdotta da un minuto di musica suadente in cui è proprio il sax a convogliare certe sensazioni) ed altri invece più canonici come in "Vergessen" senza disdegnare il già citato amore anche per atmosfere di vero e proprio black metal melodico come nel caso di "Zwischen Welten" in cui nel riff di fondo è piuttosto evidente l’ influenza dei primi Arcturus e Dimmu Borgir periodo "For All Tid"-"Stormblast".
A chiudere il lotto ci pensa "Winter" cover di un noto brano di Tori Amos qui rappresentata in una veste leggermente diversa ma che lascia immutate le atmosfere dell’ originale.
Punti deboli? Probabilmente la voce pulita maschile, decisamente fuori dal coro e disadatta al tipo di musica proposto e, se vogliamo, una prolissità forse troppo evidente in alcune soluzioni che potrebbe scoraggiare la longevità del lavoro, ma sono dettagli che non inficiano più di tanto il reale valore di questi Von Branden, un ascolto obbligato per tutti quelli che amano certe sonorità "meticce".
Track-list:
01. Behind the Rain
02. Scherben
03. Ignoranzkult
04. Bitter Lies in Pure Dismay (A Lifeless Evolution in a Modern World Called Hate)
05. Vergessen
06. Zwischen Welten
07. Consuming Life
08. Elend
09. Winter (Tori Amos cover)
(Full-lenght, Greyfall, Novembre 2007)
Voto: 6,5/10
Genere: Gothic/Dark
Line-up: Vestriz von Mesopotamien (chitarra, basso, voce), Solarian von Branden (voce), Arminius von Theesfeld (batteria)
In un mercato ormai saturo di robaccia gothic di ogni tipo, in cui o fai il classico sfigato alla Sentenced-HIM-maniera o il vampiro alla Cradle of Filth (se sei uomo) o scimmiotti alla Turunen o nella peggiore delle ipotesi Cristina Scabbia (se sei donna) ogni tanto arriva qualche piacevole sopresa.
Sorpresa che tante volte viene maggiormente acuita da una fobia clamorosa quando si infila un cd che riporti anche solo di "sfriscio" la dicitura gothic o quando si vede una bella figa in copertina.
Bene, immaginatemi mentre ho preso tra le mani questo "Scherben" secondo lavoro dei tedeschi Von Branden (dei quali non conoscevo neppure l’ esistenza) e con fare preoccupato volgevo il mio sguardo all’artwork, il solito angelo-donna con tanto di ali ed il monicker della band stampato nel più classico carattere che spesso si addice ai lavori precedentemente citati. Eppure… bastano solo pochi secondi per tirare un sospiro di sollievo e, non solo, rimanere anche piuttosto stupito della proposta dei teutonici.
I Von Branden danno vita ad un gran bel lavoro di gothic-dark che pesca a piene mani da innumerevoli fonti di ispirazione che vanno dai primi Katatonia ai My Dying Bride passando per i conterranei Lacrimosa. Insomma, un bel mix tra influenze più "estreme" (da notare anche un certo amore per sonorità black melodiche, Dimmu Borgir periodo "For All Tid" e primissimi Little Dead Bertha) ed altre maggiormente gotico-classicheggianti.
Il risultato è un album che, malgrado possa magari sembrare alla lunga un pò troppo prolisso e pesante, riesce a creare ottime atmosfere dipanandosi attraverso nove brani mai uguali a sè stessi in cui growling, voce pulita, e voce femminile (e non parliamo del solito soprano) si alternano tra riffs a volte più crudi altre più avvolgenti, e atmosfere sulfuree dettate dall’utilizzo di strumenti classici quali il violino e di un insolito sax che quì e lì fa il suo ingresso donando anche un’aura interessantissima alle composizioni. Si passa così dalle atmosfere opprimenti dell’ opener "Behind the Rain" la più aggressiva del lotto e degno ibrido tra primi Katatonia e My Dying Bride, ad episodi più nostalgici e malinconici ("Scherben" introdotta da un minuto di musica suadente in cui è proprio il sax a convogliare certe sensazioni) ed altri invece più canonici come in "Vergessen" senza disdegnare il già citato amore anche per atmosfere di vero e proprio black metal melodico come nel caso di "Zwischen Welten" in cui nel riff di fondo è piuttosto evidente l’ influenza dei primi Arcturus e Dimmu Borgir periodo "For All Tid"-"Stormblast".
A chiudere il lotto ci pensa "Winter" cover di un noto brano di Tori Amos qui rappresentata in una veste leggermente diversa ma che lascia immutate le atmosfere dell’ originale.
Punti deboli? Probabilmente la voce pulita maschile, decisamente fuori dal coro e disadatta al tipo di musica proposto e, se vogliamo, una prolissità forse troppo evidente in alcune soluzioni che potrebbe scoraggiare la longevità del lavoro, ma sono dettagli che non inficiano più di tanto il reale valore di questi Von Branden, un ascolto obbligato per tutti quelli che amano certe sonorità "meticce".
Track-list:
01. Behind the Rain
02. Scherben
03. Ignoranzkult
04. Bitter Lies in Pure Dismay (A Lifeless Evolution in a Modern World Called Hate)
05. Vergessen
06. Zwischen Welten
07. Consuming Life
08. Elend
09. Winter (Tori Amos cover)
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