NOVEMBRE - "The Blue"
(Full-lenght, Peaceville Records, Novembre 2007)
Voto: 5,5/10
Genere: Gothic/Doom Death
Line-up: Giuseppe Orlando (batteria), Massimiliano Pagliuso (chitarre, tastiere), Luca Giovagnoli (basso), Carmelo Orlando (voce, chitarra)
Ebbene sì, avete visto bene. In controtendenza con un buon 98% della critica musicale tutta, posso tranquillamente dire che questo "The Blue" non mi ha convinto per nulla, forse anche meno del controverso predecessore.
È passato soltanto un anno da quando i Novembre, ormai diventati vera e propria icona del metal tricolore, hanno dato alle stampe "Materia" ed ecco uscire fuori questo "The Blue", mai come in questa occasione a così breve distanza l’ uno dall’altro. E per la serie "viva la coerenza" ecco il secondo passo indietro, una sorta di ritorno alle origini sinceramente poco elegante dopo che la stessa band si era scagliata apertamente contro chi aveva criticato la precedente decisione di un abbandono così repentino del growling. Ora probabilmente la band romana ci dirà di non capire nulla, e che la loro musica è impossibile da comprendere per noi ‘comuni mortali’, fatto sta che se "Materia" voleva fare la voce del capolavoro indiscusso "Arte Novecento", adesso questo "The Blue" vira decisamente verso le sonorità di "Classica" e "Novembrine Waltz" album che hanno rappresentato in passato il salto di qualità della band e di converso, purtroppo, una discesa di consensi generali che probabilmente questo nuovo lavoro riuscirà in qualche modo a risollevare ma che, continuo a ripetere, mi ha decisamente lasciato con l’amaro in bocca, e detto da uno che ha amato alla follia le sonorità della band di Orlando e soci è tutto dire.
Dove sono i problemi principali? Bene, che senso ha ripetere in maniera speculare le sonorità dei già citati lavori? Ma la musica dei Novembre non era in continua evoluzione? Pare proprio di no, e questo "The Blue" rappresenta una sorta di raccolta di luoghi comuni, che per quanto apprezzabili a livello tecnico e ben proposti da un songwriting sempre valido alla fin fine non lascia assolutamente nulla all’ascoltatore risultando alla lunga anche un pò noioso. Il growling viene riproposto come tecnica vocale prevalente, e la voce pulita che aveva contraddistinto per la quasi totalità il precedente "Materia" viene decisamente accantonata. Mancano insomma quelle intuizioni che avevano reso tanto interessanti i lavori di cui sopra. Non a caso è soprattutto la seconda parte del disco a convincere di meno introdotta da "Nascence" caratterizzata da un duetto tra Orlando ed una voce femminile troppo uguale a milioni di altre bands, o ancora brani come "Cantus Christi" e "Argentic" che si limitano a fare la propria parte, sulla scìa di un gothic perfettamente confezionato ma che manca in tutto e per tutto di feeling. Non mancano certo gli spunti interessanti come l’ opener "Anaemia" il miglior episodio del lotto, degno ibrido tra le sonorità di "Materia" e quelle dei precedenti lavori, o ancora la successiva "Triesteitaliana" caratterizzata da un break centrale ai limiti del black che lasciavano presagire ad un album di ben altro spessore. Invece no, altri episodi come "Cobalt of March" in cui il cantato pulito di Orlando diventa talvolta insopportabile o ancora "Sound Odyssey" finiscono per affossare un lavoro che sicuramente risulterà estremamente piacevole all’ascolto ma che, lasciatemelo dire, alla fin fine non lascia assolutamente nulla all’ascoltatore.
Personalmente preferisco inserire nel lettore a questo punto uno a caso tra "Classica" e "Novembrine Waltz", di certo in questo caso non rimarrò deluso.
Track-list:
01. Anaemia
02. Triesteitaliana
03. Cobalt of March
04. Bluecracy
05. Architheme
06. Nascence
07. Iridescence
08. Sound Odyssey
09. Cantus Christi
10. Zenith
11. Argentic
12. Deorbit
(Full-lenght, Peaceville Records, Novembre 2007)
Voto: 5,5/10
Genere: Gothic/Doom Death
Line-up: Giuseppe Orlando (batteria), Massimiliano Pagliuso (chitarre, tastiere), Luca Giovagnoli (basso), Carmelo Orlando (voce, chitarra)
Ebbene sì, avete visto bene. In controtendenza con un buon 98% della critica musicale tutta, posso tranquillamente dire che questo "The Blue" non mi ha convinto per nulla, forse anche meno del controverso predecessore.
È passato soltanto un anno da quando i Novembre, ormai diventati vera e propria icona del metal tricolore, hanno dato alle stampe "Materia" ed ecco uscire fuori questo "The Blue", mai come in questa occasione a così breve distanza l’ uno dall’altro. E per la serie "viva la coerenza" ecco il secondo passo indietro, una sorta di ritorno alle origini sinceramente poco elegante dopo che la stessa band si era scagliata apertamente contro chi aveva criticato la precedente decisione di un abbandono così repentino del growling. Ora probabilmente la band romana ci dirà di non capire nulla, e che la loro musica è impossibile da comprendere per noi ‘comuni mortali’, fatto sta che se "Materia" voleva fare la voce del capolavoro indiscusso "Arte Novecento", adesso questo "The Blue" vira decisamente verso le sonorità di "Classica" e "Novembrine Waltz" album che hanno rappresentato in passato il salto di qualità della band e di converso, purtroppo, una discesa di consensi generali che probabilmente questo nuovo lavoro riuscirà in qualche modo a risollevare ma che, continuo a ripetere, mi ha decisamente lasciato con l’amaro in bocca, e detto da uno che ha amato alla follia le sonorità della band di Orlando e soci è tutto dire.
Dove sono i problemi principali? Bene, che senso ha ripetere in maniera speculare le sonorità dei già citati lavori? Ma la musica dei Novembre non era in continua evoluzione? Pare proprio di no, e questo "The Blue" rappresenta una sorta di raccolta di luoghi comuni, che per quanto apprezzabili a livello tecnico e ben proposti da un songwriting sempre valido alla fin fine non lascia assolutamente nulla all’ascoltatore risultando alla lunga anche un pò noioso. Il growling viene riproposto come tecnica vocale prevalente, e la voce pulita che aveva contraddistinto per la quasi totalità il precedente "Materia" viene decisamente accantonata. Mancano insomma quelle intuizioni che avevano reso tanto interessanti i lavori di cui sopra. Non a caso è soprattutto la seconda parte del disco a convincere di meno introdotta da "Nascence" caratterizzata da un duetto tra Orlando ed una voce femminile troppo uguale a milioni di altre bands, o ancora brani come "Cantus Christi" e "Argentic" che si limitano a fare la propria parte, sulla scìa di un gothic perfettamente confezionato ma che manca in tutto e per tutto di feeling. Non mancano certo gli spunti interessanti come l’ opener "Anaemia" il miglior episodio del lotto, degno ibrido tra le sonorità di "Materia" e quelle dei precedenti lavori, o ancora la successiva "Triesteitaliana" caratterizzata da un break centrale ai limiti del black che lasciavano presagire ad un album di ben altro spessore. Invece no, altri episodi come "Cobalt of March" in cui il cantato pulito di Orlando diventa talvolta insopportabile o ancora "Sound Odyssey" finiscono per affossare un lavoro che sicuramente risulterà estremamente piacevole all’ascolto ma che, lasciatemelo dire, alla fin fine non lascia assolutamente nulla all’ascoltatore.
Personalmente preferisco inserire nel lettore a questo punto uno a caso tra "Classica" e "Novembrine Waltz", di certo in questo caso non rimarrò deluso.
Track-list:
01. Anaemia
02. Triesteitaliana
03. Cobalt of March
04. Bluecracy
05. Architheme
06. Nascence
07. Iridescence
08. Sound Odyssey
09. Cantus Christi
10. Zenith
11. Argentic
12. Deorbit
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