EXODUS - "The Atrocity Exhibition: Exhibit A"
(Full-lenght, Nuclear Blast, Ottobre 2007)
Voto: 7,5/10
Genere: Thrash Metal
Line-up: Rob Dukes (voce), Gary Holt (chitarra), Lee Altus (chitarra), Jack Gibson (basso), Tom Hunting (batteria)
Un nome altisonante, che ha vissuto troppo all’ombra di gente del calibro di Metallica, Megadeth, Slayer e Testament ma non per questo di qualità inferiore alle già citate bands, anzi… Sono passati ormai 3 anni da quando i nostri con "Tempo of the Damned" sono tornati sulle scene dopo 12 anni di silenzio e da allora, gli Exodus dimostrano come non si debba per forza di cose abbassarsi a certi compromessi (vedi Metallica o Megadeth tanto per riagganciarci al discorso precedente) e come, nel 2007 si possa ancora suonare sano ed incontaminato thrash metal restando fedeli a tutto quello fatto in passato, e senza smorzare un’attitudine sempre cattiva e potente riuscendo in tal senso a non cadere nel patetico.
Basterebbe questa introduzione per descrivere al meglio le potenzialità di questo "The Atrocity Exhibition" nuovo parto di Holt e soci.
L’album in questione altro non rappresenta che la classica mazzata in pieno Exodus-style, che si dipana tra riffing trita-ossa, vocals potentissime, ritmiche serrate che confluiscono in un’unica devastante proposta che riesce ad unire in sè la furia del più puro thrash metal ottantiano con una produzione incredibilmente moderna, potente, che non sfocia mai in tentazioni più "nu" come molte storiche bands ci hanno abituato ultimamente.
Il disco è aperto da "A Call to Arms" un intro il cui titolo mai avrebbe potuto essere più indicativo, seguita com’è dallo spettacolare assalto dell’ opener "Riot Act" unico brano più immediato a cui seguono composizioni intricate, piuttosto lunghe (in tal senso parlano chiaro i 10 minuti della title-track) ma che nonostante tutto riescono sempre a mantenere desta l’attenzione attraverso strutture che solo da grandi musicisti potevano essere così architettate. Perchè poi non puntare anche su qualcosa di accattivante? In tal senso ci pensa "As it Was, As Is Soon Shall Be" brano dotato di un refrain semplicemente irresistibile destinato ad evidenza, a diventare uno dei prossimi cavalli di battaglia on stage della band.
Da rimarcare anche l’ ottima prova vocale del singer Rob Dukes che per il secondo album consecutivo sostituisce lo storico Souza; l’ impatto vocale è sicuramente differente (di Souza del resto ce n’è uno solo) ma non ha paura di reggere il confronto con l’ illustre predecessore puntando su un approccio più estremo e se vogliamo maggiormente "abrasivo", ottenendo risultati decisamente interessanti. Insomma, chiunque ami il thrash metal (nel VERO senso della parola) non potrà non gioire per l’ uscita di questo nuovo lavoro e del resto gli Exodus al momento, paiono essere una delle certezze assolute in tal senso.
(Full-lenght, Nuclear Blast, Ottobre 2007)
Voto: 7,5/10
Genere: Thrash Metal
Line-up: Rob Dukes (voce), Gary Holt (chitarra), Lee Altus (chitarra), Jack Gibson (basso), Tom Hunting (batteria)
Un nome altisonante, che ha vissuto troppo all’ombra di gente del calibro di Metallica, Megadeth, Slayer e Testament ma non per questo di qualità inferiore alle già citate bands, anzi… Sono passati ormai 3 anni da quando i nostri con "Tempo of the Damned" sono tornati sulle scene dopo 12 anni di silenzio e da allora, gli Exodus dimostrano come non si debba per forza di cose abbassarsi a certi compromessi (vedi Metallica o Megadeth tanto per riagganciarci al discorso precedente) e come, nel 2007 si possa ancora suonare sano ed incontaminato thrash metal restando fedeli a tutto quello fatto in passato, e senza smorzare un’attitudine sempre cattiva e potente riuscendo in tal senso a non cadere nel patetico.
Basterebbe questa introduzione per descrivere al meglio le potenzialità di questo "The Atrocity Exhibition" nuovo parto di Holt e soci.
L’album in questione altro non rappresenta che la classica mazzata in pieno Exodus-style, che si dipana tra riffing trita-ossa, vocals potentissime, ritmiche serrate che confluiscono in un’unica devastante proposta che riesce ad unire in sè la furia del più puro thrash metal ottantiano con una produzione incredibilmente moderna, potente, che non sfocia mai in tentazioni più "nu" come molte storiche bands ci hanno abituato ultimamente.
Il disco è aperto da "A Call to Arms" un intro il cui titolo mai avrebbe potuto essere più indicativo, seguita com’è dallo spettacolare assalto dell’ opener "Riot Act" unico brano più immediato a cui seguono composizioni intricate, piuttosto lunghe (in tal senso parlano chiaro i 10 minuti della title-track) ma che nonostante tutto riescono sempre a mantenere desta l’attenzione attraverso strutture che solo da grandi musicisti potevano essere così architettate. Perchè poi non puntare anche su qualcosa di accattivante? In tal senso ci pensa "As it Was, As Is Soon Shall Be" brano dotato di un refrain semplicemente irresistibile destinato ad evidenza, a diventare uno dei prossimi cavalli di battaglia on stage della band.
Da rimarcare anche l’ ottima prova vocale del singer Rob Dukes che per il secondo album consecutivo sostituisce lo storico Souza; l’ impatto vocale è sicuramente differente (di Souza del resto ce n’è uno solo) ma non ha paura di reggere il confronto con l’ illustre predecessore puntando su un approccio più estremo e se vogliamo maggiormente "abrasivo", ottenendo risultati decisamente interessanti. Insomma, chiunque ami il thrash metal (nel VERO senso della parola) non potrà non gioire per l’ uscita di questo nuovo lavoro e del resto gli Exodus al momento, paiono essere una delle certezze assolute in tal senso.
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