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SEPULTURA - "The Mediator Between Head and Hands Must be the Heart"

SEPULTURA - "The Mediator Between Head and Hands Must Be The Heart"
(Full-lenght, Nuclear Blast, Ottobre 2013)

Voto: 3/10

Genere: Thrash/Groove

Line-up: Andreas Kisser (chitarra), Derrick Green (voce), Paulo Xisto (basso), Eloy Casagrande (batteria)


Ok ditemi che è solo uno scherzo e che quello che ho ascoltato è solo una demo registrata in cantina da un gruppo di ragazzini 14enni alle prime armi!!!
Gli indizi c’erano tutti alla vigilia: l’ultimo pessimo lavoro, la presenza dei soli Kisser e Paulo Jr come membri "originari" (e rincoglioniti) di una della bands più importanti ed influenti della musica estrema in generale, insieme ad un titolo che rompe le palle già solo leggerlo…

Ebbene si, lo ammetto…mi sono avvicinato già con ovvi pregiudizi all’ascolto del nuovo lavoro dei brasiliani e pochi secondi mi sono bastati per confermare le mie impressioni. Ma non mi sono dato per vinto: armandomi di santa pazienza ed attenzione ho inserito di nuovo il cd nel lettore e provato ad isolarmi per trovare qualcosa di quantomeno decoroso. Risultato? Niente, neppure dopo il terzo e quarto ascolto…il quinto? lasciamo perdere, a quel punto avevo già perso tre ore della mia vita in maniera totalmente inutile.
Sintesi finale: The Mediator Between Head and Hands Must Be the Heart è una cagata pazzesca! Parafrasando l’universo fantozziano credo di aver riassunto al massimo lo status attuale di una band che farebbe meglio ad evitare di continuare ad infangare il nome di uno dei miti di generazioni e generazioni di metal kids urlanti. Consigli? Usate un altro monicker e provate tutte le "sperimentazioni" (???) che la band brasiliana sta provando ad inserire dal momento della svolta intrapresa col precedente Kairos ma, ripeto, cortesemente fatelo con un nuovo nome.
The Mediator Between Head and Hands Must Be the Heart ispirato, come affermato dalla band, dal film Metropolis di Fritz Lang (1927) è composto da dieci brani che si muovono sulle coordinate stilistiche di un thrash-death confusionario e di bassa lega. La band brasiliana, che presenta per l’occasione il nuovo drummer Eloy Casagrande (proveniente da un ignobile gruppetto power metal brasiliano), cerca di buttare di tutto nel minestrone fatto di rimandi al passato. Che le coordinate stilistiche della band volessero tornare all’indietro ai lavori primigeni era un dato di fatto evidente evidenziato proprio dall’appeal generale del precedente Kairos ma con il nuovo album i nostri si sforzano di inserire all’interno anche alcune sferzate "tribali" (in particolar modo nella sezione ritmica) che lasciano il tempo che trovano.
Più in generale il mood del lavoro si trascina tra coordinate oscure con la band più impegnata a dare un certo senso di "claustrofobia" all’ascoltatore che a comporre BRANI (che possano definirsi tali). Voluta o non voluta la decisione, risultano decisamente insopportabili le vocals di Derrick Green che si cimenta in uno screaming estremo e potente ma terribilmente e malamente filtrato, così come il riffing di Kisser il cui tocco è in pratica totalmente sacrificato ad una serie di pennellate dissonanti senza capo nè coda.
Già dal singolo The Age of the Atheist ci si poteva accorgere del terribile corso intrapreso dai nostri, ma è ascoltando l’intero lavoro che si capisce come i Sepultura abbiano probabilmente toccato il fondo della loro discografia.
I brani sono tutti senza capo nè coda, non offrono alcuna soluzione decente, sono piatti, vuoti e scialbi, vogliono essere cattivi e duri ma alla lunga sono solo estremamente irritanti.
The Vatican introdotta da rintocchi di campane vuole essere la classica trovata avanguardistica di una band che in 6 minuti è capace solo di tirar fuori quattro riff messi in fila senza alcuna progressione di sorta, senza alcuno spunto anche minimamente accettabile, Tsunami è addirittura irritante sin dalla prima nota.
Non manca la classica comparsata, questa volta è il turno di Dave Lombardo che duetta alle pelli con Casagrande nella pessima Obsessed. Con Impending Doom calano i ritmi ma di certo non sale la qualità generale di un album talmente brutto da non sembrare vero.
Probabilmente qualche collega più "autorevole" magari rivaluterà pure questo lavoro, del resto le etichette e le distro hanno già sentenziato il "ritorno ai fasti del passato". Io per quanto mi riguarda la chiudo qui, sperando di essere stato abbastanza esauriente…quasi quasi mi faccio una ripassatina di Chaos AD e Roots, magari se anche Paulo Jr e Kisser lo facessero, qualche ripensamento potrebbero anche avercelo…chissà…io nel frattempo scommetto che a breve avverrà la reunion con Max e Igor, ma a questo punto sarebbe una mossa troppo di convenienza.

Track-list:

01. Trauma of War
02. The Vatican
03. Impending Doom
04. Manipulation of Tragedy
05. Tsunami
06. The Bliss of Ignorants
07. Grief
08. The Age of the Atheist
09. Obsessed
10. Da Lama ao Caos

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