THE ARCANE ORDER - "In the Wake of Collisions"
(Full-lenght, Metal Blade, Gennaio 2008)
Voto: 6/10
Genere: Thrash/Death
Line-up: Boris Tandrup (basso), Morten Lowe (batteria), Flemming C.Lund (chitarra), Kasper Kirkegaard (chitarra), Kasper Thomsen (voce)
La prima recensione del 2008 mi pone di fronte a questo gruppo danese, i The Arcane Order band attiva da appena 3 anni e con un full alle spalle, composta da musicisti già alle prese con svariati progetti come i thrash-corers Low Life Crisis o i più estremi Koldborn e Autumn Leaves.
Quello che ci propone il quintetto nordico non è altro che una sintesi pressochè scontata di tutte le influenze convogliate all’interno della band che pone le sue radici su un thrash-death di stampo prettamente moderno molto simile per certi versi a quello dei quasi conterranei Mnemic, ovvero una musica violenta e moderna sì, ma allo stesso tempo fredda e meccanica, effetto questo reso soprattutto dall’inserimento di tastiere di chiara matrice "industrial" che vanno a comporre il tappeto sonoro.
Ma, come già detto, non si chiudono certo qui le influenze dei nostri che inseriscono all’interno della propria proposta anche un particolare e, se vogliamo, mai visto meticcio black-metalcore… Sì, avete capito bene e non sto bestemmiando (lo dico per tutti i blackster che proprio in questo momento mi avranno gioiosamente mandato a fare in culo); questo perchè il riffing in alcune occasioni è freddo e devastante, e questo perchè le doti vocali di Thomsen passano con decisa disinvoltura dal growling allo screaming senza disdegnare in poche e mirate occasioni un ammiccamento al cantato pulito che ha il merito di non scendere sempre in campo e soprattutto di farlo sempre in casi decisamente azzeccati.
I brani sono tutti piuttosto lunghi come confermato dall’opener "Death Is Imminent" dal chiaro intro ‘blackish’ salvo trasformarsi poi in una scheggia di puro thrash-death che per sei minuti martella letteralmente le orecchie dell’ascoltatore. Caratteristica positiva? In questo caso no, perchè per quanto i TAO si impegnino in fase di songwriting per cercare di snellire le composizioni, si soffre non poco la pesantezza di una proposta troppo prolisso in quanto a influenze e… buoni propositi.
È insomma la noia quella che fa calare leggermente l’attenzione con il passare del tempo e neppure l’ intermezzo strumentale di "When Oceans Become Deserts" per cercare di destare l’ascoltatore nella seconda parte del lavoro. Parliamo insomma di una proposta interessante, ma che paga in maniera eccessiva una prolissità di base ed una voglia di strafare che probabilmente i danesi farebbero meglio ad accantonare, quantomeno in parte.
Track-list:
01. Death is Imminent
02. Between Reason and Hubris
03. The Serpent Tower
04. Eruptions of Red
05. When Oceans Become Deserts
06. Unleash the Tyrant
07. The Reaping Reverence
08. Sancity of Allegiance
09. Horizons Buried
(Full-lenght, Metal Blade, Gennaio 2008)
Voto: 6/10
Genere: Thrash/Death
Line-up: Boris Tandrup (basso), Morten Lowe (batteria), Flemming C.Lund (chitarra), Kasper Kirkegaard (chitarra), Kasper Thomsen (voce)
La prima recensione del 2008 mi pone di fronte a questo gruppo danese, i The Arcane Order band attiva da appena 3 anni e con un full alle spalle, composta da musicisti già alle prese con svariati progetti come i thrash-corers Low Life Crisis o i più estremi Koldborn e Autumn Leaves.
Quello che ci propone il quintetto nordico non è altro che una sintesi pressochè scontata di tutte le influenze convogliate all’interno della band che pone le sue radici su un thrash-death di stampo prettamente moderno molto simile per certi versi a quello dei quasi conterranei Mnemic, ovvero una musica violenta e moderna sì, ma allo stesso tempo fredda e meccanica, effetto questo reso soprattutto dall’inserimento di tastiere di chiara matrice "industrial" che vanno a comporre il tappeto sonoro.
Ma, come già detto, non si chiudono certo qui le influenze dei nostri che inseriscono all’interno della propria proposta anche un particolare e, se vogliamo, mai visto meticcio black-metalcore… Sì, avete capito bene e non sto bestemmiando (lo dico per tutti i blackster che proprio in questo momento mi avranno gioiosamente mandato a fare in culo); questo perchè il riffing in alcune occasioni è freddo e devastante, e questo perchè le doti vocali di Thomsen passano con decisa disinvoltura dal growling allo screaming senza disdegnare in poche e mirate occasioni un ammiccamento al cantato pulito che ha il merito di non scendere sempre in campo e soprattutto di farlo sempre in casi decisamente azzeccati.
I brani sono tutti piuttosto lunghi come confermato dall’opener "Death Is Imminent" dal chiaro intro ‘blackish’ salvo trasformarsi poi in una scheggia di puro thrash-death che per sei minuti martella letteralmente le orecchie dell’ascoltatore. Caratteristica positiva? In questo caso no, perchè per quanto i TAO si impegnino in fase di songwriting per cercare di snellire le composizioni, si soffre non poco la pesantezza di una proposta troppo prolisso in quanto a influenze e… buoni propositi.
È insomma la noia quella che fa calare leggermente l’attenzione con il passare del tempo e neppure l’ intermezzo strumentale di "When Oceans Become Deserts" per cercare di destare l’ascoltatore nella seconda parte del lavoro. Parliamo insomma di una proposta interessante, ma che paga in maniera eccessiva una prolissità di base ed una voglia di strafare che probabilmente i danesi farebbero meglio ad accantonare, quantomeno in parte.
Track-list:
01. Death is Imminent
02. Between Reason and Hubris
03. The Serpent Tower
04. Eruptions of Red
05. When Oceans Become Deserts
06. Unleash the Tyrant
07. The Reaping Reverence
08. Sancity of Allegiance
09. Horizons Buried
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