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BIRDS OF PREY - "Sulfur & Semen"

BIRDS OF PREY - "Sulfur & Semen"
(Full-lenght, Relapse Records, Gennaio 2008)

Voto: 7/10

Genere: Thrash/Sludge

Line-up: Summer Welch (basso), Erik Larson (chitarra, batteria), Bo Leslie (chitarra), Ben Hogg (voce)


Originari di Richmond, Virginia, i Birds of Prey giungono con questo "Sulfur And Semen" alla pubblicazione del secondo lavoro a distanza di due anni dall’acerbo e grezzo "Weight Of The Wound".
Il genere proposto dai nostri pone le basi su uno sludge sporco, tremendamente southern, a cui si aggiunge una innegabile aura "thrashy" capace di donare velocità e rabbia al lavoro.

11 tracce per 41 minuti di musica in cui i Birds Of Prey danno all’ascoltatore un saggio di quella che è la loro essenza; riff pachidermici cui fanno da contraltare ripartenze improvvise e velocissime alternati a rallentamenti dissonanti, un cantato sporco (forse da migliorare) che si addice a quella che è l’ essenza della band, tremendamente bastarda ed anticonformista.
È proprio la contrapposizione di generi di per se distanti a regalare i maggiori spunti di cronaca all’interno di questo lavoro, dove la potenza e la furia del thrash metal incontrano il sound desertico più tipico di acts quali Sleep e compagnia varia.
Impossibile non trovare questa contrapposizione all’interno di tutti i brani del lotto che si dividono tra vere e proprie mazzate sonore, veloci e furiose come "Show Him The Ground" (neppure 2 minuti di durata) o "Satisfy the 45" (probabilmente il brano più "catchy"), e altri episodi più ragionati e articolati su cui spicca "Turning Big Rocks Into Little Rocks" con un break centrale da brividi o ancora "Overfucked And Underage" che ci mostra il lato doom più classico dei nostri.
Da menzionare la capacità strumentale degli statunitensi, in particolar modo del bravo drummer Dave Witte la cui prestazione dietro le pelli è da incorniciare in quanto a furia di esecuzione e tecnica.
I punti deboli del lavoro sono presto detti: innanzitutto la prestazione vocale di Hogg non particolarmente esaltante, ed in secondo luogo l’ eccessiva pesantezza di un lavoro che pur presentando brani piuttosto eterogenei tra loro per il genere proposto alla fine sono un martellamento continuo troppo fine a sè stesso; una maggiore varietà ed attenzione verso atmosfere magari meno tirate e soprattutto sul cercare di non insistere troppo con i riffing maggiormente "grassi" avrebbe probabilmente giovato al lavoro.
Una prestazione nella norma insomma, ed un occhio (o meglio un orecchio) potrebbero puntarlo sia gli amanti di certo rock tipicamente southern, che quelli che dalla musica vogliono soprattutto velocità, muscoli e sudore.

Track-list:

01. Bleed, Blister or Cum
02. Show Him the Ground (Iron and Wine cover)
03. Mentoring the Mongoloids (Return to the Attic)
04. Turning Big Rocks into Little Rocks
05. Murder the Homeless/Burn the Upper Class
06. Where Black Lungs Don't Breathe
07. Lice Halo
08. Satisfy the .45
09. To My Victims' Families
10. Overfucked and Underage
11. Liquor Blisters

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