ANACHRONAEON - "As the Last Human Spot in Me Dies"
(Full-lenght, Stygian Crypt Records, 2007)
Voto: 7/10
Genere: Dark/Melodic Death
Line-up: Andreas Akerlind (batteria), Patrik Carlsson (voce, chitarra, basso)
Semi-sconosciuti alla critica tutta e riesumati dalla solita attenta Stygian Crypt, salgono alla ribalta questi Anachronaeon band svedese dal monicker quasi impronunciabile che nel passato ha avuto già l’onore di aprire alcuni concerti ai conterranei Katatonia.
L’album in questione altro non è che la riproduzione di un precedente demo autoprodotto targato 2004 riproposto qui in una veste nuova ma perfettamente consono alla versione originale senza ritocchi o bonus tracks del caso.
Il genere proposto può essere definito ‘dark metal’ come la band stessa nonchè la loro etichetta li definisce ma non mancano certo riferimenti all’estremo, death melodico su tutti e del resto non poteva essere diversamente vista la provenienza e le innegabili influenze dei Katatonia perfettamente a cavallo tra il loro periodo più death e la svolta melodica.
Malgrado tutto ne viene fuori un lavoro maturo, ben suonato e prodotto in maniera più che decente giocato su ritmiche sempre piuttosto sostenute e melodie particolarmente fredde su cui si stagliano un cantato pulito decisamente di buona fattura e mai troppo monocorde ed alcuni inframezzi in growling.
Azzeccati anche gli inserti di tastiera curati da Patrick Carlsson (anche voce, basso e chitarra di una band che si presenta come duo completato dal drummer Andreas Akerlind).
Ma l’elemento che più colpisce degli scandinavi è una certa poliedricità capace di far sconfinare il sound verso territori svariati, passando da una certa epicità come in “Anachronaeon (Where People Live in Dreams)” in cui affiancati ad un cantato particolarmente evocativo interviene un riffing quasi folkeggiante come i primi Agalloch ben insegnano, passando per riffing quasi thrasheggianti come nell’esordio della poi malinconica “Tornado” o ancora il gothic classico di “Shadows Taking Over”.
Ma è probabilmente “Confession of a Lost Soul” quella che più di ogni altra racchiude in un solo brano tutte le influenze degli Anachronaeon con una intro granitica in pieno stile death caratterizzato da un riffing rocciosissimo ed il cantato in growling serrato che poi va ad evolversi e quasi “ammorbidirsi” rispettando tutti i canoni del buon gusto indispensabili in certi casi.
Insomma, una gran bella scoperta ed un album decisamente consigliato a tutti gli amanti di certi tipi di atmosfere malinconiche, atmosferiche e dure allo stesso tempo.
Track-list:
01. Intro
02. Anachronaeon (Where People Live in Dreams)
03. Tornado
04. The English Wizard
05. The Amulet
06. Shadows Taking Over
07. Confessions of a Lost Soul
08. Reborn by Fire
09. Sweet Tears of Redemption
(Full-lenght, Stygian Crypt Records, 2007)
Voto: 7/10
Genere: Dark/Melodic Death
Line-up: Andreas Akerlind (batteria), Patrik Carlsson (voce, chitarra, basso)
Semi-sconosciuti alla critica tutta e riesumati dalla solita attenta Stygian Crypt, salgono alla ribalta questi Anachronaeon band svedese dal monicker quasi impronunciabile che nel passato ha avuto già l’onore di aprire alcuni concerti ai conterranei Katatonia.
L’album in questione altro non è che la riproduzione di un precedente demo autoprodotto targato 2004 riproposto qui in una veste nuova ma perfettamente consono alla versione originale senza ritocchi o bonus tracks del caso.
Il genere proposto può essere definito ‘dark metal’ come la band stessa nonchè la loro etichetta li definisce ma non mancano certo riferimenti all’estremo, death melodico su tutti e del resto non poteva essere diversamente vista la provenienza e le innegabili influenze dei Katatonia perfettamente a cavallo tra il loro periodo più death e la svolta melodica.
Malgrado tutto ne viene fuori un lavoro maturo, ben suonato e prodotto in maniera più che decente giocato su ritmiche sempre piuttosto sostenute e melodie particolarmente fredde su cui si stagliano un cantato pulito decisamente di buona fattura e mai troppo monocorde ed alcuni inframezzi in growling.
Azzeccati anche gli inserti di tastiera curati da Patrick Carlsson (anche voce, basso e chitarra di una band che si presenta come duo completato dal drummer Andreas Akerlind).
Ma l’elemento che più colpisce degli scandinavi è una certa poliedricità capace di far sconfinare il sound verso territori svariati, passando da una certa epicità come in “Anachronaeon (Where People Live in Dreams)” in cui affiancati ad un cantato particolarmente evocativo interviene un riffing quasi folkeggiante come i primi Agalloch ben insegnano, passando per riffing quasi thrasheggianti come nell’esordio della poi malinconica “Tornado” o ancora il gothic classico di “Shadows Taking Over”.
Ma è probabilmente “Confession of a Lost Soul” quella che più di ogni altra racchiude in un solo brano tutte le influenze degli Anachronaeon con una intro granitica in pieno stile death caratterizzato da un riffing rocciosissimo ed il cantato in growling serrato che poi va ad evolversi e quasi “ammorbidirsi” rispettando tutti i canoni del buon gusto indispensabili in certi casi.
Insomma, una gran bella scoperta ed un album decisamente consigliato a tutti gli amanti di certi tipi di atmosfere malinconiche, atmosferiche e dure allo stesso tempo.
Track-list:
01. Intro
02. Anachronaeon (Where People Live in Dreams)
03. Tornado
04. The English Wizard
05. The Amulet
06. Shadows Taking Over
07. Confessions of a Lost Soul
08. Reborn by Fire
09. Sweet Tears of Redemption
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