FURIOUS BARKING - "Theory of Diversity"
(Full-lenght, Punishment 18 Records, Febbraio 2008)
Voto: 6/10
Genere: Thrash Metal
Line-up: Giorgio Olori (basso), Massimo Ferranti (batteria), Francesco Giaconi (chitarra), Roberto Mattei (voce), Fabio Bottazzo (chitarra)
Vede la luce solo nel 2008 benchè originariamente pubblicato nel lontano 1992 questo "Theory Of Diversity" unico full-lenght dei Furious Barking band marchigiana attiva tra la seconda metà degli ’80 ed i primi ’90.
Mettiamo subito le cose in chiaro prima di entrare più nel dettaglio: il lavoro va ovviamente giudicato per quella che era la scena e soprattutto le evoluzioni del periodo (1992); se fosse valutato secondo gli standard attuali sicuramente si dovrebbe parlare di un album insufficiente. Se si considera invece l’anno di pubblicazione ecco che l’ opera va rivalutata, in parte, e pur presentando qualche imperfezione di troppo risulta in fin dei conti ascoltabile da parte dei patiti del genere. Iniziamo descrivendo la proposta dei marchigiani, ed in tal senso ci troviamo di fronte ad un disco di thrash metal con forti reminescenze death per certi versi vicino al sound dei Sepultura periodo-"Arise" che però non manca di strizzare l’ occhiolino ad un certo tecnicismo (tipico degli Annihilator che tanti proseliti fecero in quegli anni con "Alice in Hell").
Bene, capirete da subito che stiamo parlando di un tipo di sound piuttosto istintivo, che fa dell’ impatto frontale il proprio trademark di fabbrica ed è proprio in questo che il lavoro pecca. Pecca sia dal punto di vista del sound quanto da quello di alcune scelte poco azzecate. In primis il suono della chitarra troppo soffocato e mancante del necessario spazio e sacrificato a discapito della voce, troppo in primo piano, che oltre togliere spazio agli strumenti in certi episodi appare fin troppo mediocre nel suo screaming sporco – tipico di quell’ era certo – ma molto spesso in affanno nel modularsi alla canzone. Se poi consideriamo anche la presenza di alcuni brani non proprio articolati in maniera brillante avremo la risultante del voto sopra indicato. Spunti interessanti ci sono, non c’è che dire, ed arrivano proprio da quei brani più "istintivi" come l’ opener "Decompression State" o ancora "Lives in Incubator" ma che purtroppo si perdono troppo all’interno di una serie di brani in cui è la mediocrità a farla da padrone. Anche vero ad evidenza che la band allora non avesse mezzi sufficienti per esprimersi a dovere dal vivo, ma vero anche che il lavoro non può essere certo definito una pietra miliare del genere.
Ad ogni modo questo "Theory of Diversity" potrebbe risultare anche un ascolto gradito per tutti gli amanti di certo tipo di musica grezza e primigenia.
Track-list:
01. Decompression State
02. Always from Inside
03. The Last Stop Is Mortuary
04. Lives in Incubator
05. Every Indetermination is Complete
06. Homo Superior
07. Wich Theory
08. Way of Brutality
(Full-lenght, Punishment 18 Records, Febbraio 2008)
Voto: 6/10
Genere: Thrash Metal
Line-up: Giorgio Olori (basso), Massimo Ferranti (batteria), Francesco Giaconi (chitarra), Roberto Mattei (voce), Fabio Bottazzo (chitarra)
Vede la luce solo nel 2008 benchè originariamente pubblicato nel lontano 1992 questo "Theory Of Diversity" unico full-lenght dei Furious Barking band marchigiana attiva tra la seconda metà degli ’80 ed i primi ’90.
Mettiamo subito le cose in chiaro prima di entrare più nel dettaglio: il lavoro va ovviamente giudicato per quella che era la scena e soprattutto le evoluzioni del periodo (1992); se fosse valutato secondo gli standard attuali sicuramente si dovrebbe parlare di un album insufficiente. Se si considera invece l’anno di pubblicazione ecco che l’ opera va rivalutata, in parte, e pur presentando qualche imperfezione di troppo risulta in fin dei conti ascoltabile da parte dei patiti del genere. Iniziamo descrivendo la proposta dei marchigiani, ed in tal senso ci troviamo di fronte ad un disco di thrash metal con forti reminescenze death per certi versi vicino al sound dei Sepultura periodo-"Arise" che però non manca di strizzare l’ occhiolino ad un certo tecnicismo (tipico degli Annihilator che tanti proseliti fecero in quegli anni con "Alice in Hell").
Bene, capirete da subito che stiamo parlando di un tipo di sound piuttosto istintivo, che fa dell’ impatto frontale il proprio trademark di fabbrica ed è proprio in questo che il lavoro pecca. Pecca sia dal punto di vista del sound quanto da quello di alcune scelte poco azzecate. In primis il suono della chitarra troppo soffocato e mancante del necessario spazio e sacrificato a discapito della voce, troppo in primo piano, che oltre togliere spazio agli strumenti in certi episodi appare fin troppo mediocre nel suo screaming sporco – tipico di quell’ era certo – ma molto spesso in affanno nel modularsi alla canzone. Se poi consideriamo anche la presenza di alcuni brani non proprio articolati in maniera brillante avremo la risultante del voto sopra indicato. Spunti interessanti ci sono, non c’è che dire, ed arrivano proprio da quei brani più "istintivi" come l’ opener "Decompression State" o ancora "Lives in Incubator" ma che purtroppo si perdono troppo all’interno di una serie di brani in cui è la mediocrità a farla da padrone. Anche vero ad evidenza che la band allora non avesse mezzi sufficienti per esprimersi a dovere dal vivo, ma vero anche che il lavoro non può essere certo definito una pietra miliare del genere.
Ad ogni modo questo "Theory of Diversity" potrebbe risultare anche un ascolto gradito per tutti gli amanti di certo tipo di musica grezza e primigenia.
Track-list:
01. Decompression State
02. Always from Inside
03. The Last Stop Is Mortuary
04. Lives in Incubator
05. Every Indetermination is Complete
06. Homo Superior
07. Wich Theory
08. Way of Brutality
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