NECRODEATH - "Draculea"
(Full-lenght, Scarlet Records, Ottobre 2007)
Voto: 5,5/10
Genere: Thrash/Black
Line-up: Flegias (voce), John (basso), Peso (batteria), Pier Gonella (chitarra)
Rappresentare una leggenda all’interno del movimento può rivelarsi arma a doppio taglio: da una parte può farti campare di rendita, da un’altra può invece porti in continuazione di fronte ad un bivio, tra chi si avvicina in maniera prevenuta alla proposta e chi è pronto a criticare ogni minima svolta stilistica. È senza dubbio il secondo il caso dei Necrodeath…
La band di Flegias & Co. giunge a distanza di un anno dal precedente – e convincente – "100% Hell" alla pubblicazione del nuovo lavoro, "Draculea" e già questa è una novità visto che i genovesi non avevano mai fatto aspettare così poco i propri fans per tornare a farsi sentire.
Perchè questo necessario preambolo? Semplice, perchè i Necrodeath provano a "sperimentare" e per la prima volta nella propria carriera si cimentano con un vero e proprio concept che, come si può facilmente intuire, si basa sulla leggenda del conte più famoso del globo, Dracula appunto; decisamente banale ma tant’è.
In secondo luogo faccio una dovuta considerazione che penso possa riassumere in un solo rigo quello che può essere il contenuto di questo "Draculea". In poche parole chi ha sempre amato i Necrodeath per l’ impatto, la potenza e la musica fortemente abrasiva trademark di fabbrica sin dagli esordi troverà ben poco di questo nel lavoro e a mio parere è un peccato visto che il precedente "100% Hell" mi aveva convinto proprio per la sua ricerca di quel sound primigenio e scarno che aveva in buona parte abbandonato quelle influenze più ‘blackish’ dei precedenti. Un limite o un vantaggio? Nessuno dei due. Certo non sono questi i "veri" Necrodeath ma il lavoro è ben lungi dal rappresentare brutto o piatto. Si rimane interdetti insomma, e non mi meraviglierei se qualche fans possa reputare decisamente sotto tono il nuovo corso dei liguri che ad ogni modo hanno avuto un grosso coraggio e soprattutto sono stati capaci di rimettersi in discussione, forse un pò troppo pretenziosi certo, ma almeno ci provano.
Passando all’analisi musicale del lavoro, dopo un’intro che probabilmente si dilunga un pò troppo "V.T.1431" parte alla grande la vera e propria opener, "Smell of Blood" uno dei pochissimi pezzi d’impatto dell’album (che lo diciamo preliminarmente, si basa prevalentemente su mid-tempos) che sembra uscito proprio dal precedente lavoro, forse troppo simile alla precedente opener "Forever Slaves" (la somiglianza è piuttosto evidente) ma che sembrava lasciare i Necrodeath sulle stesse coordinate del fortunato predecessore. Invece no, il resto del lavoro pone le proprie su brani dal ritmo cadenzato come "Party in Tirgoviste", la troppo caotica "Draculea" che pur provando a colpire maggiormente per l’ impatto risulta nella sua eccessiva lunghezza troppo dispersiva non permettendosi così di trovare una propria vera identità o "The Golden Cup". E proprio legandomi nuovamente al tema delle durate, è forse proprio questa il punto debole principale del lavoro che si dilunga troppo in strumentismi che, pur risultando molto validi da un punto di vista tecnico risultano alla fine inconcludenti ed inadatti a quello che sono stati storicamente i Necrodeath; probabilmente ci sarà in questo caso lo zampino di Pier Gonella virtuoso chitarrista dalle ottime doti ma dal background musicale maggiormente "classico" rispetto al resto della band. Non stiamo parlando assolutamente di brani brutti ma semplicemente non sono questi i VERI Necrodeath.
Convincente invece la cover di "Countess Bathory" pezzo storico dei Venom, senza contare che un pezzo come "Fragments of Insanity" rappresenta anche una buona via di mezzo tra i "vecchi" ed i "nuovi" Necrodeath. Insomma, un lavoro che registrerà sicuramente opinioni contrastanti, a mio giudizio un esperimento riuscito solo in parte; si è provato forse a fare il passo più lungo della gamba senza riuscire appieno a tenerne testa. Ci si aspettava decisamente di più per un album comunque passabile.
Track-list:
01. V.T.1431
02. Smell of Blood
03. Party in Tirgoviste
04. Fragments of Insanity
05. Draculea
06. Countess Bathory (Venom cover)
07. The Golden Cup
08. Impaler Prince
09. V.T.1476
(Full-lenght, Scarlet Records, Ottobre 2007)
Voto: 5,5/10
Genere: Thrash/Black
Line-up: Flegias (voce), John (basso), Peso (batteria), Pier Gonella (chitarra)
Rappresentare una leggenda all’interno del movimento può rivelarsi arma a doppio taglio: da una parte può farti campare di rendita, da un’altra può invece porti in continuazione di fronte ad un bivio, tra chi si avvicina in maniera prevenuta alla proposta e chi è pronto a criticare ogni minima svolta stilistica. È senza dubbio il secondo il caso dei Necrodeath…
La band di Flegias & Co. giunge a distanza di un anno dal precedente – e convincente – "100% Hell" alla pubblicazione del nuovo lavoro, "Draculea" e già questa è una novità visto che i genovesi non avevano mai fatto aspettare così poco i propri fans per tornare a farsi sentire.
Perchè questo necessario preambolo? Semplice, perchè i Necrodeath provano a "sperimentare" e per la prima volta nella propria carriera si cimentano con un vero e proprio concept che, come si può facilmente intuire, si basa sulla leggenda del conte più famoso del globo, Dracula appunto; decisamente banale ma tant’è.
In secondo luogo faccio una dovuta considerazione che penso possa riassumere in un solo rigo quello che può essere il contenuto di questo "Draculea". In poche parole chi ha sempre amato i Necrodeath per l’ impatto, la potenza e la musica fortemente abrasiva trademark di fabbrica sin dagli esordi troverà ben poco di questo nel lavoro e a mio parere è un peccato visto che il precedente "100% Hell" mi aveva convinto proprio per la sua ricerca di quel sound primigenio e scarno che aveva in buona parte abbandonato quelle influenze più ‘blackish’ dei precedenti. Un limite o un vantaggio? Nessuno dei due. Certo non sono questi i "veri" Necrodeath ma il lavoro è ben lungi dal rappresentare brutto o piatto. Si rimane interdetti insomma, e non mi meraviglierei se qualche fans possa reputare decisamente sotto tono il nuovo corso dei liguri che ad ogni modo hanno avuto un grosso coraggio e soprattutto sono stati capaci di rimettersi in discussione, forse un pò troppo pretenziosi certo, ma almeno ci provano.
Passando all’analisi musicale del lavoro, dopo un’intro che probabilmente si dilunga un pò troppo "V.T.1431" parte alla grande la vera e propria opener, "Smell of Blood" uno dei pochissimi pezzi d’impatto dell’album (che lo diciamo preliminarmente, si basa prevalentemente su mid-tempos) che sembra uscito proprio dal precedente lavoro, forse troppo simile alla precedente opener "Forever Slaves" (la somiglianza è piuttosto evidente) ma che sembrava lasciare i Necrodeath sulle stesse coordinate del fortunato predecessore. Invece no, il resto del lavoro pone le proprie su brani dal ritmo cadenzato come "Party in Tirgoviste", la troppo caotica "Draculea" che pur provando a colpire maggiormente per l’ impatto risulta nella sua eccessiva lunghezza troppo dispersiva non permettendosi così di trovare una propria vera identità o "The Golden Cup". E proprio legandomi nuovamente al tema delle durate, è forse proprio questa il punto debole principale del lavoro che si dilunga troppo in strumentismi che, pur risultando molto validi da un punto di vista tecnico risultano alla fine inconcludenti ed inadatti a quello che sono stati storicamente i Necrodeath; probabilmente ci sarà in questo caso lo zampino di Pier Gonella virtuoso chitarrista dalle ottime doti ma dal background musicale maggiormente "classico" rispetto al resto della band. Non stiamo parlando assolutamente di brani brutti ma semplicemente non sono questi i VERI Necrodeath.
Convincente invece la cover di "Countess Bathory" pezzo storico dei Venom, senza contare che un pezzo come "Fragments of Insanity" rappresenta anche una buona via di mezzo tra i "vecchi" ed i "nuovi" Necrodeath. Insomma, un lavoro che registrerà sicuramente opinioni contrastanti, a mio giudizio un esperimento riuscito solo in parte; si è provato forse a fare il passo più lungo della gamba senza riuscire appieno a tenerne testa. Ci si aspettava decisamente di più per un album comunque passabile.
Track-list:
01. V.T.1431
02. Smell of Blood
03. Party in Tirgoviste
04. Fragments of Insanity
05. Draculea
06. Countess Bathory (Venom cover)
07. The Golden Cup
08. Impaler Prince
09. V.T.1476
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